Mercoledì 24 Aprile 2024

I costumi di Gabriele Mayer in mostra alla Gnam

Fino al 18 giugno, la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma celebra il lavoro del maestro Gabriele Mayer.

Scena tratta dal film Marie Antoinette di Sofia Coppola

Scena tratta dal film Marie Antoinette di Sofia Coppola

Il titolo della mostra è altamente esaustivo: “Gabriele Mayer. La misura dell’invenzione. Arte e mestiere di un sarto costumista”. Curata da Lucia Masina e dallo stesso Gabriele Mayer, l'esposizione propone 150 fotografie e oltre 250 bozzetti, affiancati dai campioni dei tessuti utilizzati. Il materiale proviene dall’Archivio Mayer alla Galleria Nazionale e include disegni realizzati da alcuni tra i principali costumisti italiani e stranieri. La raccolta, iniziata dal padre di Gabriele, ripercorre quasi un secolo di storia e comprendere anche alcuni bozzetti che risalgono agli anni Trenta. I documenti fotografici, invece, racontano le collaborazioni e i sodalizi stretti nel tempo, portando alla luce le amicizie con i protagonisti dello spettacolo, strette nel corso delle varie produzioni televisive e teatrali. Oltre all'esposizione grafica e fotografica, in mostra ci sono anche circa 70 costumi e abiti di scena realizzati dal sarto costumista, provenienti dalla sartoria theOne Costumes. Tra questi, non mancano gli abiti del film “Marie Antoinette” di Sophia Coppola, quelli di “Macbeth” di Paolo Tommasi, e i costumi realizzati per lo spettacolo “i Centauri”di Luca Ronconi. Non sono però solo gli iconici costumi cinematografici e teatrali a raccontare la storia di Gabriele Mayer. Tra gli abiti in mostra, non possono infatti mancare quelli realizzati per le produzioni televisive. Il sarto costumista ha infatti vestito Raffaellà Carrà in quello che è stato il primo show Rai, trasmesso tra il 1983 e 1985, “Pronto...Raffaella?”, così come portano la sua firma gli abiti dei Caroselli Barilla con Mina, ma anche quelli di Milva, Heather Parisi, Lorella Cuccarini, del trio Solenghi e di molti altri. Sempre in fatto di personaggi dello spettacolo, significativa è la collaborazione nella realizzazione dei costumi di scena indossati da Renato Zero.  

La carriera e le principali collaborazioni

All'anagrafe Gabriele Pacchia, classe 1940, Mayer ha il mestiere che gli scorre nelle vene. Con il padre sarto costumista e la madre sarta, la famiglia ha una sartoria che realizza abiti e costumi teatrali. Quando Gabriele entra attivamente in sartoria, non tardano ad arrivare le prime grandi collaborazioni, in particolare quelle con costumisti del calibro di Giulio Coltellacci, Maria De Matteis e Piero Gherardi. Per citarne alcuni, dall'attività sartoriale e l'incontro con Gherardi nascono gli abiti per “La dolce vita”, una parte di “8 e mezzo” e “Giulietta degli spiriti” di Fellini. Molte sono le collaborazioni che hanno portato i suoi abiti a calcare i palchi dei principali teatri come quelle con Luca Ronconi e Walter Le Moli. Testimone di un'epoca, il lavoro di Mayer è stato protagonista degli anni Sessanta, spaziando con la sua creatività dal teatro, al cinema alla tv. Ripercorrere la sua carriera e le sue creazioni significa dunque attraversare una parte fondamentale dello mondo spettacolo ma anche scoprire il mondo della sartoria e dei costumi. Un universo antico fatto di abilità artigiane e sapere prezioso che si cela dietro la fortuna dei più grandi spettacoli e dei personaggi più noti.