Primo maggio, botta e risposta tra Landini e Meloni: “Lavorare oggi è arrogante”. La premier: “Cancella in concerto”

Il leader della Cgil aveva criticato la convocazione del Consiglio dei ministri il giorno della festa dei lavoratori. La premier ha risposto: “In tanti lavorano, mi sarei aspettata un ‘bravi’”

Landini e Maloni

Landini e Maloni

Roma, 30 aprile 2023 - Botta e risposta tra il segretario della Cgil Maurizio Landini e la premier Giorgia Meloni sul lavorare il primo maggio. Il leader sindacalista, ieri ospite di Massimo Gramellini a "Le Parole!" aveva affermato: "Trovo sia un atto di arroganza e anche un po' di offesa verso i lavoratori convocare il Consiglio dei Ministri nel giorno della festa dei lavoratori e delle lavoratrici. Lo voglio dire in modo diretto perché per pensare ai lavoratori hanno tempo 364 giorni l'anno… non capisco perché farlo proprio il 1 maggio". Ed aveva aggiunto: "Addirittura ho sentito la Premier dire che loro lavorano mentre gli altri fanno festa….Io credo che questo sia un modo sbagliato di affrontare, di riconoscere e di rispettare quelli che lavorano e giustamente hanno il 1 maggio come festa, che nasce anche come giornata di liberazione dei lavoratori. Vorrei ricordare che è tornata festa nel nostro Paese nel 1947 quando si è abbattuto il Regime fascista che guarda caso aveva abolito la festa dei lavoratori".

Meloni: "Allora deve annullare anche il concerto"

Ma oggi la Meloni ha risposto con una nota: "Vorrei ricordare al segretario Landini che il primo maggio ci sono molte persone che lavorano, dai camerieri ai medici, dalle forze dell'ordine fino ai tecnici, che consentono lo svolgimento del concerto di piazza San Giovanni". Il presidente del consiglio continua: "Se Landini pensa davvero che sia diseducativo lavorare il primo maggio, allora il concerto la triplice dovrebbe organizzarlo in un altro giorno. Noi non la pensiamo così e rispettiamo l'iniziativa della triplice, così come chiediamo rispetto per il nostro lavoro".

Meloni e Landini hanno poi avuto l’occasione di chiarirsi al tavolo tra governo e sindacati sul decreto lavoro. “Non è una mancanza di rispetto un Cdm il primo maggio per tagliare il costo del lavoro. È un segnale e mi sarei aspettata un 'bravi’ –  avrebbe detto la premier – . Era un modo per dire 'ci siamo e ci siamo tutti’, una mano tesa, un tentativo di dialogare e di lavorare insieme, perché sul taglio del cuneo fiscale credo che siamo d'accordo”.