Lunedì 29 Aprile 2024

Il dibattito sul premierato: "Dal Pd una polemica inutile. Riforma e legge elettorale non possono essere unite"

Il senatore di FdI risponde alle critiche del dem Parrini

Senatore Marco Lisei di Fratelli d'Italia

Senatore Marco Lisei di Fratelli d'Italia

Roma, 5 aprile 2024 – Senatore Marco Lisei (Fdi, commissione Affari Costituzionali), l’opposizione con Dario Parrini (Pd), ha parlato di caos in commissione perché la maggioranza non vuole saperne di parlare di legge elettorale collegata all’elezione diretta del premier.

"Guardi, la legge elettorale è un falso problema. Quello che chiede l’opposizione, ovvero di approvare una legge elettorale insieme ad una legge costituzionale è semplicemente impraticabile…"

Ci spieghi perché.

"Non si può discutere una legge elettorale con la riforma costituzionale, sarebbe una sgrammaticatura istituzionale, vorrebbe dire che la riforma è immodificabile. E anche la tempistica non può andare di pari passo: una legge di revisione costituzionale ha bisogno di 4 letture parlamentari. L’altra una legge elettorale che è una legge ordinaria. Non è possibile farle viaggiare su un binario parallelo".

Ma con quale legge si elegge un futuro premier che avrà dei poteri enormi rispetto a quelli che ha attualmente Meloni. Con quale percentuale di consenso popolare? Con il 50%+1 come in molte democrazie europee?

"Mettere una soglia di consenso così alta significa condannare sempre al ballottaggio, ma il ballottaggio obbligatorio sfavorisce il bipolarismo e ha effetti distorsivi: spesso i risultati di un primo turno vengono ribaltati perché vanno a votare meno persone. L’orientamento è di mettere una soglia più bassa, che sia raggiungibile, ma che escluda premier eletti con il 30%. Quanto sarà la soglia lo dirà la legge elettorale che andremo a disegnare dopo che avremo un testo approvato della riforma costituzionale".

Una soglia troppo bassa, tuttavia, farebbe rischiare di avere un nuovo premier con super poteri di minoranza rispetto a quello che è l’elettorato…

"Perché, lei considera il 45%, ad esempio, un consenso di minoranza? Abbiamo avuto presidenti che non sono stati neppure scelti dall’1% degli elettori come Gentiloni, Letta, Renzi, Conte, direi che è ben peggio. Ciò che vogliamo evitare è che ci sia qualcuno che raggiunge il 49,9% ed è costretto comunque al ballottaggio".

Che ne sarà delle liste bloccate per l’elezione del Parlamento?

"Siamo gli unici che non hanno votato le liste bloccate attuali. Se ne discuterà, ma non siamo noi a temere le scelte dei cittadini".

Il nuovo premier avrà un potere molto ampio, che avrà in sé anche molti poteri oggi in mano al Capo dello Stato, con un Parlamento gregario…

"Il Capo dello Stato non perde nessun potere, è una balla…"

È scritto nella bozza del ddl…

"Insisto, non è così. Il Capo dello Stato conserva tutte le sue prerogative, c’è solo la possibilità del nuovo premier di poter sciogliere le Camere a certe condizioni..."

Le pare poco? Ma voi esponenti della maggioranza, a cosa puntate, politicamente parlando?

"Alla stabilità. Non ci vogliamo più trovare la situazione degli ultimi, con Premier giunti a Palazzo Chigi con giochi di palazzi e non del volere popolare, vogliamo che i governi durino 5 anni, perché questo porta punti di Pil, migliore credibilità internazionale, quindi più soldi nelle tasche degli italiani".