Lunedì 6 Maggio 2024

Elezioni Abruzzo, Silvestri (M5s) dopo il tonfo. "Meloni si può battere. La vittoria in Sardegna non è stata un episodio"

Il capogruppo alla Camera: chi lavora con serietà alla fine viene premiato. "In Abruzzo abbiamo recuperato terreno grazie alle nostre proposte"

Francesco Silvestri, M5s

Francesco Silvestri, M5s

Roma, 11 marzo 2024 – Francesco Silvestri (capogruppo M5s alla Camera), si dice che in Abruzzo il ‘campo largo’ abbia fallito perché D’Amico è stato ‘frenato’ dal voto degli elettori del M5s. Ci crede?

"La caccia al colpevole fatta con questa superficialità non aiuta nessuno, la fa chi vuole continuare a perdere. In Abruzzo il Movimento ha contribuito a creare un progetto serio, che avrebbe messo al centro dell’agenda regionale la sanità, le infrastrutture e la tutela dell’ambiente. E di questo non possiamo che essere fieri. I risultati purtroppo non ci hanno premiato. Ma se si continuerà a lavorare con serietà, non tarderanno ad arrivare".

Sempre sull’Abruzzo; andava in scena per la prima volta il ‘campo larghissimo’, tutti contro la Meloni e il suo uomo; questo può voler dire che la Meloni è davvero invincibile e che la Sardegna è stato solo un episodio?

"La Sardegna non è stato un episodio, ma parte di un percorso che è fatto di vittorie e sconfitte. Meloni e il suo governo si possono battere e i fatti lo dimostrano. Fino a sei mesi fa la partita dell’Abruzzo era ingiocabile. Invece siamo riusciti a recuperare terreno e a dimostrare la forza delle nostre proposte".

Con il Pd siete a caccia di un candidato unitario anche per la Basilicata, dove i numeri vi danno vincenti se uniti. Come finirà?

"Come finisce lo sapremo a breve. Di certo noi non rinunceremo alla nostra idea di correre non solo per vincere, ma per garantire un buon governo ai cittadini. Come abbiamo detto più volte, per riuscirci servono due condizioni, un buon programma e un candidato presidente credibile e unitario.".

Arriviamo alle elezioni Europee. Lei cosa si aspetta?

"Chi voterà il Movimento 5 Stelle lo farà per contrastare le politiche guerrafondaie di questi anni, che hanno fatto veri e propri danni. Sia per quel che riguarda il conflitto ucraino, sia per quanto sta accadendo a Gaza. Noi vogliamo un cambio di passo rispetto a chi oggi vuole usare i soldi europei per il riarmo, per noi vanno usati per la sanità, per i trasporti e per la transizione ecologica. Sulle conseguenze del voto europeo sul governo, si vedrà. Oggi è presto per dirlo. Ma è chiaro che è un appuntamento importante".

A giugno, nell’election day, ci sarà anche il cambio della guardia in Piemonte? Il dopo Cirio per lei da chi è rappresentato?

"Dalle politiche del Movimento 5 Stelle, nel senso che serve abbinare lo sviluppo economico alla tutela dell’ambiente. Non mi nascondo sull’alleanza con il Pd. Ci sono differenze su cui stiamo lavorando per trovare una sintesi".

Campo largo, campo larghissimo, campo extra large. Ma, insomma, qual è oggi l’opposizione a Giorgia Meloni?

"Non amo le definizioni dei campi. I fatti dicono che Meloni si può battere. Ha fallito sul tema dei mutui, sulle banche, sulle politiche del lavoro, sui salari e sugli interessi geopolitici nazionali. Serve continuare a costruire un’alternativa che metta al centro i bisogni delle persone".

Dicono che Giuseppe Conte sia ossessionato dal ritorno a Palazzo Chigi.

"A me non ha mai detto nulla del genere, e sono il capogruppo alla Camera del M5s. Le uniche volte che l’ho visto scomporsi e ossessionarsi è stato sul salario minimo, sulle politiche a favore della cittadinanza, sul tema della guerra e su quelli legati alla tutela dell’ambiente".