Mercoledì 8 Maggio 2024

Thubron sulle orme di Chatwin: "Viaggiare con umiltà"

Autore di diciotto diari e otto romanzi. "Il mio obiettivo è ascoltare le persone che incontro e trasmettere l’aura dei luoghi"

Migration

di Riccardo Jannello

A 83 anni Colin Thubron è un punto di riferimento nella letteratura di viaggio e un modello di come si dovrebbe viaggiare. Lo scrittore inglese – 18 diari e otto romanzi – sarà domani a Lerici (La Spezia) a ritirare il Premio Chatwin vinto lo scorso anno (quest’anno è andato a Giulia Tabacco per la narrativa, Alberto Bortoluzzi per la fotografia) e a presentare Tra Russia e Cina. Lungo il Fiume Amur (Ponte alle Grazie).

Colin, con questo ultimo libro torna in oriente: che cosa la appassiona di quelle terre?

"Fin dall’infanzia sono stato attratto da paesi di antica civiltà. Questo primo amore romantico è stato poi soppiantato da un fascino per quei paesi che la mia generazione è stata educata a temere: la vecchia Unione Sovietica della Guerra Fredda e il cosiddetto ‘pericolo giallo’ della Cina. Volevo sperimentare e cercare di capire i nemici che avevo ereditato".

Lei era al confine russo-cinese prima del conflitto in Ucraina: cosa ha percepito?

"Sono sempre stato colpito, soprattutto in Siberia, sia dalla povertà della comunità russa media, sia dalla sua capacità di recupero: hanno una grande capacità di sopportare le difficoltà, una specie di forza passiva".

Quali storie insegue di più?

"Voglio semplicemente ascoltare quello che la maggior parte delle persone vuole dirmi. Queste sono le storie che sfuggono ai normali titoli perché non sono importanti: cose della vita di tutti i giorni. E spesso queste sono le cose che ci uniscono".

Come dovrebbe essere un diario di viaggio per lei?

"Sono riluttante a legiferare su come dovrebbe essere un diario di viaggio. Non appena stabilisci una regola, qualcuno arriva e la infrange in modo creativo. Vorrei che le mie parole dipingessero una sorta di ritratto cumulativo di un luogo che includa l’intera storia e i dettagli di vite umili. La scrittura di viaggio ha questa capacità unica di inclusività e di trasmettere l’aura e l’odore di un luogo. Trovo questo profondamente attraente".

E cosa è il romanzo per lei?

"Alcuni dei miei romanzi hanno incluso i viaggi, ma la maggior parte riguarda una vita più interiore, in cui il viaggio, se esiste, è nella mente delle persone. Trovo l’esistenza umana infinitamente strana, e i miei romanzi generalmente scaturiscono da un sentimento di meraviglia". Che cosa è la memoria?

"Posso solo dire che durante il viaggio la mia memoria (che è nella media) è inadeguata per tutto ciò che ho vissuto. Devo annotare tutto sui quaderni: sennò dimenticherei il dettaglio di un paesaggio o di una conversazione. Spesso è il dettaglio che dà vita a una descrizione: l’intonazione di una voce o la consistenza di una scogliera".

Viaggiare solo e con mezzi spesso di fortuna: perché?

"Più semplice è l’attrezzatura più flessibile è il viaggiatore. E ti metti alla pari degli abitanti, e allora è più probabile che ti accettino. Ed è incredibile quanto poco ci serva davvero. Quindi viaggiare può essere uno sfogo, una liberazione dal sé".

Com’era Bruce Chatwin?

"Lo conoscevo un po’ e sono sempre stato colpito dalla sua passione per la narrazione e dal suo fascino per la stranezza del mondo. Era un personaggio ossessivo, assolutamente non convenzionale, era sempre stimolante stare con lui".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro