Il nostro guardaroba ha bisogno di un kilt? Non è una domanda che probabilmente pensavamo di farci, eppure il fatto che, in uno dei primi post del 2024, sulla sua pagina social, Claudia Winkleman, annunciatrice televisiva e giornalista britannica, attualmente conduttrice del reality show “The Traitors”, è apparsa con un maglione country e una splendida gonna scozzese a pieghe, riflette la crescente popolarità del kilt. La Winkleman, fra le donne più riconoscibili della televisione britannica con il suo stile unico e ammirato da tutti, ha sfoggiato, infatti, nel secondo episodio della nuova stagione della serie un look che è tutto da copiare. E che «Il kilt è davvero tornato» lo confermano anche i dati: sul sito di rivendita di seconda mano Depop, le ricerche di kilt sono aumentate del 52% su base mensile. Per una venditrice, Charlotte Dibley, «l’artigianalità e i materiali di qualità dei kilt spiccano in un mondo dominato dalle tendenze fugaci del fast fashion». Per quanto riguarda il segmento del lusso, il brand Chopova Lowena, vivace marchio con sede a Londra, ha recentemente dato la carica a questo capo. Le gonne a pieghe con moschettone dell'etichetta sono amate dalle star del K-pop e da Chloë Sevigny, su tutti. Incantevoli i kilt di Burberry, poi, mentre Rave Review ricicla i kilt vintage per creare gonne dall'aspetto molto fresco. Lo stilista di Glasgow Charles Jeffrey, già noto negli ambienti della moda per i suoi kilt, ha affermato che il capo rappresenta «forza, sovversione e spirito scozzese». A confermare il trend il fatto che al Met Gala dello scorso anno, il rapper e modello A$AP Rocky, ampiamente riconosciuto come uno degli uomini più stilosi sui tappeti rossi, indossava quello che sembrava essere un kilt scozzese rosso sopra jeans tempestati di gioielli.
Cosa è esattamente il kilt?
Il kilt rappresenta molte cose per molte persone e ciò che lo qualifica esattamente non è sempre chiaro. «Essenzialmente è un pezzo di stoffa indossato come indumento intorno alla vita con la parte anteriore piatta, chiamata grembiule, e con la parte posteriore pieghettata» afferma John McLeish, presidente della Scottish Tartan Authority, che ne possiede sei. Naturalmente, dice, «i kilt non devono essere necessariamente tartan, ma generalmente lo sono». Forse non tutti sanno che nel 1740, dopo il fallimento della rivolta giacobita, il kilt fu bandito a nord della linea delle Highland scozzesi. Il divieto fu revocato nel 1782, e un sostenitore della causa trasse conforto dalla sua reintroduzione: «Questo deve portare grande gioia a ogni cuore delle Highland. Non sei più legato agli abiti poco virili degli abitanti delle pianure» disse... Ma quasi due secoli dopo, il kilt fu reinventato da Vivienne Westwood e divenne sinonimo di punk. È sia schieramento che anti-establishment; regalità e ribellione in un un'unica gonna. Così affascinante, peraltro.
Un capo che si presta alle rivisitazioni in chiave contemporanea
E' probabile che la rinnovata popolarità dl kilt dipenda dalla capacità di andare oltre la politica e la funzione militare originale: è un capo bello in sé, capace di essere reinventato e reinterpretato da ogni nuova generazione. In qualche modo è un capo senza tempo suscettibile di rivisitazioni e riletture da parte degli stilisti e quindi, in qualche senso, aperto alla “sovversione”. Sui dizionari della moda per kilt si intende un gonnellino pieghettato, a quadri, di vari colori, tipico del costume militare scozzese, indossato anche come divisa nei reggimenti Highlanders. I colori e i disegni a scacchi della stoffa sono determinati da quelli del clan di appartenenza. Nonostante la forte matrice patriottica, è, però, un capo versatile e talmente affascinante che i trend non sembrano minimante scalfirne la bellezza.