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Botti e petardi: tremila feriti in dieci anni per i fuochi

Invito alla prudenza della Società italiana di medicina ambientale. Traumi e ustioni si sommano all'inquinamento da polveri

29/12/2023

La Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) ha lanciato un allarme riguardo ai botti di Capodanno, che rappresentano un pericolo in quanto si registrano centinaia di accessi al pronto soccorso per traumi e ferite da scoppio di polvere da sparo, con ripercussioni anche sul fronte ecologico.

 

Secondo i dati ufficiali del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, tra il 2012 e il 2023 in Italia si sono registrati 6 morti e 3.220 feriti gravi a causa di petardi e fuochi d’artificio. Ma non sono solo gli esseri umani a subire le conseguenze dei botti, anche gli animali domestici, oltre alla fauna selvatica, risentono del frastuono e sono letteralmente spaventati.

 

Un’altra questione rilevante è l’impatto ambientale, considerato che i botti di Capodanno generano una ricaduta misurabile in termini di inquinamento dell’aria. Durante tutto l’anno, i fuochi d’artificio sono responsabili di circa il 6% delle PM10 presenti nelle città italiane, ma nella sola notte di Capodanno le polveri sottili registrano un incremento abnorme, raggiungendo valori medi su 24 ore quasi tripli rispetto al limite giornaliero normale, fissato a 50 microgrammi per metro cubo, con un picco di 1.000 microgrammi per metro cubo nella prima ora dopo la mezzanotte (un aumento del +1900% rispetto ai valori massimi di legge).

 

“Botti, petardi ed esplodenti, oltre alle polveri sottili, rilasciano in atmosfera diossine, e residui della combustione potenzialmente cancerogeni”, ha affermato Alessandro Miani, presidente SIMA. “Esaminando una singola città di medie dimensioni, i fuochi d’artificio esplosi nella sola notte di Capodanno possono produrre emissioni nocive pari a quelle delle attività annuali di 120 inceneritori di rifiuti. Le sostanze rilasciate in atmosfera possono inoltre ricadere al suolo sotto forma di pioggia acida, inquinando terreni, raccolti, laghi, fiumi e persino falde acquifere”.

 

Gli specialisti della medicina ambientale lanciano un appello ai sindaci di tutta Italia affinché, in vista della notte di Capodanno, introducano ordinanze anti-botti che, oltre a salvare vite umane e tutelare gli animali, eviterebbero effetti devastanti sulla qualità dell’aria, con benefici per la salute pubblica. “È importante tenere presente anche l’ingente quantità di rifiuti prodotti, che è sotto i nostri occhi ogni primo dell’anno”, aggiunge il professor Miani. Secondo una stima conservativa di SIMA, circa 60.000 involucri di botti e fuochi esplosi la notte di Capodanno rimangono nelle strade e nelle piazze delle città italiane, fino a 6 tonnellate di rifiuti lasciati a terra. Questi rifiuti sono difficili da differenziare, poiché sono composti per il 70% da cartone, plastica, legno o argilla e il restante 30% da polvere pirotecnica, principalmente nitrato di potassio, zolfo, carbone e metalli pesanti come il magnesio e il rame.

 

È quindi necessario lanciare un invito alla moderazione legato alla tradizione dei botti di Capodanno, considerando gli evidenti rischi per la salute e l’ambiente. È importante promuovere pratiche più sostenibili e sicure per festeggiare l’arrivo del nuovo anno, privilegiando spettacoli pirotecnici organizzati dagli enti locali e utilizzando prodotti che rispettino i criteri di sicurezza e sostenibilità, riducendo così l’impatto negativo su persone, animali e ambiente.