Mercoledì 8 Maggio 2024

Terrorismo, smantellato l'Ordine di Hagal: progettava "eclatanti azioni violente"

Quattro arresti nel Napoletano e 26 perquisizioni tra tra Lombardia, Veneto, Campania e Calabria. Il gruppo neonaziosta aveva sede a Marigliano e contatti con suprematisti ucraini. Ancora ricercato l'addestratore militare ucraino

Napoli, 15 novembre 2022 – Blitz antiterrorismo, smantellata un'organizzazione sovversiva di stampo neonazista con sede nel Napoletano e affiliati nel resto d'Italia. Volevano compiere "eclatanti azioni violente" sia nei confronti di civili che verso le forze di polizia i quattro uomini arrestati questa mattina, tutti militanti dell’Ordine di Hagal, associazione con sede a Marigliano. Una quinta persona è indagata per avere fatto propaganda sui social. Perquisizioni nelle abitazioni di 26 persone tra la Lombardia, il Veneto, la Campania e la Calabria.

È ancora ricercato l’addestratore militare che reclutava e preparava i militanti dell'Ordine di Hagal alle azioni sovversive in programma. Si tratta di un 27enne ucraino che per lungo tempo ha vissuto a Marigliano, sede della cellula terroristica napoletana, per poi tornare in patria allo scoppio della guerra.

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Ricercato l’addestratore militare

Si chiama Anton Radomsky, il 27enne ucraino di Termopili ricercato perché destinatario dell'ordinanza emessa dal gip di Napoli, Federica de Bellis, nell'ambito di una indagine sull'Ordine di Hagal che ha portato a cinque misure cautelari, tra cui quattro arresti. Deve rispondere di associazione a delinquere con finalità di terrorismo di matrice neonazista, suprematista e negazionista.

Il 27enne ha trascorso lungo tempo nel Napoletano, nel comune di Marigliano, sede della cellula neonazista, e poi è tornato in Ucraina allo scoppio della guerra, ai primi di marzo. Gli inquirenti gli contestano "compiti esecutivi nell'ambito dell'organizzazione, come l'addestramento militare degli associati e il reclutamento".

I contatti con l’Ucraina

Avevano contatti diretti e frequenti con formazioni ultra nazionaliste ucraine – come Battaglione Azov, Pravi Sector, Centuria – “verosimilmente in vista di possibili reclutamenti”, si legge nell'ordinanza del tribunale di Napoli nei confronti di cinque persone, di cui quattro sottoposte alla custodia cautelare in carcere per associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico. Tra le loro attività, campagne di apologia del fascismo, negazionismo della Shoah, incitazione all'odio razziale e all'antisemitismo attraverso chat e canali di messaggistica istantanea, in particolare Telegram. Ma anche addestramento paramilitare, all'estero, con corsi di addestramento al combattimento corpo a corpo e all'utilizzo di armi da fuoco.

Chi sono gli arrestati

I quattro uomini arrestati oggi sono gravemente indiziati di avere costituito, organizzato, promosso  e finanziato "un'associazione per delinquere, operante anche attraverso la diffusione del sito web dell'Associazione Ordine di Hagal – si legge nell’ordinanza del giudice – e l'utilizzazione di altri social media, finalizzata al compimento di atti eversivi violenti, istigazione a delinquere, apologia e negazionismo, con finalità di terrorismo e di eversione dell'ordine democratico, diretta e idonea a sovvertire violentemente gli ordinamenti economici e sociali nonché quello politico e giuridico dello Stato, avente carattere e finalità neonazista, suprematista e di discriminazione razziale, etnica, e religiosa".

Le indagini: cosa è emerso

Sull'associazione si sono concentrate le indagini, coordinate dalla Procura di Napoli, iniziate nel 2019 e che già a maggio e ottobre 2021 erano culminate nell'esecuzione di 30 perquisizioni. L'ordinanza emessa oggi dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della procura partenopea, è stata eseguita da Digos e Direzione centrale della Polizia di prevenzione-Ucigos con il servizio di Polizia postale nei confronti di cinque persone, di cui finite in carcere.

La quinta persona è stata sottoposta all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a Roma, in quanto gravemente indiziata del delitto di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale poiché, attraverso Facebook, "scambiava, diffondeva e propagandava materiali, testi e video nel web, in modo che derivasse concreto pericolo di diffusione, di ideali neonazisti e suprematisti fondanti in tutto o in parte sulla discriminazione per motivi razziali nonché sulla negazione, sulla minimizzazione in modo grave o sull'apologia della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l'umanità e dei crimini di guerra".

Contestualmente sono state eseguite anche 26 perquisizioni nelle province di Napoli, Avellino, Caserta, Milano, Torino, Palermo, Ragusa, Treviso, Verona, Salerno, Potenza, Cosenza, Crotone, nei confronti di altre persone, alcune indagate ed altre emergenti dalle indagini, poiché in contatto con le persone arrestate attraverso i social ed i canali dedicati nel complesso circuito nazionale neonazista.