Mercoledì 8 Maggio 2024

L’Italia più bella? Proprietà privata: pensionato rivendica la Scala dei Turchi

Come nel film di Totò: "Brand e uso dell’immagine si dovranno pagare". Sui social migliaia di foto della scogliera e in Sicilia esplode il caso

Michele Riondino alla Scala dei Turchi nella serie tv "Il Giovane Montalbano"

Michele Riondino alla Scala dei Turchi nella serie tv "Il Giovane Montalbano"

Palermo, 13 settembre 2019 - «Montalbano finì il gelato e partì verso la Scala dei Turchi. Passato un promontorio, gli apparse ‘mprovvisa. Se l’arricordava assai più imponenti.... Ma anche accussì ridimensionata conservava la sua sorprendente billizza». È con profondo amore che Andrea Camilleri descrive uno dei luoghi simbolo della sua Sicilia bedda, la scogliera di marna sul litorale di Realmonte costituita da roccia sedimentaria a grana fine, formata da calcare e argilla, di un bianco accecante, che ha promosso l’immagine dell’isola a livello internazionale. La gradinata naturale scavata nella roccia da vento e pioggia è ora al centro di una singolare querelle: il Comune di Realmonte potrebbe cedere i diritti d’immagine del bene ambientale, tra i più famosi d’Italia e più postati nel periodo estivo sui profili social di molti influencer a chi ne detiene la proprietà fisica. 

Una decisione che ha fatto girare i “cabasisi” - per dirla come Camilleri - a politici e ambientalisti. La vicenda ricorda l’esilarante scena di un film di Totò, in cui chiede i diritti di immagine, tentando perino di vendere la Fontana di Trevi, in quanto «di nostra propietà». Dal grande schermo alla realtà, il passo è breve: così sul tavolo del primo cittadino di Realmonte è arrivata la bozza di un accordo con i privati proprietari dell’area che da anni hanno avviato un contenzioso, rivendicando la piena proprietà della zona, costa inclusa. Una bozza nella quale il Comune in cambio della proprietà piena della Scala dei Turchi concederebbe per settant’anni il 70% dei “diritti d’immagine” ai privati per servizi giornalistici, cinematografici e pubblicitari che riprendono quel tratto della collina di marna candida.

A completamento del “patto”, la creazione di un brand “Scala dei Turchi”, in modo che chiunque nel mondo richiami questo capolavoro di Madre Natura, sarà tenuto a pagare un obolo. Un po’ come ha fatto una decina di anni fa il Comune di Reggio Emilia stabilendo che per fotografare e riprendere i futuristici ponti progettati dall’archistar Santiago Calatrava - location d’elezione per grandi case automobilistiche che lì hanno girato tanti spot - occorreva metter mano al portafoglio.  Le voci contro, in Trinacria, non hanno tardato a farsi sentire: «Una follia alla quale ci opporremo in tutti i modi, anche perché questo accordo transattivo arriva senza nemmeno andare fino in fondo nella causa aperta in Tribunale, difenderemo la Scala dei Turchi in tutti i modi» tuona il deputato regionale del Pd, Michele Catanzaro, che ha presentato una interrogazione urgente all’Ars chiedendo l’intervento immediato dell’assessore regionale all’Ambiente Toto Cordaro. «Ho sbagliato solo a far vedere questa bozza a certi consiglieri di opposizione, comunque al momento non commento perché la giunta non ha approvato alcun atto», replica il sindaco. «Un accordo quanto meno curioso, un accordo fra pubblico e privato a totale vantaggio del secondo - interviene il presidente di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna - ci chiediamo perché, qual è l’utilità di questo accordo e perché il Sindaco abbia deciso di svendere in questo modo la Scala dei Turchi che deve, invece, essere patrimonio di tutti».

A rivendicarne la proprietà, con conseguenti diritti di accesso e utilizzo, è Ferdinando Sciabbarrà, 72 anni, ex dipendente della Camera di commercio di Agrigento, attualmente in pensione. Per dirimere la questione che si trascina da anni, il giudice ha invitato lui e la controparte a trovare un accordo. Il Comune di Realmonte ha così dato un incarico all’avvocato Vincenzo Caponnetto che, dopo aver interloquito con i legali di Ferdinando Sciabbarrà, ha proposto l’accordo adesso al vaglio del sindaco che, nei giorni scorsi, lo ha illustrato ad alcuni consiglieri. Distribuendo copie di quella che, per restare in ambito cinematografico è già stata definita una vera e propria «proposta indecente».  

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