Mercoledì 6 Novembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Manovra 2025: il testo in Pdf. Dalle pensioni al cuneo fiscale, le novità

Mattarella firma: la legge di Bilancio approda in Parlamento. Esteso il bonus Maroni, un mese in più di congedo parentale pagato all’80%. Cambia il bonus nido, aumenta l’indennità per medici e infermieri

Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti

Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti

Roma, 23 ottobre 2024 – Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il testo della manovra. E la legge di Bilancio, il cui articolato pubblichiamo qui, è approdata in Parlamento. Contiene 144 articoli, che comprendono le misure fiscali, come il taglio del cuneo e il riordino delle detrazioni, le norme sulle pensioni e quelle sulla revisione della spesa, una scure dalla quale si salva la sanità. Oltre che una serie di infiniti capitoli sui vari fronti. Il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Ciriani, invita a contenere le modifiche, ma i partiti sono già pronti a dare l’assalto a colpi di emendamenti.

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A parte i grandi capitoli della manovra, come il taglio di cuneo e detrazioni, un capitolo chiave è quello delle pensioni. Ebbene, il pacchetto comprende la rivalutazione piena delle pensioni, senza la sterilizzazione degli aumenti per i trattamenti più elevati, come è accaduto negli ultimi due anni, con l’incremento delle minime, ma solo di 3 euro.

E incentivi fiscali per restare al lavoro. Sono le due novità principali del pacchetto previdenziale della manovra. Ma, per altri versi, non è da meno la conferma dell’intera batteria di strumenti di flessibilità in uscita, da Quota 103 all’Ape sociale, dal canale cosiddetto “precoci” a Opzione donna. Mentre sul versante della previdenza complementare si aprirà una nuova stagione di silenzio assenso per sostenere l’adesione dei giovani ai fondi pensione. Almeno per il 2025, dunque, rientrano nel cassetto i più ambiziosi progetti di Quota 41 e di altre soluzioni destinate a favorire una maggiore libertà di decisione dei lavoratori.

Sommario

Il testo integrale in Pdf

La rivalutazione piena e le minime

Partiamo da quello che è avvenuto quest’anno. Gli assegni sono stati adeguati all’inflazione in maniera piena solo per quelli fino a 2.270 euro mensili. Per gli importi superiori la rivalutazione è stata proporzionalmente più bassa. Le pensioni minime, però, hanno beneficiato di un super adeguamento straordinario, valido solo per il 2024, che le ha portate a quota 614,77 euro mensili. Per le pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo nel 2025 ci sarà un incremento del 2,2% e dell'1,3% nel 2026. Quest'anno scadeva l'aumento del 2,7% previsto con la legge di Bilancio per il 2024. Le pensioni arriveranno a 617,9 euro dai 614,77 attuali perché la base di calcolo è quella precedente all'aumento del 2,7% dato l'anno scorso maggiorata con il recupero dell'inflazione pari all'1%.

Per tutti gli altri trattamenti, oltre le minime, a differenza degli ultimi due anni l’adeguamento al costo della vita sarà pieno, come ha assicurato il Ministro Giancarlo Giorgetti. Il che significa che, sostanzialmente, l’incremento sarà pari all1,6 per cento circa per tutte le rendite, secondo i vecchi scaglioni e non sulla base della stretta degli ultimi due anni.

Bonus Maroni

Giorgetti conferma il mantenimento e l’estensione, anche in forma riveduta, del bonus Moroni. "Stiamo perfezionando quelli che sono gli incentivi di carattere fiscale a chi vuole rimanere sul luogo di lavoro – spiega - Questo risponde non semplicemente a un’esigenza di finanza pubblica. Lo dico anche con riferimento a determinate qualifiche che nel mondo pubblico cominciano a diventare assai difficili da rimpiazzare e da colmare, soprattutto quelle di carattere tecnico”.

