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Cure mirate sulle mutazioni per le neoplasie dei polmoni

Le nuove terapie pre e post operatorie rappresentano una svolta nei trattamenti dell’apparato respiratorio

19/06/2023

Il tumore al polmone è una delle neoplasie più diffuse e temute in tutto il mondo, il meeting dell’Asco, a Chicago ha fatto il punto sulle ultime ricerche in materia: riflettori puntati su pembrolizumab e osimertinib. L’immunoterapico pembrolizumab è stato testato come regime perioperatorio, ovvero prima e dopo l’intervento chirurgico, nei pazienti con tumore del polmone in stadio precoce. Secondo Federico Cappuzzo dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, più della metà dei pazienti che hanno subito un intervento chirurgico per il cancro al polmone negli stati meno avanzati va incontro comunque a recidiva, l’inquilino molesto si ripresenta, e il regime con pembrolizumab è in grado di ridurre significativamente il rischio di recidiva, e di progressione, rispetto alla chemioterapia preoperatoria.

 

Inoltre, il trattamento è stato efficace anche nel carcinoma squamoso del polmone, maggiormente difficile da trattare. Dati interessanti arrivano anche da uno studio che ha indagato pembrolizumab in combinazione con la chemioterapia con platino e pemetrexed come trattamento di prima linea per i pazienti con mesotelioma pleurico avanzato o metastatico inoperabile. I dati dimostrano che tale approccio prolunga la sopravvivenza. L’esposizione all’amianto è il principale fattore di rischio per il mesotelioma della pleura, tessuto di rivestimento dei polmoni che consente la normale dinamica degli atti respiratori nella gabbia toracica.

 

Per quanto riguarda osimertinib, gli studi dimostrano che questa terapia ha più che dimezzato gli indicatori di letalità nel carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio precoce che presenta la mutazione EGFR. La terapia, effettuata dopo l’intervento chirurgico, ha consentito un miglioramento rilevante della sopravvivenza, con l’88% dei pazienti ancora vivi a cinque anni. Secondo Filippo de Marinis, dell’Istituto Europeo di Oncologia IEO di Milano, la rilevanza dei dati raccolti è sorprendente. La disponibilità di osimertinib rende ora necessario eseguire in tutti i pazienti operati l’esame molecolare per verificare la presenza della mutazione del gene EGFR, per individuare i pazienti candidabili a questa terapia mirata. In generale, i risultati presentati all’Asco di Chicago segnano una svolta nel trattamento delle neoplasie dell’apparato respiratorio e offrono nuove speranze per la cura del cancro al polmone.

 

 

Carcinoma renale, Lo stile di vita fa la differenza

 

In Italia, le persone che sopravvivono dopo la diagnosi di tumore al rene sono aumentate del 15% in cinque anni. La campagna di sensibilizzazione Aiom-Anture, presentata all’Asco, ha messo in risalto i progressi della ricerca in chirurgia, nella medicina di precisione e nell’immunoterapia. Considerate tutte insieme, queste risorse stanno rivoluzionando la pratica clinica con un tangibile incremento della sopravvivenza anche nei casi di malattia avanzata. L’obiettivo oggi è quello di cronicizzare il carcinoma renale avanzato, garantendo una buona qualità di vita. L’attività fisica e la dieta equilibrata, comportamenti che abbattono il rischio di sviluppare il tumore del rene, si rivelano utili anche in presenza di malattia conclamata.