Venerdì 26 Luglio 2024
ALFREDO QUARTA
Politica

L’ultima roccaforte rossa: da Ancona la sfida di Meloni. Il centrodestra sogna il cappotto

Dopo la conquista della regione, la premier, Salvini e Tajani insieme nel capoluogo marchigiano. Da trent’anni la città è di sinistra. Ma Pd e M5s non hanno trovato l’accordo e corrono separati

Conto alla rovescia per le comunali di primavera.

Il 14 e 15 maggio (in Sicilia e Sardegna il 28 e il 29) più di 6 milioni di italiani potranno votare per eleggere il sindaco in 769 comuni, tra cui 13 capoluoghi di provincia (Ancona, Brescia, Brindisi, Imperia, Latina, Massa, Pisa, Siena, Sondrio, Teramo, Terni, Treviso e Vicenza) e altri 4 in Sicilia il 28 e 29 maggio (Trapani, Ragusa, Catania e Siracusa). L’eventuale turno di ballottaggio è previsto nei giorni di domenica 28 e lunedì 29 maggio. Per la tornata del 14 e 15, sette dei capoluoghi sono attualmente governati dal centrodestra e cinque dal centrosinistra, mentre Latina è retta da un commissario prefettizio.

Ancona, il comizio del centrodestra: Salvini, Meloni, Silvetti, Tajani e De Poli (Ansa)
Ancona, il comizio del centrodestra: Salvini, Meloni, Silvetti, Tajani e De Poli (Ansa)

Nove mesi fa, era il 23 agosto dello scorso anno, Giorgia Meloni scelse Ancona per lanciare la sua sfida alla conquista della guida del Paese. Sappiamo tutti come è andata a finire. E ieri, la Meloni premier, è tornata nel capoluogo delle Marche, nella stessa piazza e con un palco uguale a quello dell’estate scorsa (poi dite la scaramanzia) per lanciare un’altra sfida: arrivare a portare il candidato sindaco del centrodestra, Daniele Silvetti (FI), a prendere il timone della città che non ha mai visto, negli ultimi trent’anni, un primo cittadino fuori dall’alveo del centrosinistra.

E per farlo la premier ha portato ad Ancona mezzo governo: con lei sul palco anche i suoi due vice, Antonio Tajani e Matteo Salvini, senza dimenticare il senatore Antonio De Poli presidente dell’Udc, a dimostrazione di un centrodestra saldamente unito (almeno sul fronte elettorale). Una prova di forza, quella di ieri, che arriva da lontano, da quando, cioè, il centrodestra è riuscito a conquistare (due anni e mezzo fa) la guida della Regione Marche con un uomo di stretta fiducia proprio della Meloni: l’attuale governatore Francesco Acquaroli. Una vittoria, anche in questo caso, dopo oltre 30 anni di centrosinistra.

“Sapete ha detto la Meloni dal palco – questa città mi ha portato fortuna e spero che anche oggi sia una giornata di buon auspicio per Daniele Silvetti". È una premier galvanizzata "perché da quando sono arrivata a Palazzo Chigi sono sempre in giro tra palazzi, altri Paesi, e questa è la prima volta che torno tra la gente. Ho la possibilità di riguardare negli occhi quelle persone che mi hanno dato fiducia. Ne sento proprio il bisogno".

Una fiducia che ora la premier spera possa andare anche al candidato sindaco "perché questa città è da troppo tempo governata sempre da loro. Non voglio parlare male di nessuno, ma quando gestisci il potere per troppo tempo alla fine ti fermi o avvantaggi sempre le stesse persone". Un invito al cambiamento che, almeno ieri, sembrava prendere consensi con una piazza gremitissima, il doppio delle presenze di quel 23 agosto quando la Meloni partì con la sua campagna elettorale.

Ed è su questa voglia di cambiamento che l’intero centrodestra spinge da mesi. In sostanza quanto avvenuto con le elezioni regionali e la vittoria di Francesco Acquaroli, anche lui ieri sul palco. Un capoluogo di regione che lamenta una scarsa manutezione soprattutto sul fronte delle strade, un arredo urbano del centro inesistente, progetti annunciati che stentano a partire, altri che, realizzati in fretta e furia prima delle elezioni, mostrano già incredibili crepe strutturali. E poi la mancanza di luoghi di aggregazione per i giovani, uno stanco rapporto con gli universitari fuori sede. Insomma tutti segnali che il centrosinistra negli ultimi anni non è riuscito a cogliere e migliorare.

Tutti problemi che, ovviamente, il centrodestra ha colto al volo e con lui la presidente Meloni: "Silvetti può vincere questa sfida, lo conosco da quando eravamo molto più giovani. Una persona che stimo e che ha ben chiaro quello che si deve fare per governare una città, questa città". E la ricetta è, in qualche modo, semplice: ridare decoro alla città, spingere sul rapporto tra città e porto, massima attenzione alle manutenzioni e puntare sul turismo.

E Silvetti, se eletto, potrebbe contare su una filiera istituzionale non di poco conto: Governo, Regione e Comune tutti sotto lo stesso colore politico. Una spinta importante e sulla quale tutti i big della coalizione hanno puntato, anche perché l’occasione che si presenta al centrodestra è veramente ghiotta.

Il Pd non è riuscito ad amalgamare tutte le forze in campo e così la Sinistra, Europa Verde e anche il M5s sono andati ognuno per conto loro.