Domenica 6 Ottobre 2024
ANTONELLA COPPARI
Politica

Gli ultimi comizi. Meloni a Verona: voto decisivo. Schlein sulle orme di Berlinguer

Tajani punzecchia a distanza l’alleato Salvini: vuole recuperare voti, io non uso parole volgari. Conte arringa i suoi a Palermo: "Queste elezioni sono fondamentali per fermare i guerrafondai".

Gli ultimi comizi. Meloni a Verona: voto decisivo. Schlein sulle orme di Berlinguer

Gli ultimi comizi. Meloni a Verona: voto decisivo. Schlein sulle orme di Berlinguer

Fuori i secondi. Il tempo per la propaganda è scaduto. Ieri i partiti si sono accaparrati gli ultimi minuti utili più per convincere il proprio elettorato potenziale ad andare alle urne che non a rubarsi voti a vicenda. Le elezioni nella modernità sono soprattutto questo. Giorgia Meloni che nel rush finale di interviste ne ha fatte a iosa, l’ultimo fuoco l’ha riservato all’amico Tg5. "Quello europeo è un voto importante come quello delle politiche perché si possono avere grandi progetti, ma fa la differenza se poi hai un’Unione Europea che ti rema contro o un’Unione Europea che ti dà una mano". Poi di corsa all’Arena di Verona per assistere a fianco del capo dello Stato, Sergio Mattarella, alla serata dedicata alla grande opera lirica, riconosciuta ’Bene immateriale dell’umanità’ dall’Unesco. Sulla carta sarebbe un appuntamento per la presidente del Consiglio, ma le barriere tra i due ruoli ’Giorgia detta Giorgia’ le ha abbattute da un pezzo. Premier o candidata per lei pari sono. Domani sera sapremo se e quanto l’elettorato ha apprezzato.

Elly Schlein, la rivale, mette il punto a Padova e non è casuale che a 40 anni dalla morte di Enrico Berlinguer abbia deciso di chiudere nella stessa città e nella stessa piazza del malore fatale. Evidente il reclamo dell’eredità: "Non potevamo essere da un’altra parte. Qui ha fatto il suo ultimo comizio una delle più straordinarie figure politiche non solo d’Italia, ma del mondo. La sua eredità è attuale". Quanto il popolo di sinistra che, si sa, adora Berlinguer come un santino sia disposto a ratificare la successione lo vedremo sempre domani sera.

Il premio speciale della giuria va a Salvini e Tajani. Da alleati si sono inventati una campagna elettorale tutta giocata sullo scontro continuo. Senza mai arrivare a delle rotture, ma potenziandosi a vicenda. Nei loro auspici, l’elettorato potenziale centrodestra più radicale e furibondo con "mamma Europa" riterrà opportuno rafforzare Salvini che usa gli ultimi scampoli di tempo per attaccare Emmanuel Macron: "Lo ritengo ormai fuori controllo, pericoloso per sé e per gli altri. Fermati, calmati, curati...Chi parla di guerra in questo momento va isolato".

Quello più moderato, spaventato dalle intemperanze del leader della Lega, convergerà su Tajani, che chiude la maratona a Pescara: "Salvini sta cercando di recuperare voti, dal suo punto di vista è giusto fare dichiarazioni come queste. Io sono il ministro degli Esteri, non posso usare certe parole volgari nei confronti di un Presidente. Ma non accetto lezioni da nessuno quando si parla di patria". Domani, a scontro finito, brinderanno entrambi a braccetto. Se lieti o meno, al solito, bisogna attendere per scoprirlo. Calenda e Renzi invece litigano sul serio. La capacità di scontrarsi per finta è una caratteristica della destra. Manca alla sinistra e sembra manchi pure al centro: "La differenza con Renzi è che lunedì Stati uniti d’Europa non ci sarà. Tanto lui quanto Bonino dicono che è una lista di scopo", l’ultimo affondo del leader di Azione. "È ossessionato da me", replica il capo di Italia viva. Che poi si inchina al Cavaliere. In assenza di un suo colpo originale, scippa una delle tante trovate del geniale Berlusconi. In questo caso, il contratto con gli italiani: al Senato in videodiretta firma un impegno con i cittadini ad andare a Bruxelles se eletto.

Il più sobrio è Giuseppe Conte. Fa quello che un tempo facevano tutti. A poche ore dall’apertura delle urne va a Palermo, per il rituale comizio finale. Una scelta precisa: farsi vedere come il più tradizionale e dunque il più serio tra i leader in campo. "Queste elezioni sono decisive per fermare i guerrafondai", lo slogan. Quando la politica si trasforma in circo mediatico, la normalità tante volte diventa il modo migliore per farsi notare.

E Avs? Sulla spiaggia: a Mappatella Beach a Napoli. Non i big – per Fratoianni e Bonelli è finita ieri a Torino – ma i colonnelli. "Un luogo finora bistrattato grazie alle nostre battaglie è ora pulito e disponibile a tutti", dice il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Francesco Emilio Borrelli. Insomma una festa della libertà. E in fondo il loro asso nella manica, il ponte che dovrebbe trasportarli oltre il 4%, non è proprio la libertà per Ilaria Salis?