Venerdì 26 Luglio 2024

Caso Anas-Verdini, le opposizioni: “Salvini venga a riferire”. Bagarre alla Camera

L’inchiesta sulle commesse della società di Stato irrompe nell’Aula impegnata a discutere della manovra 2024

Roma, 29 dicembre 2023 – L'inchiesta sulle commesse Anas, che ieri ha portato Tommaso Verdini agli arresti domiciliari, irrompe nell'aula della Camera dove è in discussione la manovra 2024. Il Movimento 5 stelle chiede che il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini venga a riferire in un'informativa urgente visto che in un’intercettazione dell’indagine si sente il socio di Verdini junior, Fabio Pileri, dire: “Ha fatto un accordo con quelli della Lega di futura collaborazione con Matteo e con noi tramite Freni un rapporto di intermediazione”. Alla richiesta del M5s si associano Pd e Alleanza Verdi e Sinistra, ma esplode la bagarre quando Enrico Costa di Azione, 'titolare' dell'emendamento che vieta la pubblicazione letterale delle ordinanze di custodia cautelare, si smarca e rompe, tra le proteste, il fronte delle opposizioni. "Non possiamo portare avanti lo schema delle informative a gettone, a gettone della stampa quotidiana. Non si interessa il Parlamento all'inizio di un inchiesta", dice Costa in aula.

Il vicepremier e ministro Matteo Salvini (Ansa)
Il vicepremier e ministro Matteo Salvini (Ansa)

Le opposizioni: Salvini riferisca in aula

A sollevare il caso (nel registro degli indagati è iscritto anche Denis Verdini) ci pensa l'ex magistrato e ora deputato pentastellato Federico Cafiero de Raho, chiedendo un'informativa urgente di Salvini sul "sistema di consulenza e appalti pubblici banditi da Anas" perché "bisogna che il Parlamento sappia in quale misura i fatti coinvolgano Anas, per quanti e quali appalti, quali misure adottate per prevenire la corruzione, quale coinvolgimento degli esponenti delle istituzioni" e per questo "chiediamo che il ministro venga urgentemente a riferire rispettando in pieno la presunzione di innocenza ma pretendendo chiarezza sui fatti di cui la stampa parla".

Stessa richiesta viene avanzata dal Pd con Debora Serracchiani. "Apprendiamo dai quotidiani odierni vicende gravissime che riguardano alcuni membri del governo. Non ci riguarda la vicenda giudiziaria che avrà il suo corso, ma il punto politico si. Il governo non ha ancora ritenuto di smentire quanto riportato dai giornali - dice l'esponente dem - . È necessario quindi fare chiarezza circa comportamenti incompatibili con il buon funzionamento delle istituzioni".

"La vicenda giudiziaria farà il suo corso, ma che esponenti di governo incontrino in abitazioni private o a cena imprenditori con interessi su appalti è un problema politico", rincara la dose Angelo Bonelli per Avs.

Nel suo intervento, Serracchiani cita anche l'emendamento Costa: "Rileviamo inoltre che veniamo a conoscenza di queste gravi vicende dal contenuto dell'ordinanza di custodia cautelare, proprio quell'atto che, grazie all'emendamento bavaglio all'informazione di Costa e della maggioranza, non sarà più possibile apprendere come cittadini".

L’intervento di Costa e le proteste

A stretto giro interviene proprio l'esponente di Azione. "Vorrei ricordare a Cafiero de Raho che non siamo in tribunale a fare requisitorie, vorrei ricordargli sommessamente che ha cambiato mestiere". A questo punto partono le prime protesta dai banchi delle altre opposizioni. Costa continua: "Ho ascoltato l'onorevole Bonelli dire 'non siamo interessati dalle vicende giudiziarie' quando ogni settimana presenta un esposto alla magistratura" e "ho ascoltato l'onorevole Serracchiani dire che è una 'questione politica', quando con alcuni esponenti del suo partito ha cercato di costituirsi parte civile nel procedimento penale nei confronti di un sottosegretario", prosegue interrotto più volte. Quindi Costa si smarca dalla richiesta di informativa di Salvini "Non possiamo portare avanti lo schema delle informative a gettone, a gettone della stampa quotidiana – dice il deputato – . Non si interessa il Parlamento all'inizio di un’inchiesta. Anche io ho letto il riferimento a un sottosegretario non indagato ma mi sembra che siano fatti del 2021, quando c'era il governo Draghi, è evidente che andare a chiamare un ministro in carica su temi passati sia una cosa fatta a sproposito".