Giovedì 2 Maggio 2024

Storia del gilet, capo genderless tra i più amati del 2023

Ideato per esaltare i cortigiani del Re Sole, è arrivato fino ai giorni nostri senza perdere quell'aura di eleganza che lo ha sempre contraddistinto

Il gilet, un capo dal fascino intramontabile

Il gilet, un capo dal fascino intramontabile

Il gilet, simbolo di eleganza ma non solo. Nato per far esaltare il prestigio di chi lo indossava, ha conquistato in pochissimo tempo i gusti di tutta Europa, arrivando praticamente senza stravolgimenti fino ai giorni nostri. Il gilet come lo conosciamo noi oggi, è pressoché identico per forma e struttura del suo antenato, ideato dagli stilisti francesi alla corte di Luigi XIV nella seconda metà del 1600. Un fascino intramontabile e senza tempo che dona da sempre un tocco di personalità per molti irrinunciabile. Ecco quindi la storia e l'evoluzione di uno dei capi d'abbigliamento più iconici del nostro guardaroba.  

Papà Luigi XIV

Il gilet ha una storia abbastanza recente. La sua nascita infatti, risale al tempo di Luigi XIV, che voleva un capo d'abbigliamento identificativo per la sua corte. Il gilet doveva servire a differenziare inequivocabilmente i cortigiani dalla borghesia; una sorta di status symbol in cotone. Non a caso, il termine "gilet" ha una chiara origine transalpina. I primi esemplari vengono datati intorno all'inizio del 1600, ma l'ascesa al trono del Re Sole influì sul loro sviluppo. I cortigiani erano un po' gli influencer dell'epoca, e con le dovute proporzioni, il loro stile veniva imitato dalla borghesia, facendo diventare sempre più popolare questa nuova versione chic del maglione.

Da maglione a gilet

L'antenato del gilet era infatti il classico maglione, che gli stilisti di Luigi XVI hanno modificato accorciandone la dimensione e lasciando uno scollo a V importante, ideato per mostrare la camicia e soprattutto il suo colletto, spesso ornato con preziose decorazioni. Fondamentale all'epoca era la presenza dei ricami, il cui eccesso sfarzo il tenore di vita di chi lo indossava. In un periodo storico dove ostentare ricchezza era normalità, possiamo facilmente immaginare come nell'aristocrazia francese, il gilet era un must-have nel guardaroba di tutta l'aristocrazia alla corte del re.

La diffusione in Europa e il declino dei ricami

Giacca, pantalone e gilet rappresentavano in quegli anni l'uniforme della nobiltà. Il completo si diffuse in tutta Europa per via del fascino che la corte francese suscitava nei paesi vicini. Con la Rivoluzione Francese del 1789 però, lo sfarzo che derivava dalla corte del Re è andato inevitabilmente a scemare di pari passo con il potere della monarchia. I ricami dei gilet hanno subito lo stesso destino. Niente più inserti dorati o bottoni pregiati, persino le trame hanno subito un netto taglio. Solo colori sobri, neutri come nero, grigio e blu. Un trend che è durato fino a dopo la Prima Guerra Mondiale, quando la fine degli orrori del conflitto portarono in Europa una voglia di rinascita, di colore, di vita.

Il gilet nell'era moderna

Via il grigio, spazio alla fantasia dunque. L'arte che si impossessa della moda in nome della libertà d'espressione. In Italia ricordiamo il grande poeta Gabriele d'Annunzio, il quale era un amante del gilet. Una collezione ricca di innumerevoli varianti, adatti ad ogni tipo di abbigliamento. Mastroianni con la sua cravatta rossa insieme al gessato, o Totò, furono grandi estimatori dello smanicato, così come il Primo Ministro inglese più famoso della storia, Sir Winston Churchill, immortalato praticamente sempre con questo capo d'abbigliamento. In questo periodo, il nostro caro maglione senza maniche era diventato un indumento non solo per ricchi, ma per chiunque. Il boom economico degli anni Cinquanta ne favorì la diffusione su larga scala, e in tanti sceglievano di indossarlo. Il simbolo dell'eleganza era diventato alla portata di tutti, senza però perdere questa sua aura di prestigio che lo ha sempre accompagnato. E in questo dettaglio troviamo sicuramente il clou del fascino del gilet.

Il gilet al femminile

Fino ad ora abbiamo parlato del gilet con una nota esclusivamente legata al guardaroba maschile perché, fino al secondo dopoguerra, era un capo prevalentemente per uomo. Negli anni Sessanta invece, sbarcò anche nell'armadio delle signore. Lo stilista francese Yves Saint Laurent è stato uno dei primi a sdoganarlo, andandolo ad abbinare anche in outfit sportivi, street o casual, togliendolo dal classico accoppiamento con giacca e pantalone. Le versioni femminili si diversificavano dai classici prototipi maschili per via della lunghezza maggiore e spesso, dall'assenza dei bottoni.

Dagli anni Ottanta ad oggi

Cinema e musica diedero un forte impulso alla diffusione del gilet, ormai non più relegato a capo elegante ma diventato simbolo di versatilità. Quante rockband negli anni Ottanta indossavano versioni in jeans o in pelle del gilet? Per non parlare di star come Elton John e Freddie Mercury, che con due stili opposti, amavano sfoggiare evoluzioni variopinte o pelose del simbolo tanto caro al buon Re Sole. Negli ultimi anni, ogni stilista ne ha dato una propria versione, sfruttandolo senza un partner come maglietta o camicia, ma come indumento a sè. Adesso troviamo anche versioni più sportive per outfit quotidiani, per esempio abbinati a jeans e t-shirt, così da dare un tocco più formare ad un look molto semplice e casual. Quale altra sfumatura potrà prendere il gilet lo scopriremo solo col tempo, ma il fascino che trasmette rimarrà sempre alto in ogni sua evoluzione.