Mercoledì 9 Ottobre 2024
ALESSANDRO D’AMATO
Politica

Europee, il risiko candidature. Liste Pd affollatissime, l’ipotesi Ilaria Salis. E Conte non trova nomi

Prosegue il confronto tra i Dem sul pacifista Tarquinio, ex direttore di “Avvenire“. Il M5s paga il limite dei due mandati: solo due uscenti sono ricandidabili. Verdi-Sinistra pensano a Ignazio Marino per fare uno sgarbo al Pd nel Centro

Roma, 3 aprile 2024 – C’è Matteo Salvini che sta "ragionando" sulla candidatura di Roberto Vannacci. Mentre il Partito democratico vede l’ok dell’ex segretario Nicola Zingaretti alla possibile candidatura di Ilaria Salis: "È una valutazione che spetta a lei, alla sua famiglia e al gruppo dirigente del Pd: tutto il resto è rumore di fondo. Perché si tratta di una situazione delicata, da trattare con prudenza e non gettare nel tritacarne. Io non so che cosa possa comportare la candidatura per la sua situazione, ma se può esserle utile mi chiedo: perché no?". Mentre il leader di Forza Italia Antonio Tajani sottolinea: "Il Pd può fare quello che ritiene e Salis, da cittadina europea, può candidarsi. Ma dobbiamo dirci la verità: queste iniziative politiche raramente portano a risultati positivi".

E se Elly Schlein avrà a questo punto un problema di abbondanza di candidati visti i tanti altri nomi accostati ai dem (tra cui quello dell’ex direttore di Avvenire Marco Tarquinio, contestato per le sue posizioni su aborto ed eutanasia), il M5s ha quello opposto: a parte Pasquale Tridico al Sud Giuseppe Conte non trova nomi "di richiamo". Mentre le urne si avvicinano, i partiti hanno i loro problemi con le liste delle elezioni europee.

Le intenzioni di voto
Le intenzioni di voto

La Lega

Nell’intervista che rilascia a Belve Salvini fa anche sapere che non direbbe mai che i gay non sono normali, come ha fatto il generale nel suo libro: "Per me uno può essere omosessuale, eterosessuale, transessuale, bisessuale, polisessuale. L’ultima delle mie intenzioni è entrare nella vita privata della persone". La Lega quindi su Vannacci sta ancora "ragionando", nonostante da più parti si parlasse di accordo già raggiunto e firmato. E infatti arriva anche la lettera dei 21 esponenti leghisti contro la scelta di puntare su "personaggi con forte marcatura nazionalista" e non su autonomisti e federalisti. L’europarlamentare Alessandro Panza fa sapere che sarà ricandidato smentendo chi aveva scritto il contrario. E Raffaele Stancanelli, già sindaco di Catania, una vita a destra, fa sapere che lascia Fratelli d’Italia per candidarsi con la Lega, ricevendo l’applauso di Francesco Storace.

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Il Pd

Nel Pd oltre che di Salis si parla di Tarquinio. L’ex ministro Andrea Orlando si dice favorevole alla sua candidatura, mentre Lia Quartapelle si chiede che cosa pensa l’ex direttore di Avvenire della Nato e del rafforzamento della difesa europea e chiede di non penalizzare le donne che già sono a Bruxelles. Intanto Piero Fassino smentisce: lui alla corsa per le Europee non ci sarà. Potrebbe invece esserci, ma non con i dem, Ignazio Marino: l’ex sindaco di Roma, poi messo alla porta dal Pd, piacerebbe molto a Verdi-Sinistra per il suo profilo ambientalista e pacifista. Potrebbe rubare voti ai dem nel Centro.

Renzi e il M5S

C’è maretta anche in +Europa, dove il presidente Federico Pizzarotti a Un giorno da pecora critica la lista di Emma Bonino con Matteo Renzi: "L’alleanza più naturale sarebbe stata quella con Calenda. Se il presupposto è imbarcare tutti per fare il 4% non mi pare una grande idea. E nel 2024 parlare di Nuova Democrazia Cristiana fa tornare agli anni ’70".

Il M5s ha invece presentato qualche giorno fa il capolista nella circoscrizione Isole: sarà Giuseppe Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi e solido profilo antimafia. Poi c’è il vuoto. Il leader Giuseppe Conte ha messo il veto su Virginia Raggi, l’ex sindaca di Roma oggi molto vicina al battitore libero Alessandro Di Battista. E intanto però dice che "gli innesti dalla società civile nascono da progetti ben precisi e non da candidature di comodo". Per Nord-Ovest e Nord-Est si pensa alle uscenti Maria Angela Danzì e Sabrina Pignedoli. Anche perché per la regola sui due mandati sono le uniche due ricandidabili. A meno di non cercare tra gli autocandidati online: ieri sera è scaduto il termine per presentarsi. Ci sono, per la cronaca, i tre cofondatori del Partito Gay.