Sabato 27 Luglio 2024
SIMONE ARMINIO
Politica

Missione nel Mar Rosso, Gelmini: "Il governo non c’entra, è un voto per l’Italia"

In Parlamento via libera bipartisan, c’è l’ok anche dei 5 Stelle. La senatrice di Azione: “Ora al più presto una difesa europea”

Roma, 6 marzo 2024 – “È un voto per l’Italia, non per il governo". Mariastella Gelmini, senatrice e vicesegretaria di Azione, così sostanzia il suo sì e quello del partito alle missioni in Ucraina, Medio Oriente e Mar Rosso.

Mariastella Gelmini, senatrice di Azione
Mariastella Gelmini, senatrice di Azione

Gelmini, secondo Sinistra e Verdi, unici ad aver votato no, si tratta di un favore al governo.

"Abbiamo votato nell’interesse dell’Italia, perché siamo consapevoli del contesto geopolitico che abbiamo davanti, anzi, attorno. La guerra ci circonda e non possiamo far finta di nulla".

Vede un legame tra ciò che accade in Ucraina e gli scenari a Gaza e in Mar Rosso?

"Gli Houthi sono finanziati e in parte addestrati dall’Iran, la Russia a sua volta ha invaso l’Ucraina e gioca un ruolo in Medioriente, tenendo alta la tensione e provando a destabilizzare l’Occidente. Se non vogliamo parlare di alleanze, le definirei perlomeno convergenze di interessi. È a quelle che dobbiamo reagire".

Da qui la vostra posizione filo-governista.

"Pragmatica, piuttosto. Noi siamo all’opposizione, siamo come sempre responsabili e non abbiamo posture pregiudiziali".

È un dato, però, che non è la prima volta che vi trovate a votare con la maggioranza.

"Il nostro giudizio è nel merito. Dovremmo valutare le proposte in base alla simpatia della parte politica che le propone? Qui parliamo di missioni internazionali, degli interessi e della sicurezza nazionale. Essere d’accordo dovrebbe essere normale".

Avete applaudito all’abbattimento di un drone da parte di una nave italiana, prima che il Parlamento votasse la missione. Siete guerrafondai?

"Siamo per la pace, ma non per la resa sulla pelle del popolo ucraino per esempio. Nel Mar Rosso la priorità ora è ripristinare la libertà di navigazione, difendere i porti italiani, il nostro import-export e i nostri interessi".

I Cinquestelle hanno ottenuto che si specificasse meglio il carattere pacifico della missione. Sono più pacifisti di voi.

"Quello del M5S e di Avs è un pacifismo di facciata. Noi non siamo guerrafondai, ma non possiamo ignorare le sfide che abbiamo di fronte e la necessità di affrontarle con i giusti mezzi".

Ovvero?

"Crediamo che la partecipazione a missioni come Aspides o Levante sia funzionale e necessaria al mantenimento della pace. E siamo onorati che le donne e gli uomini delle nostre forze armate siano stati indicati a guidare la missione. È un segno di credibilità e un riconoscimento di professionalità. Dovremmo esserne grati".

La vostra posizione è per la creazione di una difesa europea comune. Crede sia importante?

"Sì, e valuteremo l’autorevolezza del governo proprio dalla capacità di rappresentare in Ue l’urgenza e la necessità di una difesa comune. Basta perdere tempo".

Il patto atlantico è al tramonto?

"Al contrario, noi siamo anche per il portare la nostra spesa in Difesa al 2%, come chiede la Nato. Ma dobbiamo pensarci più autonomi. Oggi e a maggior ragione domani, se in Usa dovesse vincere Trump...".

L’eventualità la preoccupa?

"È il suo programma che preoccupa, e le sue infelici battute sull’impegno in Ucraina e nella Nato. Ma sono rinfrancata dal fatto che, nella storia degli Stati Uniti, le differenze politiche interne non hanno mai intaccato un certo approccio in politica estera".

Torniamo in Italia. Lei prende le distanze dal M5s, ma in Abruzzo andrete insieme. E in Sardegna, da separati, avete perso.

"Calenda in questo è stato chiaro: le elezioni locali hanno un sistema maggioritario, perciò dove Azione non ha la forze di far convergere altri su un proprio candidato, deve scegliere con chi stare. Alle Europee il sistema è proporzionale e siamo pronti a misurarci da soli".