Lunedì 20 Maggio 2024

Michelle Causo, trovata una pistola nell’appartamento dell’omicidio di Primavalle

Una scacciacani molto simile a un’arma vera è stata repertata dagli agenti della scientifica durante l’ultimo sopralluogo in via Dusmet. Accertamenti sulle impronte digitali per capire se sia stata impugnata dalla 17enne. Oggi in Regione un minuto di silenzio alla presenza del governatore Francesco Rocca

Michelle Maria Cuauso (nel riquadro) e l'ingresso dell'appartamento di via Dusmet

Michelle Maria Cuauso (nel riquadro) e l'ingresso dell'appartamento di via Dusmet

Roma, 7 luglio 2023 – Una pistola scacciacani sul luogo del delitto di Primavalle. È uno degli indizi scoperti durante l’ultimo sopralluogo nell’appartamento degli orrori, la casa dove la 17enne Michelle Maria Causo è stata uccisa a coltellate da un coetaneo. Ieri, mentre il quartiere si è fermato per i funerali della ragazza, la polizia scientifica ha passato al setaccio l’abitazione di via Giuseppe Dusmet dove l’assassino viveva con la madre.

La casa è sigillata da una settimana ed è stata riaperta per congelare il più possibile la scena del crimine. E lì – tra le tracce di sangue e la casa messa a soqquadro da una colluttazione, forse nel disperato tentativo della vittima di difendersi dalle coltellate – è emerso l’indizio a sorpresa: una pistola scacciacani molto simile ad un’arma vera. Un ritrovamento che potrebbe cambiare il quadro indiziario. Due le domande a cui gli inquirenti stanno cercando di dare risposta: la pistola è stata portata da Michelle per difendersi o era già in casa prima dell’omicidio?

Il killer: “Michelle mi ha minacciato con la pistola”

Secondo alcune indiscrezioni, il 17enne fermato per l’omicidio – e che ora si trova in stato di fermo nel carcere minorile di Casal del Marmo – avrebbe raccontato di essere stato minacciato con quella pistola finta trovata ieri in casa dai poliziotti. Ma gli inquirenti non ci credono. Le parole del minorenne dovranno essere confrontate con l’analisi delle impronte digitali per capire se Michelle abbia davvero impugnato quell’arma che, a quanto pare, sembra proprio una pistola vera.

La lite violenta

La versione del ragazzo ormai è chiara: tra i due sarebbe scoppiato un litigio molto accesso, sfociato poi nell’omicidio. “Mi aveva dato dell'hashish, un paio di canne, e per questo era venuta a casa: voleva 20-30 euro. La discussione è diventata sempre più accesa e io ho poi ho preso il coltello”, ha detto il 17enne durante l’interrogatorio di convalida del fermo.

L’amica: “Debito di 1.500 euro”

La movente del ragazzo non convince, troppo esiguo il debito per giustificare le dieci coltellate inferte sul corpo di Michelle. Una delle migliori amiche della ragazza ha parlato di un presunto debito di 1.500 euro: soldi che il ragazzino avrebbe dovuto restituire. Ma perché quel debito? Una domanda chiave per le indagini, tant’è che la famiglia ha chiesto il silenzio per evitare “ricostruzioni fantasiose” che potrebbero “pregiudicare l'onore e il decoro” di Michelle.

Un minuto di silenzio in Regione

Un minuto di silenzio per ricordare Michelle. Un gesto in onore della vittima voluto dal presidente del Consiglio regionale del Lazio, Antonello Aurigemma, che oggi ha aperto i lavori così i lavori in aula. Sarà una mattina delicata, il consiglio discuterà la proposta di legge che istituisce il Garante regionale per la tutela delle persone con disabilità. Presente in Aula il presidente della regione Lazio, Francesco Rocca.