Martedì 30 Aprile 2024

No Vax, comunisti e ultradestra. Quelli che... è tutta colpa della Nato

L’attacco all’Ucraina ha risvegliato il riflesso anti-americano. Dal filosofo Fusaro alla leader di Potere al Popolo

La protesta di parlamentari del gruppo misto durante il voto alla Camera (Imagoeconomica)

La protesta di parlamentari del gruppo misto durante il voto alla Camera (Imagoeconomica)

Non fosse che stiamo dentro l’immane tragedia di un popolo e di una Nazione, ci vorrebbe solo una risata per riseppellire nelle cantine della storia l’anti-americanismo di ritorno in salsa populista, complottista e No Vax che risuona nel residuo, opposto, estremismo di sinistra e di destra al grido di Yankee go home. Tutti dimentichi della lezione di Enrico Berlinguer a Giampaolo Pansa, quando, a metà degli anni Settanta avvisava di sentirsi più sicuro "sotto l’ombrello della Nato".

Come per un riflesso pavloviano si è rimesso in moto il caravanserraglio dei resti di un mondo che fu, che va dall’Alternativa grillina a Manifesta, dai comunisti di Marco Rizzo a Potere al Popolo, e che alle sole parole Nato, Usa, Russia ha rispolverato slogan, formule e bandiere lise che ben altro seguito e ben altra eco, per quanto sbagliati anche allora, hanno avuto tra gli anni Sessanta e gli Ottanta.

E così abbiamo visto all’opera la fronda grillina filo-Putin guidata addirittura dal Presidente della commissione Esteri del Senato, il lucano Vito Petrocelli. Ma c’è poco da sorprendersi: il personaggio non ha mai fatto mistero di essere un ex militante dei Carc, partito maoista e marxista-leninista tra i più oltranzisti della ridotta rossa del comunismo italiano: e, del resto, non ha mai nascosto l’apprezzamento non solo per Putin e per la Russia, ma anche per la Cina e per il Venezuela.

Dal maoismo al "Fuori l’Europa dalla Nato, fuori la Nato dall’Europa" è un attimo. E ci arriva veloce Marta Collot, di Potere al Popolo, che non era neppure nata quando in massa (ma almeno erano tanti) gridavano "meglio rossi che morti" all’epoca dell’installazione dei missili Cruise a Comiso. E così l’ex candidata a sindaco di Bologna ci spiega che "siamo arrivati a questa situazione dopo 8 anni in cui Usa e Ue hanno fomentato la destabilizzazione dell’Ucraina, con il colpo di Stato del 2014".

D’altra parte, c’è poco da stupirsi se il riflesso pavloviano dell’anti-americanismo finisce per prendere la mano anche del vignettista Vauro ("Mi rifiuto di arruolarmi") o perfino di certe frange dell’Anpi che prima accusano la Nato di espansionismo verso Est ("Vissuto da Mosca come una crescente minaccia") e poi si affrettano a manifestare solidarietà al popolo ucraino.

Non ha cambiato idea, invece, ma non si capisce mai se ci è o ci fa, il comunista Rizzo che, animatore dei Comitati No Draghi ("Servo delle multinazionali, della Ue e della Nato"), chiede l’uscita dall’Alleanza e lega Covid e guerra: "Il livello di libertà e le censure sperimentate con la gestione della pandemia e con il Green pass saranno poca cosa in paragone a quello che accadrà con la guerra".

E, del resto, a tenere insieme la linea No Vax-No Usa è anche Ugo Mattei, il costituzionalista di sinistra alla testa degli intellettuali anti Green pass: "No, Putin non è Hitler. Non è un sanguinario, non bombarderà i civili, né userà il nucleare. Sono totalmente contrario all’invio di armi all’Ucraina". Lungo l’asse No Vax si crea la saldatura degli opposti estremismi. Basti pensare al filosofo di destra Diego Fusaro che si è spinto a dire che "Zelensky sta mandando al massacro il proprio popolo". Fino all’ex candidato sindaco a Roma di Giorgia Meloni, Enrico Michetti, contrario alle sanzioni con motivazioni folkloristiche: "Il cetriolo è sempre di pertinenza dell’ortolano". Roba di elevato spessore etico-politico.