Mercoledì 13 Novembre 2024

San Lorenzo, la notte delle stelle. Storia e perché si esprimono i desideri

Tra scienza e storia, le cose da sapere sulla notte delle Perseidi, lo sciame meteorico osservabile tradizionalmente il 10 agosto di ogni anno

10 agosto, notte delle "lacrime di San Lorenzo"

10 agosto, notte delle "lacrime di San Lorenzo"

Il 10 agosto, in quella che è conosciuta da tutti come la notte di San Lorenzo, torna il tradizionale appuntamento con le stelle cadenti, note anche come lacrime di San Lorenzo. Si tratta di un fenomeno astronomico che dura in realtà diversi giorni e che dal punto vista scientifico ha ben poco a che fare con le stelle vere e proprie. Tutti concetti probabilmente non nuovi, ma che vale la pena ripassare in attesa di godersi lo spettacolo vero e proprio (nuvole permettendo).

Stelle cadenti e sciame delle Perseidi

Intanto una premessa doverosa: le cosiddette stelle cadenti sono il frutto dell'incontro tra l'orbita terrestre e un cumulo di detriti spaziali provenienti da un corpo celeste più grande (una cometa). Quando tali frammenti rocciosi, la cui velocità è di svariati chilometri al secondo, entrano in contatto con l'atmosfera, iniziano a bruciare per via dell'attrito provocando una pioggia luminosa (le meteore) osservabile a occhio nudo. Nello specifico, ad accendere la notte di San Lorenzo è lo sciame delle Perseidi, un mix di polveri e ghiaccio lasciato per strada dalla cometa Swift-Tuttle durante la sua passeggiata periodica intorno al Sole. Il nome Perseidi deriva da Perseo, la costellazione in cui è posizionato il radiante, ossia il punto da cui sembrano arrivare in apparenza tutte le scie. Il nostro pianeta attraversa questo sciame una volta all'anno nel corso dell'estate: il fenomeno non si esaurisce dunque in una sola notte, ma si manifesta già da fine luglio, con il picco di attività tra il 12 e il 13 agosto, quando con un po' di fortuna si possono ammirare fino a cento stelle cadenti all'ora.

Perché si parla di lacrime di San Lorenzo

Il 10 agosto ricorre la celebrazione liturgica di San Lorenzo, martire cristiano messo a morte nel 258 d.C. a seguito delle persecuzioni nei confronti di vescovi, presbiteri e diaconi volute dall'imperatore romano Valeriano. Lorenzo, che era uno dei sette diaconi di Roma, venne ucciso quattro giorni dopo la decapitazione di papa Sisto II: il suo supplizio alimentò un culto molto sentito nei primi secoli di vita della Chiesa cattolica, facendo nascere la credenza che lo sciame delle Perseidi fosse la testimonianza delle lacrime versate durante il martirio. Un'interpretazione religiosa da cui scaturisce a sua volta l'usanza di esprimere un desiderio ogni volta che si osserva una stella cadente nel cielo, nella speranza che la richiesta si avveri per intercessione del santo.

Perché il desiderio?

Le leggende attorno all'origine della tradizione sono tuttavia differenti. Così come le spiegazioni legate all'usanza. 'Ballano' tutte attorno all'interpretazione del termine desiderio. C'è chi attribuisce il legame con le stelle cadenti alla definizione di desiderantes proposta da Gaio Giulio Cesare nel suo De Bello Gallico. Erano, i desiderantes, i soldati che attendevano sotto le stelle i compagni dispersi al termine di una battaglia. Con la speranza di vederli spuntare ancora in vita.

Detto dell'interpretazione religiosa, legata al santo, ecco quella etimologica: la parola desiderio è composta dalla desinenza latina de- e dal termine sidus, che significa stella. Letteralmente desiderio significa "cessare di contemplare le stelle a scopo augurale".  C'è poi chi riconduce l'usanza ai marinai che desideravano tornare sulla terra ferma. E, per farlo, l'unica soluzione era affdarsi alla guida delle stelle.