Lunedì 29 Aprile 2024

L’idea è giusta. Meglio parlarne dopo le elezioni

Il governo sta valutando misure per regolarizzare lievi irregolarità edilizie, evitando condoni. La proposta è vista positivamente dagli addetti ai lavori ma suscita critiche dall'opposizione. La questione dei tempi è cruciale, con le elezioni imminenti. Si auspica un dibattito approfondito e il varo del provvedimento in un momento meno politicamente delicato.

Canè

Sostanzialmente l’idea ha un solo, vero difetto: i tempi. Il che non è un dettaglio. Per il resto, la bozza che è allo studio al ministero sulle "Misure urgenti in materia di lievi difformità edilizie" ha certamente molti pregi. Intanto, quello di non essere un condono, lo strumento che consente a chi ha costruito un palazzo con la licenza per un garage, di brindare al suo abuso pagando solo una multa. Pessimo e reiterato esempio che "autorizza" chiunque a compiere illeciti, tanto poi... In questo caso, invece, si ipotizza un perdono (oneroso) per le piccole irregolarità che esistono all’interno dell’80% delle abitazioni: una porta spostata, un tramezzo tirato su. Quel tanto che basta, però, per rendere invendibile un alloggio. Non a caso gli addetti ai lavori (ingegneri, costruttori) sono favorevoli. Ed è normale che le opposizioni gridino invece al condono.

Questione di tempi, appunto, visto che fra due mesi esatti si vota. Il che non significa che un governo debba vivere un "bimestre bianco" di inattività per non destare il sospetto di andare a caccia di voti. Figuriamoci. Abbiamo decenni da bonificare in materia edilizia, appesantita da mille intrecci, permessi, scartoffie. Anche su questo dovrà agire, semplificando, quello che non è il "decreto Salvini", visto che di decreti non ne esistono e forse non ne esisteranno. Perché anche nella maggioranza, come noto, circolano dubbi e perplessità. Non di merito, ma di metodo, se è vero che spinto da giovanile entusiasmo il Capitano non ha avvisato né Meloni, né Tajani. Da cui lo stridìo di freni a Palazzo Chigi, dove non si vuole lasciare alla Lega il vantaggio di acchiappare qualche voto, e al governo lo svantaggio di essere attaccato. Concludendo. Il provvedimento è utile, ma i tempi "critici"? Allora niente fretta. Niente decreti. Discussione, approfondimento, e il varo in momenti meno sospetti. Dopo le elezioni, ad esempio.