Lunedì 29 Aprile 2024

Alessandra Moretti (Pd): "Conte non dia lezioni sulla questione morale. E chiarisca su Kiev"

L’eurodeputata: siamo i primi a mettere alla porta chi è coinvolto nel malaffare. "La società civile candidata? È necessaria anche l’esperienza degli uscenti"

Alessandra Moretti (Ansa)

Alessandra Moretti (Ansa)

Roma, 13 aprile 2024 – Prima il caso Bari. Poi le altre inchieste in Puglia. È esplosa una nuova questione morale? Non solo nel Pd, evidentemente...

"La patente di moralità non ce l’ha nessuno – risponde Alessandra Moretti, europarlamentare uscente del Pd –. Non i Cinquestelle che sullo stadio di Roma hanno visto condannati Lanzalone e De Vito, in una nemesi che come cittadini e come politici non dobbiamo augurare a nessun partito. Vede, non ci può essere una gara a contare mele marce, che pure esistono, è la classe politica nel suo insieme che deve fare una riflessione in più, soprattutto quando si fanno le liste in vista delle campagne elettorali. Le preferenze sono una bellissima prova di democrazia, lo so bene io che ne ho prese 230mila, ma possono essere il terreno ideale per clientelismi e corruzione. La differenza la fa la capacità di individuare la qualità dei candidati".

Le vicende pugliesi si sono concluse con lo strappo del M5s. La mossa di Conte è solo una strategia elettorale?

"Penso proprio di sì. Conte è schiacciato da una competizione polarizzata su due leader donne, Schlein e Meloni, e così come Salvini, nell’altro campo, cerca di riaccendere uno spazio mediatico. In questo sono due populismi che si incontrano, anzi, che si ritrovano in vista della sfida elettorale".

Ma l’alleanza con i 5 Stelle è ancora percorribile? Qual è il perimetro del centrosinistra?

"Il Pd è il principale partito di opposizione ed è naturale che la coalizione di centrosinistra si costruisca attorno ad esso. Non sono una fautrice del campo largo a tutti i costi, ma mi pare naturale tendere a un’allenza elettorale la più ampia possibile, esattamente come fa la destra. Pensiamo troppo spesso a litigare tra noi e troppo poco a combattere l’avversario, una destra tra le peggiori in un contesto di guerra e con il rischio che valori come l’europeismo e l’atlantismo siano messi seriamente in discussione. Detto ciò, in molte realtà Pd e M5s governano insieme e bene, non vedo perché non si possa continuare. Certo, è necessario un chiarimento con Conte, ma non sulla sceneggiata pugliese, quanto sulla postura in politica estera, dal sostegno a Kiev alle simpatie mai nascoste per Trump".

La segreteria potrebbe espellere i big coinvolti nelle inchieste. Può bastare o va rivista la selezione della classe dirigente?

"Il Pd è l’unico partito ad avere un codice etico e ha ulteriormente rafforzato le sue regole interne per essere ancora più impermeabile al malaffare. Quanto fatto finora si è dimostrato insufficiente, ma non si può dare la croce a una segretaria in carica da poco più di un anno. Però dico una cosa: noi siamo sempre i primi a mettere alla porta chi è coinvolto nel malaffare, altrettanto non possiamo dire di un governo che difende Santanchè oltre ogni ragionevole garantismo".

Il Pd guarda alla società civile anche per le Europee. Teme che possa essere un po’ sminuita l’esperienza di voi parlamentari uscenti?

"Non stigmatizzo le candidature civiche, il Pd è un partito da sempre aperto alla società civile e molti autorevoli esponenti sono entrati così, penso a David Sassoli. Credo però che l’esperienza e la competenza degli uscenti sia necessaria per incidere nel lavoro dell’Europarlamento: sarà una legislatura determinante per portare a termine provvedimenti strategici per il futuro del Paese, dalla sanità al lavoro, dall’energia alle regole di bilancio. Dobbiamo essere attrezzati con una classe dirigente all’altezza e con esperienza".

A proposito di Europee, Elly Schlein deve candidarsi?

"Credo possa essere un valore aggiunto se, così come sembra, si candiderà anche Giorgia Meloni".

Che Europa si aspetta dopo le elezioni?

"Con la stessa maggioranza di adesso e dunque capace di reagire al vento delle destre e delle guerre, rivendicare i valori, i diritti e i principi fondativi dell’europeismo".