Lunedì 29 Aprile 2024

Roma, bimbo con due madri. Rete Lenford: "Per l'anagrafe è figlio di un solo genitore"

Respinta la trascrizione dell'atto di nascita integrale del bambino, nato a Parigi e registrato con i nomi delle due madri. A Roma, risulta solo il nome di chi l'ha partorito, penalizzata la madre non biologica

Il Campidoglio di Roma

Il Campidoglio di Roma

Roma, 5 aprile 2022 – Respinta la trascrizione dell’atto di nascita di un bambino con due madri, il Campidoglio non ha accolto la domanda presentata dalle donne, una coppia sposata in Francia. Il neonato è stato partorito oltre confine e registrato all’anagrafe di Parigi con l'indicazione di entrambe le donne come madri del piccolo. Ma, una volta trasferiti a Roma, le mamme si sarebbero viste negare dal Comune la trascrizione integrale dell'atto di nascita del loro figlio.

A denunciare la vicenda è l'avvocato delle due donne e presidente di Rete Lenford, Vincenzo Miri. La coppia, riferisce l’Avvocatura per i diritti Lgbti, è formata da una cittadina italiana e da una cittadina francese: ha avuto un figlio nell'ottobre 2021, nato a Parigi a seguito di procreazione assistita e lì registrato come figlio di entrambe le donne, come previsto dalla legge francese. Quando si è trasferita a Roma, la coppia ha chiesto al sindaco di trascrivere integralmente l'atto di nascita del bambino.

Miri spiega di aver illustrato al Comune che l'attività richiesta dalle due donne “doveva considerarsi non solo pienamente legittima, ma anche dovuta”. Ma l'amministrazione non avrebbe accolto la domanda, “richiamando istruzioni genericamente fornite dal Ministero dell'Interno in tema di trascrizione di atti con genitori dello stesso sesso e trascrivendo parzialmente l'atto di nascita, con l'indicazione della sola mamma che lo ha partorito”, riferisce l'avvocato.

Per lo Stato italiano, quindi, il bambino ha soltanto una mamma. “Restiamo francamente sbigottiti dinanzi alla posizione assunta dal sindaco di Roma”, commenta l’avvocato Vincenzo Miri, che aggiunge: “La decisione del sindaco, che durante la campagna elettorale aveva incontrato le associazioni Lgbti+ e aveva anche garantito la formazione del personale degli Uffici comunali, lascia amareggiati e ancora increduli. Al sindaco è stato semplicemente chiesto di applicare le norme sulla trascrizione di atti esteri, così come interpretate anche dalla Corte costituzionale e dalla Corte di cassazione. Eppure, il Sindaco ha scelto una strada contraria ai diritti fondamentali del bambino, che costringe oggi la coppia a ricorrere in Tribunale e ad affrontarne costi e tempi”.