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Artrosi o artrite? Come distinguere il tipo di dolore

La prima è legata all’usura delle articolazioni, la seconda ha le caratteristiche del processo infiammatorio tradizionale

28/11/2021 - di Roberto Baldi

Quel “dolore qui” è spesso ascrivibile alle malattie reumatiche, una varietà di oltre 150 esemplari in cui si finisce spesso col confondere le due cause fondamentali che sono artrite e artrosi. Nel linguaggio comune non si fa molta differenza fra le due patologie che interessano le articolazioni e hanno in comune limitazione dei movimenti articolari, dolore e rigidità. Nella realtà di tratta di malattie con caratteristiche diverse che riguardano prima di tutto la natura e l’età dei soggetti colpiti: l’artrite è una patologia infiammatoria cronica di origine autoimmune che può svilupparsi in soggetti di ogni età, talvolta anche nei bambini, mentre l’artrosi è una malattia degenerativa che insorge soprattutto dopo i 50 anni.

 

L’artrite ha le caratteristiche del processo infiammatorio tradizionale con arrossamento, calore, rigonfiamento delle articolazioni, dolore (rubor, calor, tumor, dolor dicevano i latini). Sono diversi i tipi di artrite fra cui la reumatoide, la gotta, le malattie del connettivo quali il lupus eritematoso sistemico. La più famosa è la reumatoide che interessa soprattutto la membrana avvolgente le articolazioni (sinovia).

 

L’artrosi è legata all’usura dell’articolazione con sintomatologia di lunga durata, protratta generalmente per molti anni e peggiora in seguito a intense sollecitazioni a carico dell’articolazione.  Fra i sintomi più significativi oltre al dolore e la rigidità: la presenza di scrosci e l’instabilità dell’articolazione. L’artrosi interessa soprattutto la colonna vertebrale (cervicale e lombare); le ginocchia e le anche (articolazioni da carico); i piedi, le mani e in particolare il pollice I fattori di rischio sono il sovraccarico articolare (come lo sport ad alto livello), le anomalie articolari e le fratture di ossa nella zona articolare che possono causare l’artrosi post-traumatica. «Le terapie che abbiamo a disposizione, sia quelle farmacologiche e non, unite a una correzione dello stile di vita, possono fare molto per rallentare il progredire di questa patologia – spiega il professor Alberto Migliore, presidente dell’Associazione Nazionale per la Terapia Intra Articolare dell’Anca con Guida Ecografica (ANTIAGE) e consigliere CReI (Collegio Reumatologi Italiani) –. È di gran lunga la causa più importante di dolore e di invalidità».

 

Una parte importante nella prevenzione viene svolta dall’economia articolare ovvero nel risparmio dell’articolazione impegnata nel compiere una determinata attività. Nell’artrosi si può intervenire con farmaci protettori della cartilagine; iniezioni intra-articolari di acido jaluronico; nei momenti di acuzie iniezioni di cortisone, fisioterapia, blandi esercizi fisici e infine, nell’ultimo stadio dell’artrosi, l’intervento chirurgico con la sostituzione dell’articolazione. Nell’artrite: farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) e steroidei, associati a degli immunosoppressori (come ad esempio il Metotrexate) o anche su nuovi farmaci biologici immunomodulatori con degli specifici target molecolari molto in uso negli ultimi anni.