Napoli, 19 maggio 2021 – Chiedono “verità e giustizia” la madre e il padre di Ugo Russo, il 15enne ucciso il 1° marzo 2020 a Napoli durante un tentativo di rapina ai danni di un carabiniere in borghese, ora indagato per omicidio volontario.
Il Comitato: “14 mesi senza verità”
I genitori di Russo si sono incatenati questa mattina nel piazzale antistante il Tribunale del capoluogo campano esponendo anche dei cartelli con i quali chiedono, appunto, verità e giustizia sulla morte del figlio, raggiunto da tre colpi di pistola, di cui uno alla nuca.
“Dopo oltre 14 mesi dall'omicidio di Ugo, oltre un anno in cui neanche i risultati dell'autopsia sono stati resi pubblici, in cui sistematicamente gli stessi avvocati devono rinviare di settimana in settimana l'aspettativa di notizie e informazioni, questo gesto conferma la volontà e la fiducia nell'avere risposte dalla giustizia”, spiega il Comitato “Verità e Giustizia per Ugo Russo” in una nota.
“C’è l’urgenza di sapere”
Ma anche “grida la disperazione e il dolore, la ferita legata a un lunghissimo silenzio riempito solo da un altrettanto lungo processo mediatico alla famiglia stessa. C'è l'urgenza di sapere, invece, se quella maledetta notte del 1° marzo 2020 a Ugo è stata o meno applicata una pena di morte senza processo”.
“Insomma – prosegue la nota – di avere tutta la verità su un figlio ucciso con almeno tre colpi di pistola di cui uno alla nuca. Per questo quando ci hanno comunicato ieri sera questa loro intenzione non abbiamo potuto che rispettarla e siamo accorsi questa mattina in solidarietà”.
Il padre Enzo incontra il pm
Secondo quanto si apprende, il procuratore aggiunto Sergio Ferrigno ha incontrato oggi Enzo Russo, padre di Ugo. Il pm ha spiegato al genitore che i tempi delle sospensioni dovute alla pandemia da Covid-19 hanno determinato ulteriori ritardi dei termini, da calcolare non in 45 giorni ma in 64, che però così sarebbero comunque scaduti il 5 maggio.
Ferrigno ha però nel contempo garantito che la Procura di Napoli è impegnata in un accertamento scrupoloso dei fatti, con una mole di attività che “sarà evidente alla pubblicazione degli atti”. “Riprende quindi l'attesa, ma non il silenzio - conclude la nota - dopo un anno di processo mediatico alla famiglia di Ugo, al murales e quant'altro abbiamo urgenza che cominci il processo per l'accertamento della verità sull'omicidio di un ragazzo di 15 anni”.