Venerdì 24 Gennaio 2025
BRUNO VESPA
Politica

L’analisi di Bruno Vespa. Meloni vince la partita Ue. E si riaprono i giochi italiani

La premier ha un ruolo strategico pur non facendo parte della maggioranza Ursula. Ma i due schieramenti nazionali tornano già a pensare di alleanze e Regionali.

Raffaele Fitto, 55 anni, designato vicepresidente esecutivo della Commissione Ue

Raffaele Fitto, 55 anni, designato vicepresidente esecutivo della Commissione Ue

Roma, 23 novembre 2024 – Nell’Europa di Raffaele Fitto c’è un prima e un dopo. Prima c’era una maggioranza di centrosinistra, oggi c’è una maggioranza variabile con tendenza centrodestra. Escono i Verdi (che non hanno avuto nemmeno un commissario), entrano Fratelli d’Italia e qualche altra frazione conservatrice. Detta così, non si potrebbe dire. Ma è la realtà.

Il 27 novembre la Commissione sarà votata da quasi tutti i socialisti e da una parte cospicua dei conservatori. Sarà la maggioranza di un giorno, perché dall’indomani liberi tutti. Ma come abbiamo già detto, su alcuni temi sensibili, dal Green deal all’immigrazione, la nuova maggioranza si formerà a destra, Patrioti compresi. A febbraio si vota in Germania e il nuovo cancelliere sarà Friedrich Merz, uscito dalla Cdu in polemica con la Merkel e rientratovi come leader dopo il suo abbandono, avendo nel frattempo guadagnato miliardi come uomo d’affari. È tostissimo, sull’immigrazione parla come Salvini e ha consentito che il presidente dei popolari europei, Weber, fosse il maggiore sponsor di Fitto vicepresidente esecutivo, con un portafoglio di centinaia di miliardi.

Giorgia Meloni ha dunque un ruolo strategico pur non facendo parte della ‘maggioranza Ursula’. È comprensibile che questo dia fastidio a molti del Pd (a cominciare da Schlein), ma l’interesse nazionale è tale che ha fatto benissimo Mattarella a dare la spinta decisiva, seguito da Prodi e da Monti, perché i nostri democratici votassero Fitto. Per formazione (democristiana) e per carattere Fitto tenderà a stare davvero sopra le parti e avere un uomo chiave a Bruxelles con l’aria che tira non può che giovarci.

Sistemata l’Europa, resta l’Italia, dove il campo largo ha dimostrato che solo unito può vincere, come è accaduto in Umbria. Sarà sempre così? Giuseppe Conte dovrebbe veder confermata la sua linea nell’assemblea generale che si chiude domani sera. Quale linea? Progressista senza consegnarsi al Pd. A Strasburgo, dove erano apolidi, i Cinquestelle si sono iscritti nel gruppo di sinistra. Ma non vogliono vincolarsi, anche senza arrivare alla libertà assoluta rivendicata da Grillo e portata avanti tra gli altri da Chiara Appendino.

A destra, c’è nervosismo nella Lega, anche per la decisione della Corte Costituzionale di limitare le prerogative regionali sull’Autonomia. Questo non mette in pericolo il governo, ma porta Matteo Salvini a mirare sempre più in alto. Adesso rivendica continuità nella guida della Regione Veneto dopo il lungo e felice regno di Luca Zaia. C’è d’altra parte la legittima richiesta di Fratelli d’Italia di avere una regione del Nord visto che il Piemonte è guidato da Forza Italia, la Lombardia, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia dalla Lega.

La sorpresa è che – al di là di quello che si dice – Giorgia Meloni non è interessata al Veneto, ma alla Lombardia. Alle Europee FdI ha avuto in questa Regione il 31,79 per cento dei voti, la Lega il 13,09 e Forza Italia il 9,31 (il Pd 22,63). Quindi…