Mercoledì 24 Aprile 2024

Fiera del libro di Francoforte, Levi si dimette da commissario straordinario

Dopo il dietrofront a cui è stato costretto per la censura preventiva al fisico Rovelli, scoppia una nuova polemica per l’incarico alla società dove lavora il figlio. Il ministro Sangiuliano ha accettato le dimissioni

Ricardo Franco Levi

Ricardo Franco Levi

Roma, 26 maggio 2023 – Ricardo Franco Levi si dimette di commissario straordinario del governo per l'Italia Paese ospite d'onore alla Fiera del libro di Francoforte 2024. Il presidente dell'Associazione italiana editori ha inviato una lettera al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano rimettendo nelle sue mani il suo mandato.  “Questa decisione l'ho presa perché era in gioco la mia correttezza nell'esercizio di funzioni di governo”, ha spiegato lo stesso Levi. “Oggi pomeriggio ho ricevuto una telefonata personale che ho apprezzato molto, dal ministro Sangiuliano, che mi ha comunicato la sua decisione di voler accettare le mie dimissioni in un'ottica e nel perseguimento di una discontinuità”, ha aggiunto.

L’incarico alla società dove lavora il figlio

Dopo la polemica, poi rientrata, sulla partecipazione di Carlo Rovelli, un nuovo fronte sul commissario starodinario si era aperto in seguito con un articolo di ‘Libero’ in cui si diceva che Levi avrebbe assegnato la comunicazione per l'Italia alla Buchmesse a una società belga, la IFC Next, in cui lavora il figlio. Un caso che, oggi, Levi non ha voluto commentare. “Non aggiungo nulla, tutto si è svolto nell'assoluta trasparenza e correttezza”, si è limitato a dire rendendo note le sue dimissioni.

Il caso Carlo Rovelli

I riflettori su Levi si erano accesi solo pochi giorni fa quando Carlo Rovelli aveva fatto sapere che il commissario straordinario alla Buchmesse gli aveva chiesto di farsi da parte, esercitando sul famoso fisico una sorta di "censura preventiva", per poi - sull'onda delle polemiche - aver fatto dietrofont, rinnovando a Rovelli l'invito a partecipare alla cerimonia d'inaugurazione "per condividere con tutti noi la bellezza della ricerca e il valore della conoscenza".

La lettera di Levi a Rovelli

Il ritiro dell'invito era arrivato a Rovelli in una lettera di Levi, che è anche presidente dell'Associazione Italiana Editori, in cui veniva sottolineato che dopo l'intervento al Concertone del Primo Maggio a Roma in cui il fisico aveva parlato di una possibile escalation nella guerra in Ucraina attaccando, pur senza nominarlo, il ministro della Difesa Guido Crosetto, la sua partecipazione a Francoforte avrebbe fatto "rivivere polemiche e attacchi".

Le polemiche politiche

Tutto questo avveniva solo il 14 maggio scorso: immediata era stata l'alzata di scudi in difesa di Rovelli, la piena solidarietà del mondo della cultura, la richiesta di un ripensamento e la contrarietà alla censura espressa da molti intellettuali ed esponenti del governo, a partire dal ministro della Cultura Sangiuliano. "In generale, avendo subito censure, sono contrario ad infliggerle ad altri. Magari a quella del professor Rovelli aggiungerei qualche altra voce, quella di Pierangelo Buttafuoco, Francesco Borgonovo, Marcello Veneziani o altri in omaggio al pluralismo", aveva sottolineato Sangiuliano. Mentre il ministro Crosetto aveva dichiarato: "Dispiace deludere gli esperti dei complotti all'italiana, sempre in servizio, che parlano già di 'censura o pressioni", in merito alla decisione di Levi spiegando: "Non l'ho mai sentito in vita mia" e "sono il primo ad auspicare un ripensamento della decisione presa".