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Dolore cronico, vera emergenza

Il rapporto dell’Iss analizza incidenza per età, sesso, distribuzione geografica e origine della patologia

18/03/2024

Oltre 10 milioni di adulti, in Italia, soffrono di dolore cronico. La stima, la prima validata a livello nazionale, è contenuta nel Rapporto Istisan ‘’Dolore cronico in Italia e suoi correlati psicosociali’’, pubblicato dall’Istituto superiore di sanità. L’indagine ha coinvolto oltre 44.000 partecipanti, di cui circa 38.800 hanno risposto al breve questionario sul dolore cronico, inserito, appunto, nell’Indagine europea sulla salute condotta dall’Istat. Dai risultati emerge che il dolore cronico affligge circa 4 milioni di uomini e quasi 6 milioni e mezzo di donne ed è presente nell’8% della popolazione di 18-44 anni, con un aumento al 21,3% tra i 45-54enni, al 35% tra i cosiddetti ‘’giovani anziani’’ (65-74enni), fino a raggiungere il 50% negli ultra-ottantacinquenni.

 

Si confermano le diseguaglianze di genere: il divario nelle stime di prevalenza tra maschi e femmine inizia infatti già all’età di 35 anni, e va man mano ampliandosi a sfavore del sesso femminile, con percentuali superiori di oltre 15 punti tra gli anziani (65 anni e più). Nel complesso, il 60% delle persone adulte con dolore cronico in Italia è donna. La diffusione sul territorio è variabile, con uno svantaggio più evidente nel Mezzogiorno per gli individui di 65 anni e oltre. Le cause che possono essere all’origine, o sono comunque sottostanti all’instaurarsi della cronicità del dolore, includono: una malattia primaria, già diagnosticata, abitualmente correlata ad uno stato di dolore (52%), un trauma (21%), un intervento chirurgico (7%), un tumore (3%).

 

Esiste una quota, non irrilevante, di persone con dolore cronico che non ha ancora una chiara diagnosi di malattia, il 13%, e che riporta intensità elevate o molto elevate di dolore nel 23% dei casi. Sul versante della salute mentale, ben il 13% di quanti soffrono di dolore cronico presenta sintomi depressivi da moderati a gravi rispetto a meno del 2% nella popolazione non colpita. Esiste una condizione di co-morbidità tra dolore cronico e depressione – evidenzia l’Iss – a sfavore delle persone di sesso femminile e delle persone con un più basso livello di istruzione.

 

«Lo studio – sottolineano gli autori – colma un vuoto conoscitivo. L’alta prevalenza del dolore cronico nella popolazione adulta e le altre stime presentate nel Rapporto, riferite, ad esempio, a comorbidità, salute mentale, ruolo dei fattori sociodemografici o impatto del dolore cronico sull’attività lavorativa e sulla disabilità, offrono un quadro epidemiologico prezioso per l’individuazione dei bisogni di diagnosi, cura e riabilitazione, per la definizione di modelli di prevenzione e, non ultima, la definizione di piani di sostegno socioassistenziale».