Mercoledì 24 Aprile 2024

Gli iconici corsetti di Vivienne Westwood

Da indumento intimo a rivoluzionario capo di seduzione: l’evoluzione del corsetto nella mostra Vivienne Westwood Corsets: 1987 to Present Day

Il leggendario Portrait, con particolare del dipinto “Daphnis et Chloé” di Boucher

Il leggendario Portrait, con particolare del dipinto “Daphnis et Chloé” di Boucher

Tra gli oltre quattrocento eventi in programma alla Craft Week di Londra, in scena fino al 14 maggio, merita senza dubbio una citazione la mostra “Vivienne Westwood Corsets: 1987 to Present Day”, un caleidoscopico viaggio dalle sfumature punk tra le creazioni della compianta stilista britannica che ci ha lasciato lo scorso dicembre. Al numero 44 di Mayfair's Conduit Street, dove ha sede lo store Viviene Westwood, l’esposizione - qui alla seconda “tappa” dopo l’acclamato debutto a Parigi lo scorso aprile - celebra il fascino di un indumento odiato e amato, tortura e vezzo: dal primo del 1987 fino al più recente, i corsetti sfilano accompagnati dal lancio di una esclusiva linea di gioielli ispirata al fascino del bustier, pezzo di punta il ciondolo tridimensionale raffigurante il corsetto Portrait in versione dorata.

Portrait e le ispirazioni della Wallace Collection

La grandiosità rococò della Wallace Collection che ospita la più importante collezione di dipinti di François Boucher, così come altri capolavori del XVIII e XIX secolo, (si trova in Manchester Square nel complesso di Hertford House), è stata una grandissima fonte di ispirazione per Vivienne Westwood durante tutta la sua vita. Attratta dal “voluttuoso trambusto” delle opere pittoriche in mostra, dai fiocchi, dalle perle, dalle porcellane di Sèvres e dai numerosi manufatti provenienti da Versailles, la Westwood ha tradotto questo gioco di volumi, colori e sfumature in “Portrait”, la sua collezione autunno/inverno 1990. «Volevo usare i dettagli che incarnavano maggiormente i dipinti» dichiarò a riguardo, nasceva così uno dei suoi corsetti più famosi con la stampa di un particolare del dipinto “Daphnis et Chloé” di Boucher (1743).

1987, l’anno della “rivoluzione: Statue of Liberty

La storia d’amore tra Vivienne e i corsetti nasce tre anni prima con la collezione autunno/inverno 1987/1988. Un gioco di abbigliamento del XVIII secolo, il bustier senza maniche viene trasformato da indumento intimo tradizionale a capospalla, portato sulle passerelle in versione top realizzato con un elegante Harris Tweed, dando, così, vita all’iconico corsetto Statue of Liberty. Westwood lo ha soprannominato così per il modo in cui trasformava la postura di chi lo indossava, ricordando anche l'imponente femminilità e la libertà simbolica del famosissimo monumento di New York (la Statua della Libertà). Successivamente, nel 2019, la stilista presentò un’esclusiva limited edition del suo corsetto, realizzato in raso e in tre colori: nero, rosso e bianco.

La collaborazione con il marito Andreas Kronthaler

La mostra propone corsetti che coprono un periodo di oltre trent’anni, disegnati sia dalla Westwood che dal marito Andreas Kronthaler che nel 2016 ha rilevato la collezione "Gold Label" del marchio (ora si chiama Andreas Kronthaler per Vivienne Westwood). La retrospettiva, curata davvero in ogni minimo dettaglio, offre la rara possibilità di vedere alcuni dei look cardine delle passerelle di Westwood, la cui opera rivoluzionaria continua a ispirare le collezioni contemporanee. Non manca, a chiudere l’esibizione, l'abito da sposa con corsetto indossato per l’uscita finale da Cora Corré, nipote di Vivienne, nel corso della sfilata Andreas Kronthaler per Vivienne Westwood Autunno Inverno 2023/2024, la prima dalla morte della stilista, svoltasi a marzo negli scintillanti saloni Belle Epoque del Palais de la Marine, in Place de la Concorde.