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C’è un neo sospetto da togliere, niente paura

Melanoma cutaneo e carcinoma squamocellulare possono essere trattati efficacemente con interventi conservativi e immunoterapia

23/01/2022 - di Alessandro Malpelo

I tumori della pelle possono presentarsi a qualsiasi età. Chirurgia, radioterapia, chemio e immunoterapia sono i capisaldi della cura. Nonostante i progressi, il melanoma ancora oggi è il tumore della pelle più aggressivo e più frequente nelle persone sotto i 50 anni. Ultimamente gli italiani hanno trascurato la prevenzione (indagine Doxapharma). Nei mesi della pandemia l’80% degli intervistati dichiarava di ritenere poco o per nulla importante fissare una visita per la mappatura dei nevi.

 

Soluzioni estetiche

La chirurgia plastica nel trattamento del melanoma, ha un duplice ruolo: rimuovere il tessuto patologico e ripristinare l’estetica. Ovviamente la strategia operatoria cambia a seconda dello spessore da asportare, e della regione colpita: il volto è la parte più delicata. Le soluzioni estetiche sono svariate, oggi il chirurgo può utilizzare materiali sostitutivi (lamine di acido ialuronico o collagene), innesti cutanei (con pelle prelevata dal paziente) e lembi di tessuto (derma, epidermide).

 

Approccio multidisciplinare

«In Italia – afferma Ignazio Stanganelli, presidente IMI, Intergruppo melanoma italiano, direttore Skin Cancer Unit dell’Istituto Tumori della Romagna – il melanoma è il secondo tumore più frequente negli uomini under 50 e il terzo nelle donne in questa fascia d’età. Si impone la stretta collaborazione tra dermatologo, oncologo, chirurgo, radioterapista, genetista e biologo molecolare. Le raccomandazioni scaturite dal nostro recente convegno si possono così riassumere: screening approfondito, visite specialistiche entro 30 giorni dal sospetto, utilizzo costante del dermatoscopio, interventi chirurgici e refertazione istologica tempestivi, comunicazione medico-paziente adeguata, utilizzo del test molecolare BRAF, approccio multidisciplinare alle cure e follow up».

 

«La chirurgia – sottolinea da parte sua Paola Queirolo, Istituto Europeo di Oncologia IEO di Milano – è il trattamento di elezione per il melanoma negli stadi iniziali. Con l’arrivo dell’immuno-oncologia e delle terapie a bersaglio molecolare l’approccio alla malattia avanzata è cambiato radicalmente. Uno step fondamentale nel melanoma avanzato è la ricerca delle mutazioni. Nel 40-50% dei casi infatti è presente un’alterazione del gene BRAF, un test molecolare riesce a identificare i pazienti che possono beneficiare della combinazione di terapie mirate».

 

Carcinoma squamocellulare

Un altro tumore cutaneo, secondo per diffusione solo al melanoma, è il carcinoma squamo cellulare. Può localizzarsi ovunque sul corpo, più spesso sulle aree direttamente esposte agli ultravioletti. «La gran parte delle lesioni invasive è curabile con interventi chirurgici anche limitati e conservativi – ha dichiarato Pierfranco Conte, coordinatore della Rete Oncologica Veneta, in un recente congresso organizzato da Motore Sanità – solamente quei pochi casi che progrediscono hanno bisogno di un approccio multidisciplinare. Per questo abbiamo molte armi: la chirurgia dermatologica, la chirurgia estetica-ricostruttiva, la radioterapia, e la farmacologia come ultima risorsa».

 

«È importante la centralità del malato, ai fini della diagnosi precoce e nel percorso di cura», ha concluso Giovanna Niero, ex paziente e presidente AIMaMe (Associazione italiana malati di melanoma e NMSC – non-melanoma skin cancer). «La medicina, in questo caso l’immunoterapia, ha fatto enormi progressi e oggi possiamo dire che la malattia è affrontabile e curabile, ma va presa in tempo».