Giovedì 25 Aprile 2024

Rovelli e la Fiera del libro di Francoforte: dall’esclusione al nuovo invito. Il caso politico e le polemiche

Il fisico denuncia la cancellazione del suo intervento per le critiche a Crosetto. Il ministro: “Nessuna pressione”. Opposizioni e mondo della cultura insorgono, poi la retromarcia

Guido Crosetto e Carlo Rovelli (Ansa)

Guido Crosetto e Carlo Rovelli (Ansa)

Roma, 13 maggio 2023 – Carlo Rovelli alla Fiera del libro di Francoforte 2024? No, anzi sì. Tiene banco per tutta la giornata il caso dello scienziato prima epurato dalla cerimonia di apertura della manifestazione tedesca, poi riammesso. Il tutto tra denunce social, polemiche, attestati di solidarietà e dichiarazioni ufficiali di esponenti del governo e dell'opposizione.

La denuncia del fisico

Ad accendere i riflettori sulla vicenda è lo stesso fisico, protagonista – lo scorso primo maggio – di un attacco al ministro Guido Crosetto, durante il Concertone a piazza San Giovanni. Rovelli denuncia la cancellazione del suo intervento proprio per “aver osato criticare” il titolare della Difesa in quell’occasione e riporta sul suo profilo Facebook la lettera che gli comunica la decisione di escluderlo. "Il clamore, l’eco, le reazioni che hanno fatto seguito al suo intervento al concerto del 1 maggio mi inducono a pensare, mi danno, anzi, la quasi certezza, che la sua lezione che così fortemente avevo immaginato e voluto per la cerimonia di inaugurazione della Buchmesse con l’Italia Ospite d’Onore diverrebbe l’occasione non per assaporare, guidati dalle sue parole, il fascino della ricerca e per lanciare uno sguardo ai confini della conoscenza, ma, invece, per rivivere polemiche e attacchi", spiega nella missiva il commissario straordinario del governo per la Buchmesse 2024,  Ricardo Franco Levi, sottolineando che questa è "una lettera che mai avrei voluto scrivere".

La solidarietà del mondo della cultura

Immediata la solidarietà a Rovelli da parte del mondo della cultura. A partire dall'editore Adelphi. "Ci preme dichiarare che l'autocensura da parte dell'Associazione Italiana Editori – e di chi la rappresenta – è una pratica imbarazzante in ogni paese che si definisca libero", dicono la presidente Teresa Cremisi e l'amministratore delegato Roberto Colajanni, che parlano di "un episodio grave e una decisione dalla quale non possiamo che dissociarsi, esprimendo tutta la nostra vicinanza all'autore". Sui social si moltiplicano i tweet di sostegno. "La censura di Levi è un punto di non ritorno: legittima la punizione del dissenso su richiesta del potere", afferma ad esempio la scrittrice Michela Murgia. Schierate al fianco dello scienziato anche l'Associazione Italiana Editori, di cui Levi è presidente, e l'Associazione degli editori indipendenti italiani.

La replica di Crosetto e Sangiuliano

Si smarca dalle polemiche e dalle presunte interferenze in questa decisione lo stesso Crosetto. "Qualcuno decide che Carlo Rovelli non parteciperà alla Fiera di Francoforte. A quanto leggo dalla lettera che lui stesso ha pubblicato, è un suo amico. Che non conosco, se non per essere stato sottosegretario con Prodi. Quindi lasciatemi fuori dalle vostre polemiche", commenta secco il ministro della Difesa. “Mi dispiace deludere gli esperti dei complotti all'italiana, sempre in servizio”, aggiunge più tardi in una nota il ministro ribadendo non solo di non aver “mai sentito in vita mia” Levi, ma anche di essere “assolutamente certo che nessun membro del Governo o delle istituzioni italiane abbia fatto alcuna pressione”. “Sono il primo ad auspicare un ripensamento della decisione presa”, conclude.

Sulla stessa linea anche il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. "Apprendo con somma sorpresa della vicenda, per me inedita – dice il titolare del Mic –. In generale, avendo subito censure, sono contrario ad infliggerle ad altri". "Magari a quella del professor Rovelli aggiungerei qualche altra voce, quella di Pierangelo Buttafuoco, Francesco Borgonovo, Marcello Veneziani o altri in omaggio al pluralismo", aggiunge Sangiuliano.

Opposizioni all'attacco

Intanto insorgono intanto le opposizioni. "Chiamiamo le cose con il loro nome: si tratta di censura preventiva. Ma neppure in una fiera del libro si dà spazio al libero pensiero? Neppure nel santuario del libero confronto di idee è concesso mettere in discussione il pensiero unico dominante? Che facciamo: selezioniamo i nostri intellettuali in modo da essere sicuri di non offendere esponenti di governo? Che vergogna!", dichiara via Facebook il presidente M5s Giuseppe Conte.

"Non condivido le posizioni di Rovelli, ma non può esserci censura preventiva né punizione per idee espresse da libero cittadino", commenta il senatore del Pd Francesco Verducci su Twitter. "E' molto grave per la libertà di ricerca e di pensiero, per la democrazia in questo Paese che sia stato censurato e non possa rappresentare l'Italia alla Fiera del libro di Francoforte", scrive l'altra senatrice dem Cecilia D'Elia, esprimendo al contempo "solidarietà" al fisico.

"L'Italia del governo Meloni punisce gli intellettuali per le loro idee", afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. "Non mi vengono altre parole - prosegue il leader di SI - solo rabbia e imbarazzo, rabbia per una decisione ottusa ed imbarazzo per chi lo ha deciso - prosegue il parlamentare dell'Alleanza Verdi Sinistra –. Come si può definire un Paese che esclude e punisce un intellettuale perché ha espresso le sue idee? La stessa domanda la faremo anche in Parlamento ai rappresentanti dell'attuale governo".

Il nuovo invito a Rovelli

In serata, poi, è Ricardo Franco Levi a cercare di ricucire lo strappo e porre fine alla polemica. "Rinnovo l'invito al professor Carlo Rovelli a partecipare alla cerimonia di inaugurazione di Francoforte 2024, per condividere con tutti noi la bellezza della ricerca e il valore della conoscenza", scrive in una nota. “Confermo di aver espresso le mie scelte nella qualità di commissario straordinario, senza aver ricevuto alcuna pressione o sollecitazione e per adempiere con rigore alla responsabilità istituzionale che mi è stata conferita con un decreto del Presidente della Repubblica”, chiarisce dunque Levi. “Sono sensibile e accolgo con soddisfazione le dichiarazioni di esponenti del governo che confermano la volontà di garantire un'aperta partecipazione alla Fiera di Francoforte, nel rispetto del principio e della difesa del pluralismo del pensiero e delle idee”, conclude il presidente dell'Associazione Italiana Editori.