Mercoledì 18 Giugno 2025
GIOVANNI BALLERINI
Magazine

Graffiti che passione!: "Un’esplorazione dell’artigianalità"

"Quando ero piccolo, a Monopoli, in Puglia, provavo grande interesse per i graffiti: ho sempre avuto una grande passione per...

Sopra, Loris Lillo L’artista ha una formazione da graphic. designer moderno, una spiccata anima da artigiano, ed è un creativo specializzato in brand identity e lettering, con smalti e vera foglia d’oro Ha un laboratorio a Milano

Sopra, Loris Lillo L’artista ha una formazione da graphic. designer moderno, una spiccata anima da artigiano, ed è un creativo specializzato in brand identity e lettering, con smalti e vera foglia d’oro Ha un laboratorio a Milano

"Quando ero piccolo, a Monopoli, in Puglia, provavo grande interesse per i graffiti: ho sempre avuto una grande passione per le lettere, che poi, grazie a una formazione da graphic designer moderno e un’anima da artigiano tradizionale, è diventata il comune denominatore della mia esplorazione artistica". Si chiama Lillo Loris, anzi al contrario, (visto Loris è il nome), ha una formazione da graphic designer moderno, una spiccata anima da artigiano ed è un creativo specializzato in brand identity e lettering, con smalti e vera foglia d’oro. Un mestiere sempre più raro, che negli ultimi tempi è stato riscoperto e ha una grande richiesta di commesse da tutta Italia.

Loris come ha imparato a fare questo lavoro?

"Ho frequentato il liceo artistico, che assecondava l’esplorazione artistica, anche se con indirizzo audiovisivo. A un certo punto vidi in un videoclip musicale qualcuno che scriveva utilizzando un pennino a punta piatta: mi innamorai di quella gestualità, che provai subito a sperimentare. Finite le superiori mi sono trasferito a Milano per studiare grafica alla Nuova Accademia di Belle Arti, quindi passai dall’audiovisivo alla grafica e, insieme all’università, frequentai alcuni corsi di calligrafia. Le lettere trovarono terreno fertile per crescere nel contesto grafico in un’esplorazione artistica all’insegna dell’artigianalità".

Che le ha consentito anche di iniziare a lavorare?

"Sì, per qualche brand. Tra tutti i corsi di calligrafia che feci rimasi colpito da uno sulle insegne dipinte a mano e nel 2015 da "Fine Painters", un film sui pittori diinsegne Usa, che mi rapì e mi fece comprendere l’uso dei pennelli specifici, con setole lunghissime, per incorpare più colore e creare campiture pienissime e coloratissime. Feci anche un corso con un pittore dell’Iowa, che diventò un altro plus da aggiungere alle mie skill di grafico e mi fece capire che quando dipingevo mi sentivo molto meglio di quando come grafico stavo molto tempo al computer. Così ho deciso di lavorare in una maniera meno digitale, realizzando i miei progetti in prima persona, senza passare dalle stamperie".

Cosa consiglierebbe a un giovane che non sa come trovare la sua strada?

"Io sono un insegnista che sa fare le foto, i video, le grafiche e vendere. Per arrivare a capire la direzione che si vuole prendere bisogna sperimentare, senza sensi di colpa, più campi possibili. Anche per me non è stato sempre facile, ma bisogna tenere duro, andare nelle direzioni che ci appassionano. A Milano giravo con la mia valigetta, anche andando porta a porta per i negozi a proporre la bellezza di quest’arte che combina modernità e tradizione e spesso mi hanno sbattuto la posta in faccia".

Poi è cambiato tutto?

"Ho avuto un grande successo mediatico negli ultimi 5 anni, anche perché ho potuto raccontare la mia arte sui social e grazie ai video. Nonostante questo a Milano gli affitti sono altissimi ed è stato difficile creare un laboratorio, Il mio primo era un posto auto e lavoravo all’aperto, poi trovai un semi interrato sui Navigli, che si allagava continuamente, ma il lavoro non mi mancava e non manca nemmeno oggi che sono tornato a vivere a Monopoli, nella mia città e ho aperto uno studio in centro a Conversano. Ma, anche oggi, con tutta la domanda che c’è, continuo a fare questo mestiere da solo, perché un’insegna dipinta in foglia d’oro non è necessariamente una bella insegna, la differenza sta nel gusto con cui vengono scelti i caratteri, come vengono disegnati, nelle scelta del progetto che viene presentato ai miei clienti, che sono persone che tengono ai dettagli, come me".

Quali materiali usa?

"Alla base ci sono smalti che si combinano con la foglia d’oro, un metallo inerte e luminoso, che è sempre stato usato per le insegne perché è un pigmento che non cambia il suo aspetto nel tempo e con cui si possono ottenere delle finiture specchiate che riflettono la luce e catturano lo sguardo dei clienti".