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Così la ’pillola blu’ ha cambiato la sessualità

L’urologo Giuseppe Martorana ripercorre in un libro l’evoluzione dell’approccio alle disfunzioni erettili e riproduttive

19/02/2024 - di Monica Raschi
Crediti ISTOCKPHOTO - L’equilibrio della flora intestinale migliora la vita intima

Come sono cambiate le abitudini sessuali degli italiani dal dopoguerra a oggi. Giuseppe Martorana (foto sotto) professore emerito di Urologia dell’Università di Bologna nel suo libro ’Da una pillola all’altra’ ripercorre quella che è una vera e propria evoluzione clinico-sociale della sessualità, non tralasciando un affresco su musica, cinema, costume.

 

Martorana

 

Come nasce l’idea di questo libro?

«Una decina di anni fa, nell’ambito delle lezioni rivolte ai medici in formazione della Scuola di specializzazione in Urologia, avevo discusso di quanto i farmaci per la disfunzione erettile, avessero cambiato le abitudini sessuali nella nostra società, specie nella fascia over 50-60. A fine lezione uno degli allievi mi suggerì di trasformare quello che era stato detto durante, appunto, la lezione in uno scritto».

 

Che ruolo ha avuto la figura dell’urologo in questa evoluzione?

«L’urologo è stato testimonial dei progressi legati alla sessualità dal dopoguerra ad oggi. Se negli anni 70, l’intervento di questo specialista nella sfera sessuale era limitato alla cura delle malattie veneree, agli inizi degli anni 80, quando caddero alcuni tabù, l’urologo è stato protagonista nel risolvere i principali problemi sessuali di cui il maschio era affetto. Primo fra tutti l’impotenza (che non fu più considerata un’onta ma una patologia da curare) e la sterilità di coppia (di cui fin a quel momento l’unica responsabile era sempre e solo la donna). Sino ad arrivare agli inizi degli anni 2000, quando, con la scoperta del Viagra».

 

Professore, oltre alle tematiche specialistiche, lei affronta anche temi di tipo sociologico/sessuologico. Da quale punto di vista?

«Non sono un sociologo né tanto meno un sessuologo, ma semplicemente un urologo che avendo vissuto da vicino l’evoluzione clinica riguardante la sfera sessuale degli ultimi cinquant’anni ha avuto modo di osservare gli epocali cambiamenti della nostra società civile in fatto di abitudini sessuali. Naturalmente senza pretese: solo una passeggiata ’divulgativa’ lungo gli ultimi sessant’anni».

 

Come ha strutturato il testo?

«La prima parte racconta come alla fine della guerra la nostra società era figlia di una cultura ’bigotta e ipocrita. La seconda (dagli anni ‘60 alla fine dei 70) narra il boom economico e quando il progresso farmacologico portò alla scoperta della pillola anticoncezionale da parte di un ricercatore americano, Gregory Pincus, fondamentale per il riscatto della donna. La terza parte coincide con la scoperta del Viagra».

 

A questo proposito, le abitudine degli italiani come sono mutate?

«Adesso c’è molta più disinvoltura e molto meno pudore quindi viene chiesto tranquillamente anche al medico di famiglia. Poi, magari, la persona non va nella farmacia sotto casa, ma un po’ più lontano. Comunque per quello che mi riguarda, ho sempre prescritto questo farmaco a persone che ne avevano realmente bisogno, non a giovani, senza problemi, che volevano solo migliorare la performance».

 

La persona più anziana alla quale l’ha prescritto?

«Mi è stato chiesto anche da chi aveva oltre 80 anni».

 

Dove si può trovare il suo libro?

«È disponibile on line e anche in libreria».