Mercoledì 24 Aprile 2024

Quando il Giappone si aprì al mondo: a Prato la mostra dei kimono

Al Museo del Tessuto 50 pezzi della collezione Manavello raccontano l’incontro tra culture: nei ricami la contaminazione delle avanguardie europee

Kimono - Riflessi d'arte tra Giappone e Occidente, in mostra al Museo del Tessuto di Prato

Kimono - Riflessi d'arte tra Giappone e Occidente, in mostra al Museo del Tessuto di Prato

Prato, 28 aprile 2023 –  Raramente una mostra d’arte, di moda e di costume appare al tempo stesso raffinata ed emozionante come ‘Kimono –  Riflessi d'arte tra Giappone e Occidente’, aperta da domani e fino al 19 novembre al Museo del Tessuto di Prato che l’ha organizzata ottenendo anche il prestigioso patrocinio dell'Ambasciata del Giappone in Italia: “Come un cristallo formatosi attraverso l’interscambio di culture diverse, auspico che la mostra, nel segno della reciproca influenza culturale, sarà occasione per scoprire nuove forme di futuro”, ha scritto in una lettera ufficiale inviata ai vertici del Museo del Tessuto l’ambasciatore del Giappone in Italia Suzuki Satoshi, che nei prossimi giorni visiterà l’esposizione in forma privata accompagnato, tra gli altri, da Laudomia Pucci, da sei mesi Console Onorario del Giappone a Firenze (che darà un ricevimento in onore di Satoshi il 3 maggio nel suo Palazzo Pucci in via dei Pucci numero 6 a Firenze).

Un’occasione bellissima per gli appassionati di costumi e di moda che ha strettissimi rapporti con l’arte, come testimoniano i 50 kimono che provengono dalla collezione privata di Lydia Manavello che li ha raccolti con passione ed amore e che li ha già esposti nel 2018 al Museo della Moda e delle Arti Applicate di Gorizia, col quale il museo pratese ha collaborato. Il Direttore Filippo Guarini oggi durante la presentazione alla stampa ha ricordato come sia in arrivo il catalogo edito da Antiga Edizioni con saggi di Francesco Morena, Roberta Orsi Landini, Raffaella Sgubin e Lydia Manavello, mentre Daniela Degl’Innocenti e Arianna Sarti hanno curato l’esposizione e l’allestimento. “Grazie a tutto lo staff del Museo, al Comune col sindaco Matteo Biffoni e ai nostri sostenitori per questa mostra che presenta manufatti di antichi tessuti che tanto ricordano l’arte manufatturiera pratese di ieri e di oggi”, dice il Presidente della Fondazione Museo del Tessuto Francesco Nicola Marini “un omaggio alla secolare tradizione tessile del Paese del Sol Levante per conoscere questo ricchissimo patrimonio”.

Ed ecco appena entrati la suggestione di questi abiti da uomo e da donna, e uno perfino da bambino con le stampe e i ricami di Babbo Natale, tenerissimo, che ci parlano di una raffinatezza con pochi uguali, di queste semplici eppure sontuose modellazioni a T con le ampie e simboliche maniche che arrivano quasi a toccare terra, e disegni e ricami da perdere la testa

Impera il colore, nei rasi e nei lampassi, spesso gli interni sono affascinanti e sorprendenti, per raccontare che, dopo secoli di isolamento, il Giappone a metà dell’Ottocento si è aperto al mondo e dal mondo ha voluto prendere contaminazioni e usi di mondo. Una scelta non certo facile ma sorprendente. Tra paraventi e stampe antiche si apre il percorso, con i disegni che hanno influenzato grandissimi pittori come Van Gogh e Gaugain, ma anche Monet e Manet, di giganti come Hiroshige, Utamaro e Hokusai. Contaminazioni creative e culturali tra Europa e Giappone vivissime ancora oggi, che sono esplose tra metà Ottocento e i primi decenni del Novecento coi Kimono che diventano ispirazioni di abbigliamento anche in Europa e in America, che si aprono alla pittura e al Giapponismo per poi virare al ‘contagio’ dell’Occidente sull’Oriente con lo stile di vita.

La mostra ha ricevuto il sostegno del Comune di Prato, nonché dei soci sostenitori Estra spa, Fondazione Cassa di Risparmio di Prato e Saperi Srl.

È inoltre sostenuta da: Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali del Ministero della Cultura, dalla Regione Toscana, dalle oltre 30 aziende aderenti al Museo del Tessuto Supporter Club (Antilotex, Archè, Art Hotel Museo, A Zeta Filati, Brachi Testing Services, Centro Campionari, DHG, Enrico Pecci di Alberto Pecci e C., Frati Textiles, Giolica, Gruppo Colle, Hubic Marketing, Interporto della Toscana Centrale, Lanificio Bigagli, Lanificio Bisentino, Lido Barni, Lyria, Magniflex, Manifattura Forasassi, Marini Industrie, Mariplast, Marshbird, Nova Fides, Piumini Danesi, Pointex, Pontetorto, Rifinizione Nuove Fibre, Rifinizione Vignali, Tecnorama, Tessilfibre, Texmoda, Villa il Cerretino).

"Il Giappone è una delle più imporanti scoperte culturali dell’Ottocento – spiega lo storico dell’arte Francesco Morena – perché il Paese prima era chiuso. Un guardare agli altri come spiegava Fosco Maraini, che ha regalato ad europei ed americani una cultura sofisticata, diversissima da tutte le altre”.

Roberta Orsi Landini, storica della moda e del costume di livello internazionale, raccontando le tre fasi dell’esposizione, nota come questo dei kimono sia un mondo poco studiato come pure l’esotismo giapponese. “I giapponesi di fine Ottocento e degli anni Venti del Novecento scoprono l’arte occidentale e ne restano stregati  –  dice Orsi Landini – e riportano le loro sensazioni sugli abiti. Dai fiori alle rappresentazioni della nuova modernità, tutto li affascina, specie le tendenze dell’arte che sta sbocciando Futurismo, Dadaismo, applicando tecniche tessili sofisticate e mettendo nei disegni dei kimono quei segni grafici e quei colori che facevano riconoscere la persona. Si scopre la modernità attraverso un abito antichissimo, si prende una traiettoria verso il futuro”.

Stupiscono i riferimenti al Puntinismo sulle sete, le nuvole che diventano gigantesche, i riferimenti a Klimt e a Kandinsky, un tema di avanguardie ideali con le navi e gli aerei, i simboli della bandiera giapponese, delle svastiche tedesche e la bandiera Savoia stampate su un kimono azzurro di seta leggera, la modernità ha il sapore dei grandi viaggi in Europa e delle cartoline.