Giovedì 18 Aprile 2024

Allarme Onu: arriva El Nino, temperature record in estate. Cos’è e quali sono le conseguenze

Gli esperti del Wmo ritengono altamente probabile l'insorgenza di un sistema climatico surriscaldato nel Pacifico, con ripercussioni su tutto il suolo terrestre. “Impossibile dire quanto durerà”

Roma, 3 maggio 2023 – Arriva El Niño: notizia pessima sul fronte del meteo. Non parliamo di previsioni imminenti ma delle prospettive per i prossimi mesi. E’ la Wmo (World Meteorological Organization), agenzia specializzata dell’Onu con sede a Ginevra, a lanciare l’allerta. “El Niño porterà molto probabilmente a un nuovo picco nel riscaldamento globale e aumenterà la possibilità di battere i record di temperatura", avverte il segretario dell’organizzazione Petteri Taalas. La probabilità che si sviluppi nel periodo tra maggio e luglio è del 60%, tra giugno e agosto del 70%, tra luglio e settembre dell’80%. Al momento, dicono gli esperti dell’Onu, è impossibile stabilire quanto durerà. 

L'estrema siccità in Australia è una delle conseguenze di El Nino (foto generica Ansa)
L'estrema siccità in Australia è una delle conseguenze di El Nino (foto generica Ansa)

Cos’è El Nino 

Ma di cosa si tratta? El Niño è un sitema climatico “associato al riscaldamento delle temperature superficiali dell'Oceano Pacifico tropicale centrale e orientale”, spiega il rapporto del Wmo. Si verifica in media ogni due o sette anni e dura in media dai nove ai dodici mesi. 

Ha un impatto opposto rispetto a La Niña, fenomeno che comporta invece un raffreddamento,  che si è appena concluso dopo un ciclo insolitamente lungo di tre anni. Nonostante una fase così prolungata della Niña abbiamo avuto “gli otto anni più caldi mai registrati – spiega Taalas – . Lo sviluppo di un El Niño molto probabilmente porterà a un nuovo aumento del riscaldamento globale e aumenterà la possibilità di battere i record di temperatura”. 

Le conseguenze

Durante l'estate boreale, l'acqua calda di El Niño può alimentare gli uragani nell'Oceano Pacifico centro-orientale, mentre ostacola la formazione degli uragani nel bacino atlantico. Provoca siccità importante in Australia, Indonesia e in alcune zone dell'Asia meridionale.

L'effetto sulle temperature globali di solito si manifesta nell'anno successivo al suo sviluppo e quindi sarà probabilmente più evidente nel 2024.

Non sono il Niño e la Niña ad influenzare il clima terrestre. Nel suo aggiornamento il Wmo cita tra i fattori rilevanti l'oscillazione del Nord Atlantico, l'oscillazione artica e il dipolo dell'Oceano Indiano. Ma la temperatura della superficie degli Oceani ha un alto valore predittivo su quella terrestre. E ad oggi un aumento di temperatura è previsto “su tutte le aree terrestri dell'emisfero settentrionale e meridionale”. 

I segnali di El Nino

Dal febbraio 2023 in poi c'è stato un aumento significativo delle temperature superficiali del mare nel Pacifico equatoriale. Ci sono ancora delle incertezze previsionali ma questi recenti sviluppi indicano “una forte probabilità dell'insorgenza di El Niño all'inizio della seconda metà del 2023 e della sua continuazione durante il resto dei sei mesi”. 

L'anno più caldo di sempre

Secondo i rapporti sullo stato del clima globale del Wmo, il 2016 è stato l'anno più caldo mai registrato per due con-cause: un potente El Niño ha agito in modo concomitante al riscaldamento indotto dall'uomo dovuto ai gas serra.