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Baci e abbracci. La rivincita degli affetti nelle festività

Lo studio dell'Imperial College sulle reazioni a coccole e carezze: effetto antidepressivo

27/12/2023

I periodi di festa segnano con la rivincita degli affetti. Dunque è tempo di baci, abbracci e altre forme di intimità pelle a pelle. Le coccole possono stimolare la produzione di endorfine, sostanze chimiche del cervello associate alla sensazione di felicità, calma e soddisfazione. Il contatto fisico, inoltre, tende a ridurre lo stress e l’ansia e può contribuire a creare una connessione emotiva tra le persone, rafforzando i legami affettivi. Tutta e solo una questione epidermica, fatta di lievi tocchi, leggere pressioni e sfioramenti? Non proprio. O almeno, uno studio condotto dai ricercatori dell’Imperial College di Londra, pubblicato su Science Advances, suggerisce qualcosa in più. La loro analisi, infatti, ha indagato come i recettori sensibili al tatto reagiscono alle carezze con un chiaro effetto antidepressivo, in grado di riequilibrare il tono dell’umore e scacciare la tristezza.

 

Organi di senso

Gli scienziati dell’Imperial College della capitale inglese hanno misurato le reazioni in corrispondenza dei follicoli piliferi opportunamente stimolati, qui hanno notato l’attivazione delle cellule adiacenti e hanno evidenziato le modalità di comunicazione con i neuroni sensoriali circostanti. Dall’analisi è emerso che, tramite questi contatti, venivano rilasciati neurotrasmettitori come la serotonina e l’istamina. Dunque si generavano effetti diversi sia nel sistema nervoso che nel cervello, con conseguenze sul piano fisico e su quello emotivo. Nello specifico, la serotonina è associata alla regolazione dell’umore, è coinvolta nella regolazione del sonno e può influenzare l’appetito. A livello emotivo, può favorire un senso generale di benessere e contentezza, tanto da essere conosciuta anche come il neurotrasmettitore della felicità. L’istamina, dal canto suo, è coinvolta nella risposta immunitaria del corpo. Viene rilasciata durante le reazioni allergiche e contribuisce ai sintomi comuni delle allergie, come prurito, gonfiore e aumento della produzione di muco. Questa sostanza, inoltre, gioca un ruolo nella regolazione dell’acidità gastrica. Un eccesso di istamina, invece, può portare a irritabilità e ansia.

 

Ricerca sull’eczema

Fino ad ora si riteneva che soltanto le terminazioni nervose presenti nella pelle e al massimo in quelle intorno ai follicoli piliferi potessero trasmettere tale sensazione. Il processo di sequenziamento dell’RNA analizzato dagli studiosi di Londra ha permesso loro di scoprire che le cellule situate in una parte del follicolo pilifero, nota come guaina radicale esterna (ORS), presentavano una percentuale maggiore di recettori sensibili al tatto rispetto alle cellule equivalenti presenti nella pelle. “Il nostro lavoro evidenzia un nuovo ruolo delle cellule cutanee nel rilascio di istamina, con potenziali applicazioni per la ricerca sull’eczema”, ha sottolineato l’autrice di punta della ricerca, la dottoressa Claire Higgins. Lo studio è stato condotto per ora su colture cellulari e dovrà essere replicato su organismi viventi.