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Vescica, campagna per la diagnosi precoce

Tracce di sangue nelle urine, quando sospettare un carcinoma uroteliale

30/07/2023

Ricevere una diagnosi di tumore è sempre un trauma, ti senti mancare la terra sotto i piedi, poi cerchi di reagire. È fondamentale ricevere informazioni precise sulla malattia e, possibilmente, condividere l’esperienza con altre persone che, per esperienza diretta o per una particolare sensibilità, possono comprendere certe reazioni emotive.

 

La campagna intitolata Tumore della vescica: Conoscilo, Controllalo, Curalo parte da queste premesse per evidenziare l’importanza di riconoscere i tre principali sintomi di sofferenza della vescica: ematuria (sangue nelle urine), minzione frequente e dolorosa. L’iniziativa, sostenuta da Merck Italia, con la collaborazione di APS Associazione PaLiNUro – Pazienti Liberi dalle Neoplasie Uroteliali, Salute Donna e Salute Uomo, insegna come sospettare o riconoscere certi segnali. I messaggi, finalizzati alla diagnosi precoce, sono rivolti alle tre figure centrali di questo iter: pazienti, medici specialisti in urologia e oncologia, infermieri.

 

Nella maggior parte dei casi, quando sentiamo parlare di cancro della vescica, si tratta di un carcinoma uroteliale, una neoplasia che spesso viene scoperta casualmente. I sintomi di questa patologia sono spesso sfumati all’esordio e anche la comparsa di sangue nelle urine può manifestarsi in modo intermittente. Tuttavia, quando si verifica, è fondamentale consultare subito il medico di famiglia per sottoporsi ad accertamenti.

 

«In Italia ogni anno – dichiara Cinzia Ortega, direttore dell’Oncologia, Asl Cuneo2, Alba-Bra – si registrano circa 30mila nuovi casi di tumore vescicale. Tra i fattori predisponenti possiamo citare il fumo di sigaretta e l’esposizione a sostanze chimiche tossiche di origine industriale come i coloranti e solventi».

 

È importante riconoscere tempestivamente un eventuale tumore della vescica. Oggi sono disponibili diverse opzioni terapeutiche, le decisioni vanno prese in ambito multidisciplinare. «Anche per la malattia avanzata o metastatica – spiega la specialista – sono state messe a punto terapie che possono aumentare l’aspettativa di vita. La cosa importante è definire strategie terapeutiche integrate con terapie in combinazione o in sequenza, che tengano conto della tipologia di paziente e della sua progressione di malattia».

 

Riconoscere un eventuale tumore della vescica è di vitale importanza per aumentare le possibilità di successo delle terapie. È fondamentale definire strategie di cura integrate, che tengano conto delle caratteristiche del paziente e dell’evoluzione della malattia. Solo attraverso un approccio basato sulla collaborazione tra medici e ricercatori si potranno ottenere progressi significativi nella battaglia contro il cancro della vescica.