
Una mostra su Raffaello Sanzio (foto d'archivio)
Milano, 16 luglio 2020 - La morte di Raffaello non fu dovuta alla sifilide, ma probabilmente a una polmonite. Da Milano arriva una possibile svolta per quanto riguardo il mistero della morte del grande genio del Rinascimento. La novità su questo giallo che va avanti dal 6 aprile 1520, giorno della morte di Raffaello, emerge grazie ricerca dell'Università di Milano-Bicocca.
Scomparso a soli 37 anni, Raffaello Sanzio nel corso dei secoli è stato accostato alle più diverse malattie che ne avrebbero causato la morte: sifilide, malaria, tifo, polmonite, avvelenamento. Ora la ricerca dell'Università di Milano-Bicocca, basandosi su testimonianze dirette e indirette dell'epoca, cerca di fare luce tra queste ipotesi, indicando la polmonite come la più plausibile. E inquadrando il trattamento terapeutico allora adottato - il salasso - all'interno di un dibattito medico-sanitario vivace e non così omologato come a volte si è portati a pensare. Lo studio è appena stato pubblicato da 'Internal and Emergency Medicine', la rivista ufficiale della Società italiana di medicina interna, a cura di Michele Augusto Riva, ricercatore di Storia della medicina dell'Università di Milano-Bicocca, Michael Belingheri, ricercatore presso lo stesso ateneo e dai medici Maria Emilia Paladino e Marco Motta. "Ci siamo basati su alcune fonti dirette e indirette dell'epoca - spiega Riva - che mi hanno permesso di approfondire le circostanze della morte di Raffaello. Oltre a 'Le vite' del Vasari, fonte irrinunciabile ma pubblicata 30 anni dopo l'evento, ho approfondito le testimonianze di personaggi storici coevi del pittore e presenti a Roma in quel periodo, come quella di Alfonso Paolucci, ambasciatore del duca di Ferrara Alfonso I d'Este o alcuni documenti riscoperti nell'Ottocento dallo storico dell'arte Giuseppe Campori".
Primo punto fermo di questa ricerca: non fu la sifilide il morbo fatale. "C'è chi ha voluto ricollegare la scomparsa di Raffaello a una condotta di vita molto libertina - continua Riva - ma la sifilide è una malattia dal decorso molto lungo, mentre i testimoni ci raccontano di una malattia sviluppatasi all'improvviso, che porta alla febbre e alla morte sopraggiunta dopo 8-10 giorni".
Secondo punto: esclusi anche malaria e tifo. "La malaria ha come sintomi febbri intermittenti - osserva il ricercatore di Milano-Bicocca - mentre quella di Raffaello fu continua. Inoltre, in quegli anni non vengono segnalate epidemie di tifo". Un altro aspetto degli ultimi giorni di vita dell'autore della 'Trasfigurazione' e dello 'Sposalizio della Vergine' non è sfuggito. "La sua malattia è stata di natura infettiva - prosegue la sua diagnosi medico-storica Riva - ha causato la comparsa di una febbre, ma non e' stata invalidante: Raffaello riesce a fare testamento, a individuare gli eredi, dare gli ultimi ordini, e' vigile e cosciente".
Il che porta al terzo punto, l'ipotesi forse più accreditabile. "Il decorso della malattia unito ad altri sintomi, indurrebbe a pensare a una forma di polmonite. Non possiamo affermarlo con sicurezza né possiamo ipotizzare se sia stata di origine batterica o virale come l'attuale Covid-19, ma tra le varie cause è quella che più corrisponde a quanto ci viene raccontato. A peggiorare il quadro clinico ci sarebbe stato anche un errore medico, ma fu inconsapevole. Il Vasari ci dice che il pittore - dice il ricercatore - nascose ai medici i comportamenti tenuti fino al momento della malattia: era uscito spesso nelle notti precedenti per scorribande amorose. Non conoscendo la condotta del paziente e non potendo inquadrare meglio l'origine di quella febbre, i medici avrebbero sbagliato a insistere con il salasso. Cosa che probabilmente non avrebbero fatto, se Raffaello avesse confessato la sua condotta".