Mercoledì 24 Aprile 2024

Concessioni balneari: avanti con le gare. Il governo non vuole le multe europee

Fitto cerca di convincere Lega e Forza Italia: norme da correggere. Si tratta con la Ue per ottenere condizioni migliori per i gestori storici

Concessioni balneari

Concessioni balneari

Roma, 26 febbraio 2023 - L’intervento non è un optional, ma un obbligo. Il problema è che come intervenire sulla ’bomba balneari’ non è ancora chiaro. Quello di Mattarella non è solo un invito ma un’opportuna delucidazione: la proroga al 31 dicembre 2024 delle concessioni cozza con il diritto europeo e con la sentenza del consiglio di Stato secondo cui entro la fine del 2023 vanno disposte le nuove gare che, essendo fonti di rango superiore, annullano la norma di rango inferiore contenuta nel decreto milleproroghe. Ciò significa che sia i giudici, ove ci fosse un ricorso contro questa proroga, sia le pubbliche amministrazioni hanno l’obbligo di disapplicarla. E in ogni caso, c’è il rischio di una procedura d’infrazione d’urgenza: ci sono segnali forti di una pronuncia rapida, perché pende già una questione pregiudiziale davanti alla Corte di giustizia Ue.

Multinazionali e big cinesi: a chi fanno gola le spiagge

L’opposizione affonda il coltello nella ferita, "questo governo è inadeguato", ma Palazzo Chigi è consapevole di dover agire presto. Del resto, i dubbi espressi dal Quirinale erano quelli di Giorgia Meloni che aveva avvisato gli alleati e gli esponenti più ’protezionisti’ di FdI dei rischi e dato mandato all’inizio dell’anno al ministro degli Affari europei, Raffaele Fitto, di incontrare le associazioni di categoria e i capigruppo di maggioranza per trovare una mediazione, aprendo un tavolo anche con la commissione Europea. Quando però è emersa la volontà di andare avanti su una strada diversa, il governo si è ritirato in buon ordine finché non è esploso il problema. "Io l’avevo detto – sussurrava ieri ai suoi la premier – i bandi vanno fatti".

Ora, tutti ammettono che fare le aste per le concessioni non è semplice. Si deve tener conto degli investimenti fatti dagli attuali concessionari, bisogna tutelare i lavoratori ed evitare anche gare eccessivamente al ribasso perché c’è il pericolo di infiltrazioni della criminalità organizzata. Urge trovare un punto di caduta concordato con Bruxelles: tra le ipotesi che sta valutando Palazzo Chigi c’è quella di mantenere la proroga secca di un anno prevista dal governo Draghi con un meccanismo selettivo delle gare e premialità per gli attuali operatori delle spiagge. Lavorando e facendo bandi per una percentuale accettabile – il ragionamento – la Commissione Ue potrà soprassedere se qualcosa slitta.

Ma il problema non è solo tecnico, da sempre le spiagge sono una trincea sia per il Carroccio che per Forza Italia e né gli azzurri né i leghisti sembrano troppo scossi dalle parole del capo dello Stato e pronti mollare: "In Italia abbiamo 8.000 chilometri di coste. La risorsa ’spiaggia’ da mettere a gara non è scarsa. Non c’è motivo - ha aggiunto - di togliere le concessioni a chi le ha", riassume umori comuni Maurizio Gasparri (Forza Italia).

Ovvio infine il disappunto delle associazioni di categorie, che pure sono divise. Gronda delusione Mauro Vanni, presidente della Cooperativa Bagnini Rimini Sud e di Confartigianato imprese demaniali: "Questa proroga è frutto delle elezioni in Lombardia e nel Lazio. Non ci sono più scuse: vogliamo chiarezza. Il governo deve difendere la peculiarità italiana con atti normativi che rispettino la giurisprudenza europea e italiana".