Realtà virtuale contro l’anoressia
Il progetto contro i disturbi alimentari avviato all’ospedale Bellaria di Bologna con l’assocazione “Bimbo Tu“
La realtà virtuale entra in ospedale per contribuire alla cura dei disturbi alimentari come l’anoressia e la bulimia. Antonia Parmeggiani, neuropsichiatra infantile, responsabile del Centro regionale per i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione dell’età evolutiva dell’Istituto delle Scienze neurologiche di Bologna, utilizzerà la realtà virtuale per supportare i percorsi di cura dei suoi giovani pazienti presso l’ospedale Bellaria di Bologna.
Professoressa Parmeggiani, come opera il suo Centro?
«Nel nostro Centro regionale è attivo un percorso diagnostico terapeutico per la presa in carico dei disturbi alimentari dei pazienti in età evolutiva (0-18 anni) e per il supporto alle loro famiglie. L’approccio è multidisciplinare, cioè significa che mettiamo in campo una grande collaborazione tra i vari specialisti: il medico lavora gomito a gomito con lo psicologo, lo psicoterapeuta, il nutrizionista, il dietista e così via. Ma il lavoro non sarebbe completo se non si considerasse anche la famiglia. Quindi abbiamo psicoterapeuti che si occupano del giovane, ma anche dedicati ai genitori».
E poi avete pensato alla realtà virtuale. Ce lo spiega?
«Insieme all’associazione di volontariato “Bimbo Tu“ stiamo organizzando il progetto “Riguardati“. Si tratta di una nuova iniziativa che affianca l’impiego della realtà virtuale alle cure tradizionali per intervenire direttamente sulle paura del paziente con disturbo alimentare che in età evolutiva ha una distorta percezione del suo corpo».
Quindi, una terapia aggiuntiva contro l’ansia e le paure?
«Certo. I giovani pazienti manifestano spesso una percezione alterata delle forme e del peso del corpo. Studi recenti hanno dimostrato miglioramenti dei sintomi quando si utilizza la realtà virtuale per combattere i disturbi dell’immagine e la paura di ingrassare o aumentare di peso».
Nella pratica come operate?
«Utilizziamo un avatar per mostrare all’adolescente le forme del corpo e le sue possibili variazioni in funzione del peso. Solitamente il percorso prevede una seduta alla settimana per un mese. Questo tipo di presa in carico può risultare particolarmente efficace nei casi di anoressia e bulimia nervosa».
Quali consigli per i genitori?
«Oggi l’influenza dei social sul comportamento può essere molto dannosa. Attenzione ai campanelli d’allarme. Per esempio, un repentino cambio di dieta, la propensione alla solitudine, l’abuso di lassativi, la corsa in bagno dopo i pasti. Dobbiamo osservare il comportamento dei nostri figli e ascoltarli, senza mai abbassare la guardia».