Lunedì 29 Aprile 2024

Il compromesso Pd. Tarquinio sarà candidato. Ma con Schlein capolista

L’ex direttore di “Avvenire“ dovrebbe correre nel Centro dietro la leader. Che però rischia di avere pochi fedelissimi all’Europarlamento.

Il compromesso Pd. Tarquinio sarà candidato. Ma con Schlein capolista

Il compromesso Pd. Tarquinio sarà candidato. Ma con Schlein capolista

"Sarebbe un errore gravissimo non candidare Marco Tarquinio". Parola di Graziano Delrio, senatore di spicco dell’area di minoranza Pd, che esprime il sentimento della componente cattolica del partito del Nazareno. Per la parte guelfa dei dem i vantaggi di una candidatura dell’ex direttore di Avvenire prevalgono sulle riserve. Se è vero infatti che la posizione critica di Tarquinio può creare "disagio" e "imbarazzo" rispetto all’impegno dem in favore dell’armamento dell’Ucraina, come fatto presente dal presidente del Copasir Lorenzo Guerini, è altresì vero che il giornalista incarna le posizioni di coscienza dell’area confessionale su tutte le tematiche eticamente e culturalmente sensibili che possono approdare al Parlamento europeo.

Anche per questo, forse, il ruolo di capolista nella circoscrizione Centro potrebbe essere effettivamente sovraesposto e controverso ad avviso della stessa segretaria Elly Schlein, cauta com’è sulla guerra e intraprendente in tema di libertà civili. Difatti potrebbe essere lei a guidare le liste nella circoscrizione dove il Pd è più forte – il 26,8% alle Europee 2019 e il 20,8 alle Politiche 2022 – in ticket con Tarquinio, dato che i primi due posti devono essere in alternanza di genere.

Il compromesso è già da qualche giorno sul tavolo dove si compone il puzzle delle candidature dem. Che sta prendendo forma con geometrie variabili tra le candidature civiche, spinte dalla segretaria per allargare il consenso, e la valorizzazione della classe dirigente e gli amministratori del partito chiesta dalla minoranza di Energia popolare guidata da Stefano Bonaccini, ma non solo, sempre in ottica di massimizzare il profitto. Va infatti considerato anche il rischio che personalità indipendenti agiscano con troppa autonomia in un gruppo di 18 o 19 persone.

La partita si chiuderà nella seconda metà di aprile. A meno che la segretaria non faccia la capolista in tutte le cinque circoscrizioni, come chiedono alcuni proprio in chiave di valorizzazione del brand, si dovrebbe andare verso una mediazione che vede due indipendenti, l’ex presidente di Emergency Cecilia Strada e la giornalista Lucia Annunziata, rispettivamente alla guida delle liste nel Nord-ovest e nel Sud. Mentre il presidente Bonaccini e la segretaria saranno capilista rispettivamente nel Nord-est e al Centro. Partita ancora aperta per le Isole, dove comunque l’uscente medico di Lampedusa, Pietro Bartolo, pacifista legato alle comunità locali e impegnato per i migranti, piace a quasi tutte le anime del partito.

Verrebbe così smentita l’ipotesi cosiddetta del "panino" – cinque donne indipendenti in testa di lista, seguite obbligatoriamente da un uomo e poi dalla segretaria – circolata nei giorni scorsi. E che avrebbe finito per penalizzare proprio le donne, visto il vantaggio per le indipendenti capolista e che le preferenze alla segretaria avrebbero tolto consensi ad altre candidature femminili. "Nella partita delle preferenze vince il voto organizzato della minoranza", suona la preoccupazione principale della maggioranza del Nazareno. E non a torto.

Gran parte degli amministratori e dirigenti in lizza fanno infatti riferimento a Energia popolare – Matteo Ricci da Pesaro, Giorgio Gori da Bergamo, Antonio Decaro da Bari – oppure sono diversamente schleiniani, come il romano Nicola Zingaretti o il fiorentino Dario Nardella avvicinatosi a Franceschini. Considerati anche gli indipendenti come Tarquinio e gli uscenti, che chiedono giusto spazio, la segretaria è destinata ad avere una mezza dozzina di fedelissimi nel prossimo Europarlamento.

Cosimo Rossi