Mercoledì 8 Maggio 2024

Salvini in Val Susa, offensiva per la Tav

Il leader leghista oggi nel cantiere che per i grillini non esiste. Assist agli industriali

Matteo Salvini a Porta a Porta (Imagoeconomica)

Matteo Salvini a Porta a Porta (Imagoeconomica)

Roma, 1 febbraio 2019 - Per dirla col vicepremier dell’M5S Luigi Di Maio, "è chiaro a tutti che con la Lega sulla Tav ci sono differenze di vedute". Radicali, in effetti. Per sbloccare l’impasse il vicepremier leghista Matteo Salvini ha deciso una doppia mossa: andare oggi nel cantiere di Chiomonte (un assist agli industriali dopo il monito di mercoledì) e aprire a una ridiscussione dell’opera, ‘asciugandola’ nelle opere accessorie ma salvandone l’essenza, leggi il tunnel di base del Moncenisio, la galleria della Maddalena, quella francese di Saint Martin La Porte e il resto del tracciato di fondovalle. 

"Parlando con i tecnici – ha detto Salvini a Porta a Porta – si può aggiornare l’opera. Ci sono spese che possono essere eccessive, come la mega stazione di Susa, ma l’Italia non può essere isolata in Europa". "Salvini – ha ribattuto Graziano Delrio, capogruppo Pd alla Camera – è il vicepremier e ha uno strumento molto semplice per sbloccare i lavori: andare in Consiglio dei ministri e dire che l’esecutivo deve dare l’ordine al ministro Toninelli di sbloccarli. Non è facendo gite in Piemonte che si sbloccano i lavori". Sulla stessa linea anche FI: "Ma quanto devono discutere? Quando decide questo governo?" attacca la capogruppo a Montecitorio Mariastella Gelmini. Delrio ha anche annunciato che il Pd presenterà un esposto alla Corte dei Conti "per verificare che lo stop alle gare della Torino-Lione configuri un danno erariale, visto che ogni mese di ritardo comporta per la Telt, la società pubblica italo francese incaricata di promuovere l’opera, un costo di 75 milioni di euro". L’importante è farla, sottolineano i leghisti e non a caso oggi Salvini sarà a Chiomonte certo "per portare solidarietà alle migliaia di poliziotti che da anni proteggono il cantiere" (non a caso gli anti-Tav saranno presenti in forze e annunciano "una sorpresa"), ma anche per far capire che gli scavi sono iniziati eccome, tesi che i grillini contestano. "A Chiomonte non vado – ha ribadito giusto ieri Di Maio –, è un cantiere mai partito, del tunnel in cui dovrà passare il treno non si è scavato neppure un centimetro". E pazienza che a oggi (dati gennaio 2019) si sia scavato il 15,5% delle gallerie previste, compreso il 64% dei 9 chilometri della galleria geognostici di Saint Martin La Porte, che è in asse e nel diametro del tunnel di base. Servono decisioni, che stanno slittando. "Ho fiducia in Toninelli – dice Di Maio – che non sta ritardando l’analisi costi/benefici per un pretesto, ma, come scritto nel contratto di governo in cui si parla di ridiscussione dell’opera, sta appunto facendo questo, e per farlo occorre confrontarsi con Francia e Ue". 

Secondo fonti parlamentari della maggioranza, M5s e Lega hanno trovato alla Camera un accordo di massima sulla mozione – la cui discussione in Aula è stata rinviata a metà febbraio – da presentare sulla Tav. Nel documento verrebbero elencati gli svantaggi della Tav, ma anche i vantaggi. Tra l’altro nel dispositivo si dovrebbe accennare alle penali e ai reiterati appelli dell’Europa ad andare avanti, oltre che "alla necessità di portare a compimento miglioramenti alle infrastrutture del Nord". La mozione non è però decisiva. Lo sarà l’accordo che si dovrà trovare in sede di governo e non a caso il dossier, oltre che sul tavolo del Mit, è anche su quello del presidente del Consiglio, che sta tentando una non facile mediazione. "Tra poco pubblicheremo i dati e renderemo pubbliche le nostre decisioni", ha spiegato Conte. Ma il timore di molti è che la decisione slitterà a dopo le Europee.