Il riferimento è al meccanismo anche oggi operativo in base al quale ai lavoratori dipendenti, del settore pubblico o privato, che abbiano raggiunto, o che raggiungano i requisiti di 62 anni di età e 41 anni di contributi, sarà permesso, se restano in servizio, di chiedere al datore di lavoro di trasformare in stipendio la quota di contributi a loro carico: si tratta del 9,19 per cento della retribuzione, che, per giunta, sarà detassato. Un incentivo che potrebbe essere esteso anche a coloro che, appartenenti a determinate categorie del pubblico impiego, decidessero di restare fino a 70 anni, per i quali verrà eliminato l’obbligo del pensionamento d’ufficio a 65 anni.

Bonus casa

Il bonus ristrutturazioni e l'ecobonus da gennaio resteranno al 50% per le prime case, mentre scenderanno al 36% per le altre. Viene confermato il tetto di spesa detraibile pari a 96.000 euro per unità immobiliare. Per il 2026 e 2027 le spese sostenute "dai titolari di diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull'unità immobiliare adibita ad abitazione principale” godranno di una detrazione al 36%, mentre per le altre abitazioni sarà del 30%. Stesso schema anche per il sismabonus, ma senza tetto di spesa: nel 2025 50% sulla prima casa e 36% dalla seconda; per il 2026 e il 2027 36% sulla prima casa e 30% sulle altre. Prorogato infine solo per il 2025 anche il bonus mobili, sempre con tetto di spesa

Ape sociale e Opzione donna

In questo quadro vengono confermati anche gli strumenti che da anni permettono uscite anticipate per determinate categorie di lavoratori. Ci riferiamo innanzitutto a Quota 103, frutto della somma tra 62 anni di età e 41 di contributi. Ma ci riferiamo anche all’ape sociale, prevista per coloro che svolgono lavori gravosi o si trovano in specifiche condizioni di disagio (caregiver, invalidi, disoccupati). E a Opzione donna, che, sia pure entro margini ristretti, è tuttora operativa e sarà confermata anche nel 2025.

Detrazioni per le madri

Confermate le detrazioni per le madre lavoratrici con figli. Per accedere al beneficio le lavoratrici "devono essere madri di due o più figli e l'esonero contributivo spetta fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo". Dal 2027, si legge nel testo depositato alla Camera, se madri di tre o più figli, l'esonero contributivo spetta fino al mese del compimento del diciottesimo anno di età del più piccolo.

Detrazioni fino a 75mila euro

Nuove regole per le detrazioni per i redditi superiori ai 75 mila euro. Nel testo è scritto che il tetto base all'ammontare delle spese detraibili è pari a 14.000 euro se il reddito supera i 75.000 e a 8.000 per i redditi sopra i 100.000. L'importo base va poi moltiplicato per un coefficiente in base alla composizione del nucleo familiare: 0,50 se non sono presenti figli a carico, 0,70 con un figlio a carico e 0,85 se sono presenti due figli. Il coefficiente è pari a 1 se nel nucleo familiare sono presenti più di due figli.

Fondi alla Sanità

Arrivano 1,3 miliardi in più per la Sanità. "Il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato – si legge nel testo della legge di Bilancio – è incrementato di 1.302 milioni di euro per l'anno 2025, 5.078 milioni di euro per l'anno 2026, 5.780 milioni di euro per l'anno 2027, 6.663 milioni di euro per l'anno 2028, 7.725 milioni di euro per l'anno 2029 e 8.898 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2030". 

Indennità medici e infermieri

Sempre in tema sanità, arrivano gli aumenti alle indennità di medici e infermieri e del trattamento economico degli specializzandi. Per questi ultimi è previsto un maggiore aumento economico per alcune specializzazioni 'meno ambite’, a partire da Medicina d'urgenza e Anestesia. L'art.61 prevede l'incremento dell'indennità di specificità “allo scopo di valorizzare le caratteristiche peculiari della dirigenza medica e veterinaria dipendente dal Ssn”. I valori dell'indennità di specificità “sono incrementati nei limiti degli importi complessivi lordi di 50 milioni di euro per il 2025 e 327 mln annui a decorrere dal 2026”. 

