Roma, 7 marzo 2024 – L’inverno 2023-2024 “è risultato il più caldo dal 1800 sull’Italia, ossia da quando si effettuano le registrazioni”. L’analisi è di Edoardo Ferrara, meteorologo di 3BMeteo.
Che osserva: “Colpisce soprattutto l’anomalia termica complessiva di questo inverno, che secondo le elaborazioni dell’Isac-Cnr è risultato di ben 2.19°C sopra la media trentennale 1991-2020, che già di per sé è una media più alta rispetto a quella calcolata nei decenni precedenti”.
“Si tratta di un valore davvero significativo – fa notare l’esperto – se si pensa che è mediato su tutto il territorio nazionale e per tre mesi (dal 1 dicembre al 29 febbraio, quando si è concluso l’inverno meteorologico). Se consideriamo solamente febbraio 2024, l’anomalia sale a ben +3.09°C, risultando il più caldo mai registrato, tutto questo nonostante l’ultima decade del mese abbia visto frequenti episodi piovosi”.
Anticicloni africani e perenne autunno
“Questa situazione è stata esasperata dalla frequente invadenza degli anticicloni subtropicali su Mediterraneo, ovest Europa e quindi anche Italia soprattutto tra dicembre e gennaio – prosegue Ferrara -. Hanno pilotato masse d’aria eccezionalmente calde per il periodo a più riprese. Le anomalie termiche si sono fatte sentire in pianura, ma soprattutto in quota, con gli zeri termici che in più occasioni hanno superato i 3.000-3.500 metri di altezza, praticamente come in estate”.
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Le stagioni delle perturabazioni atlantiche
Pochi gli spunti piovosi fino al 20 febbraio, ricorda Ferrara, “data dopo la quale le cose sono cambiate radicalmente con lo smantellamento dell’anticiclone e l’arrivo in serie delle perturbazioni atlantiche. Perturbazioni che hanno portato preziose piogge, ma in un contesto termico ancora spesso sopra la media, dalle caratteristiche praticamente autunnali. Ne sono testimonianza i surplus pluviometrici che al Nord sono più tipici di ottobre e novembre: in alcuni casi si sono già superati i 300-400mm da inizio anno, ben oltre quella che dovrebbe essere la media del bimestre gennaio-febbraio. Ad esempio a Milano sono caduti anche oltre 300mm di pioggia a fronte di una media attestata intorno ai 105-110mm, quindi tre volte tanto (il contributo pluviometrico maggiore peraltro è arrivato solo a febbraio). Questo fatto in parte tradisce anche la presenza di maggiore energia a disposizione delle perturbazioni proprio per via delle temperature più elevate. E’ nevicato e anche tanto sulle Alpi, ma in genere solo dalle quote medie con scarsi se non nulli episodi nevosi a quote collinari, contestualmente ad una rapida fusione del manto nevoso in concomitanza della cessazione delle precipitazioni fin verso i 1400-1600m”.
Nel fine settimana forte perturbazione
“Nel frattempo le condizioni meteo si mantengono instabili o a tratti perturbate sull’Italia, reiterando la fase piovosa iniziata ormai da oltre due settimane. Sia venerdì che nel weekend sono infatti previste nuove perturbazioni con ulteriori passaggi piovosi, in particolare domenica quando è atteso il fronte più intenso, con piogge anche di forte intensità specie al Nord e lungo il versante tirrenico. Nevicate copiose interesseranno le Alpi mediamente dai 700-1200m a seconda delle zone, ma la neve potrà spingersi a tratti fino in collina sul Piemonte, dove resisteranno delle sacche di aria fredda. Al Centrosud infatti le temperature si porteranno nuovamente sopra la media per via dei forti venti di Scirocco, che potranno spazzare coste e Appennino con raffiche anche di oltre 70km/h”.