Martedì 30 Aprile 2024

Quirinale, un solo scrutinio al giorno. E la corsa cambia

Effetto Covid non soltanto sul quorum. Per sanificare, la maggioranza semplice sarà al quarto giorno: più difficile allungare la trattativa

Roberto Fico invierà il 4 gennaio la convocazione per l’elezione del Capo dello Stato

Roberto Fico invierà il 4 gennaio la convocazione per l’elezione del Capo dello Stato

Sono assai poche le certezze o pseudo-certezze sul voto per eleggere il nuovo Capo dello Stato. Insomma, si naviga a vista: certezze non ce n’è. Draghi, per dire, non lo vuole nessuno, tra i grandi partiti, i leader e pure i tanti peones. Escluso dal novero il Mattarella bis e tolto di mezzo Draghi, il solo che poteva aspirare a fare bingo ai primi tre scrutini, quando il quorum è molto alto (maggioranza assoluta), il nuovo Presidente potrebbe uscir fuori dal quarto scrutinio in poi, quando il quorum si abbassa dalla maggioranza dei due terzi (673 voti su 1009) alla maggioranza assoluta (505 voti). Il che, però, dato che si dovrebbe tenere una sola votazione al giorno, e non due, potrebbe condurre i Grandi elettori in un tunnel di sedute lunghe, snervanti, stracolme da ansia da ‘batti-quorum’, bruciando un candidato via l’altro e trascinando il voto del nuovo Capo di Stato per giorni e giorni. In ogni caso, sarebbe un presidente eletto da una parte sola degli schieramenti politici che si fronteggiano (centrodestra, centro, centrosinistra, pattuglione del Misto), i quali dovranno però modulare, al meglio, le alleanze e le convenienze.

Al momento non si sa neppure quando si inizierà a votare. Si sa solo che il presidente della Camera, Fico, manderà la lettera di convocazione il 4 gennaio. Ma dato che la Camera sarà impegnata a votare il decreto Super Green pass, in scadenza, la prima votazione potrebbe iniziare non prima della settimana seguente, cioè dal 24 gennaio.

Poi, dato che le quarantene verranno imposte ai Grandi elettori come ai cittadini normali, se positivi al Covid, i due quorum (che restano fissi) saranno assai più difficile da raggiungere: ad oggi, e a spanne, si stima almeno un 10% di assenti (cioè cento Grandi elettori). Poi, sempre causa rischio Covid, si terrà una votazione sola al giorno, causa obbligo di sanificazione dell’aula (che si porta via almeno tre ore), al contrario della prassi, che di scrutini al giorno ne prevedeva due (anche se la decisione definitiva su questo aspetto non è stata ancora presa). Infine, stabilito che il presidente dell’aula, Roberto Fico, e il suo ufficio di presidenza (4 vicepresidenti, tre questori e dodici, quanti sono oggi, i segretari d’aula, l’unico numero variabile dell’ufficio), è sovrano, sull’andamento dei lavori, quando il Parlamento si riunisce in seduta comune, ecco spuntare altre due para-certezze. Il catafalco, imposto da Scalfaro nel 1992 per garantire la segretezza del voto, non verrà abolito. Quindi, le schede si potranno fotografare, volendo, per quanto la cosa sia, in teoria, vietata. Due, la modalità di lettura dei nomi dei candidati che verranno scelti dai Grandi elettori. Modalità che rispetterà, alla lettera, l’indicazione contenuta nella scheda: ergo, chi scrive "Berlusconi Silvio" e chi scrive "Silvio Berlusconi" o "Berlusconi S", verrà letto, dal presidente dell’aula, in tale modo. Insomma, volendo, il voto sarà riconoscibile.

Infine, ecco l’ultima certezza. La richiesta del costituzionalista e deputato Pd, Stefano Ceccanti, di votare in luoghi attigui ma diversi dall’Aula (altri uffici nello stesso Palazzo o altri Palazzi) non è stata neppure presa in considerazione, da Fico e dagli uffici, ma ove lo fosse sarà un ‘niet’. Si vota solo in Aula e amen, Covid o non Covid.