Venerdì 3 Maggio 2024

Sfattoria degli Ultimi, abbattimento in forse. I gestori: "Dure critiche dagli allevatori"

Il Tar ha sospeso l'abbattimento fino al 18 agosto, poi deciderà se dare avvio all'uccisione die 130 suini e cinghiali che si trovano nella zona rossa di Roma per la peste suina

I gestori davanti della Sfattoria degli Ultimi di Roma

I gestori davanti della Sfattoria degli Ultimi di Roma

Roma, 15 agosto 2022 – Rimane ancora appeso a un filo il destino dei 130 animali della Sfattoria degli Ultimi di Roma. Il Tar ha sospeso l'abbattimento dei cinghiali e dei suini fino a giovedì 18 agosto, poi deciderà se la presenza degli ungolati in Sfattoria possa essere pericolosa per la diffusione della peste suina. Gli ambientalisti hanno chiesto l’intervento del Questore, poi hanno presentato ricorso al Tar contro gli abbattimenti disposti dall’Asl all’interno della zona rossa per la peste suina.

Dura la presa di posizione degli altri allevatori nei confronti della Sfattoria, una realtà solidale che lavora per salvare gli animali dalla macellazione. “Prendiamo atto – spiegano i gestori della Sfattoria – delle considerazioni da parte degli allevatori di suini e cinghiali oggetto di abbattimenti da parte della Asl competente in relazione alla gestione della peste suina. Tuttavia, pur essendo ampiamente solidali con le loro posizioni e con i pregiudizi da loro subiti e che non hanno provveduto a presentare ricorso, stigmatizziamo e per vero non comprendiamo il loro atteggiamento di durezza nei nostri confronti, ben sapendo, come abbiamo più volte dichiarato, che questa che abbiamo appena iniziato è una guerra combattuta in nome di tutti quegli animali e quegli interessi umani (affettivi, economici, sanitari, etc) che sono stati calpestati dalle autorità amministrative sanitarie e non”.

Il Tar si è preso qualche giorni di tempo per acquisire nuovi documenti, il 18 deciderà il da farsi. Intanto è già stata fissata un’udienza per metà settembre. “Per quanto riguarda l’efficacia del decreto numero 5.380 del Tar Lazio – continuano i gestori della Sfattoria – siamo ampiamente consapevoli della sua temporaneità necessitata dalla esigenza del giudice di acquisire documenti comprovanti lo stato di salute degli in animali in questione. Siamo infatti noi stessi a voler tutelare la salute pubblica a tutto tondo”.