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Autostima, tre mosse per vincere le frustrazioni

Aggirare le difficoltà o prenderle di petto? Risponde la psicologa

20/10/2023
Crediti iStock - Il maggior freno al successo è l'auto-sabotaggio

L’ansia, il disagio e il cambiamento sono esperienze che viviamo tutti almeno una volta nella vita, ma non andrebbero considerati di per sé dei nemici. Sai qual è il primo fattore che agisce ci impedisce di realizzare i nostri progetti? È una questione di approccio mentale. Il più delle volte la strategia per favorire l’autostima dipende dal modo in cui si reagisce nelle circostanze avverse, vediamo allora tre comportamenti per vincere le frustrazioni. 

 

Aggiramento psicologico 

Luana Marques, PhD, professore associato di psichiatria presso la Harvard Medical School, fondatrice e direttrice di Community Psychiatry Pride presso il Massachusetts General Hospital ed ex presidente dell’Anxiety and Depression Association of America, ha alle spalle vent’anni di ricerche su questo argomento e ha coniato il concetto di psychological avoidance (si può tradurre in italiano come evasione, ritirata o aggiramento psicologico). In altre parole si allude al tentativo di affrontare un problema assillante, che potrebbe sembrare quasi insormontabile, evitando di prenderlo di petto.

 

Questa tattica consiste nel rispondere a una minaccia con l’indifferenza, rimuovere o dimenticare le difficoltà pensando ad altro, lanciando il cuore oltre l’ostacolo, il che porta sollievo emotivo immediato, ma alla fine presenta il conto, perché prima o poi avremo conseguenze a lungo termine dovute ai conflitti irrisolti, senza rimetterci in discussione.

 

Per condurre una vita appagante, sentirsi realizzati, vincere le frustrazioni, secondo Marques, dobbiamo imparare ad affrontare le paure in modo diretto, senza bypassarle. La professoressa di Harvard indica tre forme principali di evitamento che favoriscono la nostra autostima.  

 

Ritirata 

Se ti trovi faccia a faccia con un leone, il tuo primo istinto potrebbe essere quello di scappare. Nella vita quotidiana, si tende a fuggire in modo più sottile. Per esempio alcuni cercano di mettere a tacere l’ansia bevendo un bicchiere di vino, dandosi malato al lavoro quando c’è un importante progetto o presentazione in programma o rinunciando a un’opportunità lavorativa per cui dovrebbe parlare in pubblico. Per cambiare attitudine, potrebbe essere utile identificare un pensiero o una paura e chiedersi quali dati supportano effettivamente la propria convinzione. “Chiediti anche: cosa direbbero o farebbero i tuoi migliori amici in quel frangente?”, propone Marques. Sono piccoli input che possono aiutare a uscire da una mentalità alla lunga dannosa. 

 

Reazione 

A volte l’ansia e la paura ci spingono a voler avere a tutti i costi l’ultima parola in una discussione o a chiedere continuamente pareri alle persone finché non troviamo un suggerimento che sia in linea con il nostro punto di vista. Magari si è ricevuta una diagnosi dal proprio medico e si passano ore a cercare spiegazioni alternative. In quei casi il primo passo da compiere – dice Marques – è fermarsi un attimo, prendersi una pausa e poi affrontare il disagio anziché tentare di eliminarlo. “Prova a fare alcuni respiri profondi e dai un nome alle sensazioni che avverti nel tuo corpo. Il problema potrebbe essere ancora lì, ma avrai la mente più chiara per affrontarlo”, spiega la professoressa. 

 

Immobilità 

Spesso stiamo male, alle prese con un lavoro che ci esaurisce fisicamente o mentalmente o con una relazione tossica che ci snerva. Intanto, però, stiamo fermi lì dove siamo, ripetendoci che alla fine non è tutto da buttare e che le cose prima o poi miglioreranno. Preferiamo rimanere immobili e in uno stato di attesa in una situazione infelice pur di evitare il cambiamento e quel che comporta. “Identifica ciò che conta veramente per te e compi un piccolo passo ogni giorno per muoverti in quella direzione”, dice l’esperta. “Anche cinque minuti prima di andare al lavoro possono fare tutta la differenza e essere un catalizzatore per la crescita e il successo a lungo termine”.