Venerdì 3 Maggio 2024

I trattamenti di bellezza nel passato: dolorosi e velenosi

Breve viaggio fra gli interventi estetici del passato, fra arsenico e radio e ideali di bellezza irraggiungibili

Locandina storica del corsetto elettrico -Ph credit GRANGER - Historical Picture Archive

Locandina storica del corsetto elettrico -Ph credit GRANGER - Historical Picture Archive

Il desiderio di spogliarci del nostro sé inaridito e consumato nel 2023 e di riemergere scintillanti e freschi, nel segno del disprezzo per il tempo che lascia i segni sul viso e sul corpo, appare sempre forte. Ma bisogna fare attenzione: storicamente, l'idea che “chi bello vuole apparire tante pene deve soffrire” è stata presa alla lettera, dando origine a secoli di convinzione errate, con ricorsi a interventi e rimedi pericolosi e standard impossibili da raggiungere.

L'arsenico che schiariva la carnagione...

Prima dei trattamenti come i “Vampire Facelift” e delle creme idratanti a base di muco di lumaca contemporanee, c'erano "wafer per la carnagione" all'arsenico che promettevano di schiarire la carnagione e ammorbidire i lineamenti o le deturpazioni del viso. Se le donne del Rinascimento, usavano la belladonna per far apparire i loro occhi più grandi e la cacca di gatto per rimuovere i peli, ancor prima pare esistesse un rimedio romano per le imperfezioni, come scrive Ovidio in Medicamena, che consisteva in un pesto di papaveri fatti macerare nell'acqua gelida che si spargeva sulle guance. Mentre Plinio il Vecchio (I sec.), riferisce che le donne romane utilizzavano talvolta preparati a base di sterco di coccodrillo, che aveva un effetto sbiancante sull’epidermide.  L’idea che, in passato, le donne usassero in modo ignorante o sconsiderato veleni mortali a servizio della propria vanità è “un tropo misogino che circola fin dai tempi classici”, scrive la professoressa di storia dell’arte Jill Burke nel suo libro How to Be a Renaissance Woman. Burke descrive casi di avvelenamento avvenuti a Roma nel XVI secolo, dove le donne usavano l'acqua tofana - una miscela contenente arsenico macinato e piombo mascherata da prodotto per la cura della pelle - per avvelenare lentamente i loro mariti violenti o semplicemente "ubriachi e inetti" (almeno 46 i casi, anche se alcuni ipotizzarono ben 600!). Ma anche quando l’obiettivo non era l’omicidio del marito, le donne, nel corso della storia, probabilmente sapevano esattamente cosa stavano facendo. La bellezza conferiva potere, status e controllo in un mondo in cui le donne avevano ben poco di ciò. Non c’è da meravigliarsi che ricorressero a trattamenti strani o pericolosi. Ma è davvero così diversa una pulizia del viso con una sanguisuga dall'iniezione di una tossina botulinica sulla fronte?

I romani fanatici della depilazione

I romani praticavano pesantemente la depilazione: gli uomini per le prestazioni sportive e le donne per via del patriarcato. “Niente rancore di capra selvatica sotto le tue ascelle, niente gambe irte di pelo duro!”, scrisse Ovidio, il che era apparentemente divertente. I mezzi utilizzati erano solitamente: gusci di noce arroventati; una miscela di soda, olio, e pece, e, ovviamente,  pinzette e volsella. Ciò è ampiamente dimostrato nella città romana di Eterotermo, villaggio dello Shropshire (Inghilterra), sulla riva orientale del fiume Severn, dove è stato trovato un “numero sorprendentemente elevato di pinzette” utilizzate da “epilatori” professionisti.

Polvere di piombo per il volto candido di Elisabetta I?

E' vero che Elisabetta I d'Inghilterra si copriva il volto di piombo? Le polveri composte da metalli altamente tossici, come il bianco di piombo, chiamato “biacca”  e poi noto con il nome di cerusa veneziana, era un cosmetico dell'epoca, per una pelle bianchissima e un viso di porcellana da sfoggiare in ogni occasione mondana, ma non ci sono prove certe che lo usasse. In realtà, un team di ricerca ha ricreato e testato unguenti storici e ha scoperto che erano piuttosto buoni, come creme per il viso ricche di grasso di pecora, vitamina E e antiossidanti.

Corsetto elettrico, 1890

Come se i corsetti non fossero già abbastanza brutti, ecco che arrivò la scienza per renderli ancora peggiori: la signora Whiting, che soffriva da sempre di stitichezza, stava “meravigliosamente meglio” grazie a questo corsetto elettrico. Una seducente piccola stampa dell'epoca prometteva che il petto sarebbe stato aiutato nel suo “sano sviluppo”. Il corsetto elettrico proveniva da 52 Oxford Street, a Londra ed era un rimedio per curare l'isteria e consigliato per i benefici " organici". Esilarante!

Il sapone all’arsenico del dottor Mackenzie, 1897

Nel 1850, i resoconti sui mangiatori di arsenico austriaci davano risalto alle loro carnagioni impeccabili, dando il via alla mania dei prodotti di bellezza arricchiti di arsenico. Sfortunatamente, i prodotti per il benessere all’arsenico facevano impallidire distruggendo però i globuli rossi, ma all'epoca era stato “garantito come assolutamente innocuo”!

Cosmetici e fanghi a base di Radio....

Per la prima metà del ‘900 Europa e Stati Uniti furono pervasi dall’entusiasmo per qualsiasi prodotto che dichiarasse di contenere Radio, elemento appena scoperto e subito salito alla ribalta. Portato alla luce dai coniugi Curie, il Radio brillava al buio e si pensava possedesse proprietà benefiche. Nel febbraio 1921, per esempio, il dottor Charles G. Davis di Chicago pubblicava sull'American Journal of Clinical Medicine: “La radioattività è l’essenza stessa della vita […] previene la pazzia, stimola le emozioni nobili, ritarda la vecchiaia e crea una splendida, lieta vita giovanile. Entrarono nel mercato creme e compresse radioattive, fanghi e acque con un’alta radioattività naturale, mentre in Francia venne brevettato il marchio “Tho-Radia” per una linea di prodotti di bellezza contenenti sali di Torio e Radio: creme per il viso, polveri, balsami, saponi, dentifrici, compresse per l’igiene intima. E non per ultimo, il rossetto radioattivo pubblicizzato perché donava alle labbra tonalità speciali e una bellezza fuori dal comune. Il massimo momento di splendore per il mercato dei prodotti radioattivi arrivò col “Radithor”, una soluzione di due isotopi del radio (Ra-226 e Ra-228) disciolti in acqua distillata per la cura di debolezza e impotenza. Col tempo, però, i casi di “avvelenamento da Radio” aumentarono e nel tempo emerse la pericolosità per l’esposizione alle sostanze radioattive. Dopo le esplosioni delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagaski si pose fine al commercio di prodotti radioattivi. 

Il cetriolo ti fa più bella?

Il cetriolo è sinonimo di bellezza? Tra i tanti "rimedi delle nonne" questo resiste ancora oggi. Uno studio afferma che è “un rimedio eccellente strofinato sulla pelle per mantenerla morbida e bianca”, poiché contiene “acidi organici naturali come gli acidi glicolico, lattico e salicilico” e inibisce la tirosinasi.... Insomma pur di inseguire la bellezza, si accetta di somigliare a un salmone da buffet! Che non sia l'ennesimo rimedio di bellezza infondato che insegue un ideale irrealistico rispetto a cui non riusciamo a essere all’altezza?