Congedo parentale e bonus asili nido

Aumenta di un mese la possibilità di richiedere il congedo parentale pagato all’80% della retribuzione fino al sesto anno di vita del bambino. Rispetto agli attuali due mesi, viene esteso fino a tre mesi. Si rafforza il bonus asili nido: previsto un incremento della spesa di 5 milioni di euro annui a decorrere dal 2025 e l'esclusione del computo dell'Assegno unico per la richiesta del bonus.

Inoltre le misure di supporto al pagamento di rette relative alla frequenza di asili nido vengono estese alle famiglie con un solo figlio. A questo scopo la dotazione è incrementata di 97 milioni di euro per l'anno 2025, 131 milioni di euro per l'anno 2026, 194 milioni di euro per l'anno 2027, 197 milioni di euro per l'anno 2028 e 200 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2029.

Imposta di bollo

Dal 2025 l'imposta di bollo per i contratti di assicurazione sulla vita sarà versata ogni anno dalle imprese di assicurazione. L'ammontare corrispondente all'imposta di bollo versato annualmente dall'impresa di assicurazione viene “computato in diminuzione della prestazione erogata alla scadenza o al riscatto della polizza”. Per i contratti di assicurazione sulla vita già in essere al primo gennaio 2025, l'ammontare corrispondente all'importo complessivo dell'imposta di bollo, calcolata per ciascun anno fino al 2024, è “versato per una quota pari al 50% entro il 30 giugno 2025, per una quota pari al 20% entro il 30 giugno 2026, per una quota pari al 20% entro il 30 giugno 2027 e per la restante quota del 10% entro il 30 giugno 2028”. Anche in questo caso l'ammontare corrispondente all'imposta di bollo versato annualmente viene conteggiato alla scadenza o al riscatto della polizza.

Aggiornamento dei Lea

Per consentire l'aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), ivi compresa la revisione delle tariffe massime nazionali delle relative prestazioni assistenziali, "è vincolata una quota pari a 50 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2025”. È previsto un “monitoraggio e valutazione delle performance regionali che riguarda aspetti gestionali, organizzativi, economici”. Per l'attuazione delle misure del Piano pandemico nazionale 2025-2029, si legge inoltre all'articolo 52, “è autorizzata la spesa di 50 milioni di euro per l'anno 2025, 150 milioni per l'anno 2026 e 300 milioni annui a decorrere dall'anno 2027”. 

Digital tax

Cambia la tassa sui servizi digitali che viene estesa a tutti i soggetti che realizzano ricavi in Italia. Lo prevede la legge di bilancio, che dal 2025 alza anche la tassazione sulle plusvalenze delle cripto-attività, portandola dall'attuale 26% al 42%. L'applicazione dell'imposta sui servizi digitali, la cosiddetta 'Digital service tax', si applica nella misura del 3% sui ricavi derivanti dalla fornitura dei servizi. In base alla normativa vigente la tassa è applicata ai soggetti esercenti attività d'impresa che, singolarmente o a livello di gruppo realizzano ricavi complessivi superiori a 750 milioni e ricavi derivanti da servizi digitali realizzati in Italia superiori a 5,5 milioni. La manovra invece toglie queste condizioni ed estende la tassa ai “soggetti esercenti attività d'impresa che realizzano ricavi derivanti da servizi digitali nel territorio dello Stato".

Assunzioni Pa

Taglio al turn over nel 2025 per le amministrazioni dello Stato, le Agenzie e gli enti pubblici non economici con almeno 20 dipendenti. Per l'anno 2025 - emerge dalla

manovra - per le amministrazioni con più di 20 dipendenti in servizio con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, la spesa percentuale per le assunzioni non potrà superare il 75 di quella dei lavoratori usciti nell'anno precedente. Nel 2026 tornerà al 100 per cento. Le disposizioni non si applicano al personale togato delle magistrature e agli avvocati e procuratori dello Stato.