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Collo da cigno, le risorse della cosmesi

Le maratone di lavoro al computer allentano il tono muscolare. Laser, creme, radiofrequenze e botulino contro i segni del tempo

19/09/2021 - di Alessandro Malpelo

Il sogno di un collo da cigno, esaltato fino allo spasimo negli indimenticabili ritratti di Amedeo Modigliani, deve fare i conti con la realtà ineluttabile. L’anatomia da questo punto di vista è implacabile, e spesso a questo livello i segni del tempo possono comparire più precocemente rispetto agli altri distretti corporei. Esistono diverse tipologie di invecchiamento del collo: le cosiddette collane di Venere, le tipologie definite collo ‘da tartaruga’ o ‘da tacchino’, il collo tecnico (da webinar o da scrivania).

 

Le ‘collane di Venere’ possono insorgere già durante l’età fertile della donna, e di solito vengono ereditate, sono quelle linee sul collo che, di solito, hanno anche mamma e nonna. L’invecchiamento vero e proprio, invece, è dovuto alla combinazione di più fattori: età, accumulo di grasso locale e rilassamento dei tessuti. Colpisce soprattutto gli uomini e già prima dei 40 anni. La novità è invece il “collo tecnico“ da webinar, un fenomeno che sta crescendo a dismisura legato soprattutto alle forzature del Covid-19, l’incremento del numero di ore che ci tengono incollati davanti alla scrivania o con lo sguardo fisso rivolto sul display dei dispositivi mobili. «La postura sbagliata ha inciso moltissimo sul collo – spiega la professoressa Carla Scesa, docente di Cosmetologia all’Università di Siena – dando vita a questo fenomeno. La prevenzione è fondamentale soprattutto in una zona delicatissima del nostro corpo. Bisogna, infatti, curare il collo da subito.

 

 

L’ideale sarebbe allungare sul collo la crema idratante che si mette sul viso e per le donne anche sul décolleté. Con il passare degli anni, bisogna passare ai trattamenti specifici con creme e le maschere che applicate localmente aiutano a prevenire l’invecchiamento. In cosmesi, tra i metodi di prevenzione efficace da annoverare c’è sicuramente l’attenzione alle linee di massaggio per il collo (dall’interno verso l’esterno e dal basso verso l’alto) e la pulizia dell’area collo con prodotti altamente specifici, ben tollerati». Ma a volte c’è bisogno di un trattamento più energico per ritrovare un collo da cigno, e contrastare il collo da ‘tacchino’ o da ‘tartaruga’, regalo degli anni che passano. «Per contrastare le due corde verticali (dovute alla contrazione del muscolo platisma) che si formano nella parte centrale del collo, conferendo un aspetto teso e ansioso – spiega la dottoressa Loredana Cavalieri, chirurgo plastico e docente alla Scuola internazionale di medicina estetica – si può ricorrere all’infiltrazione di minime unità di tossina botulinica lungo le cosiddette bande platismatiche, per indurne il rilasciamento. Un’altra metodica, introdotta di recente anche per il collo, è il cosiddetto Endolift, un raggio laser a diodi, emesso dalla punta sottilissima di una fibra ottica che viene inserita nel derma superficiale, subito sotto la superficie cutanea.

 

Questa metodica sfrutta l’effetto termico del laser per creare una lieve retrazione del derma (effetto tiraggio) che crea un lifting dall’interno, stimolando allo stesso tempo la produzione di collagene da parte dei fibroblasti. L’effetto Endolift si manifesta a partire da un mese dopo il trattamento e si mantiene per un anno come minimo». «Quando parliamo del collo – ha commentato Emanuele Bartoletti, presidente Sime, in occasione del congresso annuale della Società italiana di medicina estetica – è sempre il caso di ricordare, durante l’esposizione ai raggi del sole, l’importanza di applicare filtri solari con elevato grado di protezione. Oggi possiamo ottenere buoni risultati con terapie mirate come peeling, radiofrequenza, filler, biostimolazione, laser endodermici, ma la cosmesi e la prevenzione rimangono capitoli importantissimi».

 

INESTETISMI DELL’ARTO SUPERIORE

Rimediare alle braccia con «ali da pipistrello»

Ginnastica e protocolli di ringiovanimento

 

 

Gli inestetismi dovuti agli squilibri endocrini, alle diete drastiche o ai processi di invecchiamento cutaneo possono colpire le braccia. Si parla in questi casi di lassità cutanea, complici l’età, un repentino dimagramento, perdita della tonicità muscolare, fino alla comparsa di pliche che conferiscono alla pelle un aspetto cascante. Le braccia con le cosiddette «ali da pipistrello» possono giovarsi di un’alimentazione ricca di frutta e verdura, con funzione reidratante, un’attività fisica guidata (esercizi anche a casa), consulenza nutrizionale. «Ecco perché – avverte la dottoressa Alessia Pini, medico toscano formato in medicina estetica e scienze tricologiche – si prescrivono massaggi connettivali, terapia combinata con biostimolazione senza aghi associata a carbossiterapia per i più giovani, protocolli con fili bio-stimolanti».

 

Parliamo di trattamenti accessibili personalizzabili in base alla variabilità individuale, e in media le sedute possono protrarsi per 12 mesi. «Tantissimi gli inestetismi a carico delle braccia – afferma Emanuele Bartoletti, presidente della Società italiana di medicina estetica, SIME – quelli più marcati possono essere migliorati chirurgicamente. Le terapie medico estetiche più efficaci includono le infiltrazioni con sostanze bio-ristrutturanti come l’acido polilattico o l’idrossiapatite di calcio e le tecniche di “endolift“ oppure la radiofrequnza endodermica, capaci di un ricompattamento importante dei tessuti».