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Rosso nelle urine, controlla la vescica. Test e campagna salvavita

Tracce di sangue campanello d'allarme del carcinoma uroteliale, un tumore vescicale. Prevenzione filo conduttore della campagna SiUro - Astellas

19/05/2022
esame delle urine, test, vescica

Non perdere tempo di fronte a un campanello d’allarme come una traccia di sangue nelle urine, al minimo sospetto è bene rivolgersi subito a un medico per una diagnosi differenziale che comprenda anche un check dello stato di salute della vescica. Questo il filo conduttore della campagna Fermati al rosso. “Questa iniziativa – ha detto Edoardo Forini, presidente dell’associazione PaLINUro – è stata fortemente voluta da noi come associazione di pazienti, perché si esprime con le emozioni. Racconta quello che succede quando una persona si sveglia una mattina e scopre di avere tracce di sangue nelle urine. Questo è il sintomo più importante che deve mettere in guardia”.

 

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“La diagnosi precoce – commenta Giario Conti, segretario nazionale della Società Italiana di Uro-Oncologia SIUrO – è fondamentale per affrontare i problemi della vescica”.  In media il 21% dei pazienti con iniziale tumore della vescica scopre la malattia durante controlli per altri problemi di salute. Solo il 37% ottiene la diagnosi perché colpito da sintomi evidenti come l’ematuria: presenza di sangue nelle urine. Il 24% invece individua la neoplasia dopo esami svolti su consiglio del medico di famiglia. Sono questi alcuni dati contenuti in un sondaggio on line svolto tra 347 pazienti consultati da Siuro.

 

La presentazione dell’indagine e della campagna si sono tenute nei giorni scorsi, durante un webinar a Milano. Era questo il secondo di una serie di talk show on line che rientrano nel progetto promosso da Astellas: una volta al mese gli esperti dell’urologia affrontano a 360 gradi tutti gli aspetti (prevenzione, terapie, impatto sulla vita quotidiana, difficoltà burocratico-amministrative, riabilitazione).

 

Il carcinoma alla vescica colpisce ogni anno oltre 25 mila uomini e donne nel nostro Paese, ha affermato Renzo Colombo, vicepresidente SiUro. La diagnosi precoce è ancora difficile in quanto non sono possibili screening di massa su ampie fasce della popolazione. Vanno svolti esami specifici solo per alcune categorie di professionisti che lavorano a stretto contatto con particolari agenti chimici.

 

La campagna prevede anche uno spot del regista Fabrizio Mari, che racconta il momento in cui si deve vincere la paura e darsi una mossa. La ricerca non si ferma. “Da parte della nostra azienda – ci ha spiegato Giuseppe Maduri, amministratore delegato di Astellas Pharma Italia – l’impegno è sostanziale: creare di aiutare il paziente, ma allo stesso tempo cercare di sviluppare farmaci innovativi in grado di cambiare il decorso della malattia, nella fattispecie il tumore della vescica. Perché sempre di più oggi, nell’ambito oncologico e in particolare nel carcinoma uroteliale è importante essere focalizzati e mirati per gestire al meglio la patologia”. E, come sempre più spesso accade, una maggiore consapevolezza e informazione sulle patologia è il primo passo verso la cura.

 

Alessandro Malpelo