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Il microinfusore semplifica la vita

Sensori sottopelle, microaghi, intelligenza artificiale. Ecco come la tecnologia aiuta chi soffre di diabete

31/10/2021 - di Maurizio Maria Fossati

Milano Fashion Week 2021: la modella diciannovenne Lila Moss, figlia di Kate Moss, sfila per Versace con un sensore per la glicemia sulla coscia (foto qui sopra). Mostra così con fierezza la sua scelta di tenere sotto controllo il diabete di tipo 1. Sierra Sandison, anche lei diabetica, dal 2014 sfila disinvolta in passerella con un microinfusore di insulina ben visibile sul corpo. Diventa Miss Idaho ed entra tra le Top 16 di Miss America 2015. Due esempi incoraggianti per tante persone con il diabete tipo 1. Vere e proprie battaglie vinte contro i pregiudizi. Sì, vivere serenamente, dedicandosi senza problemi alle proprie attività oggi è possibile anche a chi ha il diabete di tipo 1. Oggi disponiamo di sistemi elettronici miniaturizzati e automatizzati per la corretta infusione di insulina in tutto l’arco delle 24 ore.

 

Solitamente diagnosticato nell’infanzia, il diabete di tipo 1 dipende dall’anomalo comportamento del sistema immunitario che rende il pancreas ’incapace’ di produrre insulina, un ormone necessario per regolare i livelli di glucosio nel sangue (glicemia). A tutt’oggi non esiste la possibilità di guarire dal diabete di tipo 1. Così il paziente, per evitare le complicanze che la malattia determina a numerosi organi e apparati, deve sottoporsi alla somministrazione quotidiana di insulina mediante iniezioni sottocutanee o utilizzando un microinfusore.

 

Non è facile stabilire il giusto livello di insulina da somministrare perché il bisogno dipende dall’alimentazione, ma anche dallo stile di vita, dall’attività fisica e dallo stress. Ma i moderni apparati dotati di sonda collegata a un microinfusore ci riescono bene, anzi benissimo, perché lavorano misurando i parametri del sangue ogni pochi minuti, ma anche la loro dinamica cioè la tendenza delle variazioni. Questi dispositivi automatici riescono così a stabilizzare l’andamento glicemico h24, mantenendo la glicemia del paziente all’interno della fascia dei valori ottimali sia di giorno che di notte.

 

Sono sistemi automatici, dotati di un sensore sonda sottopelle che “dialoga” con un microinfusore per la somministrazione di insulina. Il minicomputer usa applicazioni di intelligenza artificiale che permettono di analizzare l’andamento della glicemia e di compensarla automaticamente sia con la somministrazione basale, sia con “boli” per la correzione dei rialzi glicemici. Sono apparecchi portatili, delle dimensioni di un piccolo cellulare. Il serbatoio per l’insulina offre più giorni di autonomia e l’infusione avviene attraverso un tubicino che termina con un minuscolo ago da inserire sotto la cute dell’addome o, a scelta, di altre parti del corpo. In definitiva è come se il paziente avesse inserito il pilota automatico per la gestione della sua terapia.
Ma non solo. Tramite bluetooth, il paziente può vedere in tempo reale l’andamento della sua glicemia sullo smartphone, ricevendo notifiche di eventuali variazioni verso situazioni iperglicemiche o ipoglicemiche e delle relative correzioni automatiche che il sistema ha messo in atto. Tutti i dati, inoltre, possono essere condivisi automaticamente con i caregiver e i medici curanti.

 

L’attività fisica può offrire giovamento a chi ha problemi di glicemia

 

Sport e diabete, il mix che fa bene all’autostima

 

E anche l’immersione con le bombole non è più un tabu, grazie a protocolli scientifici precisi

 

Sport e diabete? Certamente sì. Basta con tabù e divieti assoluti. L’attività sportiva può offrire giovamento anche a chi ha problemi glicemici, lo affermano gli studi più recenti. Ma non solo. Oggi è accertato che anche le persone con malattia diabetica di tipo 1 possono dedicarsi, in sicurezza, all’immersione subacquea con le bombole. «Praticare gli sport subacquei fa bene al corpo e alla mente – afferma Valentina Visconti, presidente di ‘Diabete Sommerso’ Onlus –. Per i pazienti diabetici, l’impegno sportivo contribuisce ad accrescere il controllo consapevole della malattia, con ricadute utili anche per la vita quotidiana. Certo, c’è un protocollo tecnico-scientifico da seguire, ma questo permette al diabetico di godere appieno delle splendide emozioni che può offrire l’esplorazione subacquea. Il Sesto continente è meraviglioso e immergersi seguendo delle regole che ti permettono di fare sport in sicurezza aumenta l’autostima».

 

Anche quest’anno, come di consueto a metà ottobre, ‘Diabete Sommerso’ Onlus ha organizzato un corso specializzato di una settimana a Favignana per portare sott’acqua una trentina di sportivi diabetici di tipo 1, familiari e amici.